
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Salah è stato preso ieri.
• L’attentatore di Parigi?
Sì, il nono o il decimo o l’undicesimo componente dei tre commando che insaguinarono Parigi la sera del 13 novembre. Il Bataclan, lo stadio dove si giocava Francia-Germania, l’avenue Voltaire: è impossibile che lei non ricordi. Ci furono 130 morti più i sette terroristi che s’erano fatti saltare in aria. L’ottavo, s’è pensato per molti giorni, doveva essere proprio Salah, che all’ultimo, si disse, aveva cambiato idea, s’era liberato del giubbotto esplosivo ed era scappato. Dunque - avevamo pensato tutti - non lo cercano solo le polizie di mezzo mondo ma di sicuro anche quelli dell’Isis, che vorranno fargli pagar cara la sua vigliaccheria. Una versione che le indagini successive hanno smentito. Non era previsto che Salah si facesse saltar per aria. E infatti l’Isis, volendo, l’avrebbe trovato facilmente. Stava a Molenbeek, il quartiere-comune di Bruxelles dove è nato, il luogo preferito da quelli della jihad. Lo hanno preso lì.
• Racconti.
Il giorno 15 la polizia belga aveva clamorosamente fallito un’irruzione in un altro quartiere-comune di Bruxelles che si chiama Forrest. Gli agenti si sono presentati di pomeriggio in un appartamento di rue du Dries ritenuto vuoto. Bussano alla porta e da dentro partono raffiche di kalashnikov. Si butta giù l’uscio intanto che si risponde al fuoco, i poliziotti una volta dentro trovano un algerino morto sul pavimento (si chiamava Mohamed Belkaid, 28 anni, terrorista) e le tracce di altri due fuggitivi. La figuraccia consiste nel fatto che i due sono scappati saltando sui tetti della palazzina adiacente che nessuno aveva pensato di presidiare. Però il pasticcio dà almeno un risultato: le analisi dei residui biologici trovati nell’appartamento mostrano che uno dei due fuggitivi è il famoso Salah Abdeslam, ventisei anni, un metro e 75 d’altezza, occhi marroni, faccia qualunque che dicono però piaccia alle donne, forse in precedenza ha fatto il gigolo per maschi e femmine, comunque si impomata i capelli di gel, quindi, nonostante Allah, alla sua avvenenza ci tiene. La notizia è grossa, nella conferenza stampa in cui sono messi in croce dai giornalisti, i vertici della polizia non dicono niente. Ma intanto sanno con certezza (una volta tanto) che Salah è a un passo.
• E ieri lo prendono.
Sì, secondo Le Soir il blitz era stato programmato per oggi, ma deve esserci stato il timore di qualche fuga di notizie e di un nuovo buco nell’acqua. La polizia belga, rinforzata da quella francese, ha assediato in forze un certo appartamento del quartiere Molenbeek, quello dove Salah è nato e dove vive suo fratello Mohamed (estraneo a tutto, secondo gli inquirenti). C’è stata una grande sparatoria, e alla fine Salah è stato ferito e catturato vivo. Come nel giorno del pasticcio di Forest, anche stavolta i proiettili sono volati a pochi passi da una scuola. I bambini sono rimasti chiusi dentro le aule fino a che non è finito tutto.
• Come ha fatto a farla franca per tutto questo tempo?
È una sequenza di buchi abbastanza impressionante. Nella notte tra il 15 e il 16 novembre, cioè tre giorni dopo il massacro, la polizia belga aveva individuato Salah in una certa palazzina di Molenbeek. Ricorderà: subito dopo la strage, Salah aveva telefonato a due suoi amici a Bruxelles, questi erano saltati in macchina, erano corsi a Parigi a prenderlo, poi lo avevano riportato a Bruxelles, quartiere Molebeek, passandola liscia ai posti di blocco e alla frontiera non si è ancora capito bene come. Infine la notte tra il 15 e il 16 la polizia sapeva dove trovarlo, al 47 di rue Delaunoy. Ma non potè intervenire.
• Perché?
La legge belga vieta le irruzioni nelle case private tra le 21 e le 5, a meno che non sia questione di «delitto flagrante o incendio». Il magistrato giudicò che, benché i cadaveri di Parigi fossero ancora caldi, il «delitto flagrante» sarebbe stata una forzatura. I poliziotti entrarono nell’appartamento a mezzogiorno, quando non c’era più nessuno. Salah, a quanto pare, era scappato nascosto in un mobile, in quel momento da un altro appartamento di rue Delaunoy stavano traslocando. La circostanza è stata raccontata dal primo ministro belga Charles Michel, si dice per vincere una resistenza sindacale degli agenti al lavoro notturno.
• È importante, mi pare, che sia stato preso vivo.
Fondamentale, direi. La polizia è stata molto criticata per aver ammazzato, l’altro giorno a Forest, Mohamed Belkaid, il terrorista agerino. Credo che le magistrature francese e belga siano disposte a concedere molti sconti all’assassino Salah se questi aiuterà la polizia a disfare la rete jihadista in Francia e in Belgio. È possibile naturalmente che lo ammazzino prima. In Francia i giovani pronti a qualunque cosa per il Califfo sarebbero diciassettemila.
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