Fabrizio Salvio, SportWeek 19/3/2016, 19 marzo 2016
TANTO DI CAPPELLO
Bando alla facile e consunta iconografia popolare, che identifica la coppola quale simbolo mafioso. Macché: stiamo parlando di un copricapo comune a vari Paesi e a diverse culture occidentali, soprattutto di un berretto che vanta origini legate a nobili intenzioni.
La coppola pare sia nata effettivamente in terra anglosassone nel Sedicesimo secolo, per la precisione nell’Inghilterra dei Tudor, dove, alla domenica e in occasione delle festività, tutti i maschi al di sopra dei 6 anni di età dovevano indossare dei berretti di lana prodotta esclusivamente nel Paese. Questo per proteggere la produzione domestica della lana, difendendola dall’importazione della materia prima dall’estero. Nei primi tempi dall’obbligo erano esclusi i nobili, che presero però a indossare la flat cap (letteralmente, “berretto piatto”), comunemente accettato come l’antesignano della moderna coppola, a cavallo tra il Diciannovesimo e il Ventesimo secolo. Dall’Inghilterra questo particolare berretto si diffuse prima negli Stati Uniti poi in Europa, segnatamente in Italia e ancora di più al Sud, specie in Sicilia, dove venne portato nella seconda metà dell’Ottocento dalle famiglie inglesi sbarcate sull’isola per investire. La scelta della coppola rappresentò un segno distintivo di un’intera classe, quella aristocratica, che (anche) in questo modo intendeva differenziarsi dai ceti più bassi della popolazione. Non a caso i nobili siciliani vennero soprannominati cappieddi (cappelli).
La distinzione tra nobili e popolo continuò fino agli inizi del Novecento, quando anche le persone più umili trovarono il coraggio di indossare la coppola, che, da simbolo elitario qual era, si trasformò al contrario in una sorta di trait d’union tra persone di diversa estrazione sociale, uno strumento di affermazione delle classi più povere. Non è ben chiaro, invece, in che modo la coppola abbia assunto nell’immaginario collettivo il suo significato di appartenenza mafiosa: la tradizione popolare vuole che tutto sia nato da un certo modo di portare il berretto – storto, di sghimbescio sulla testa – come segno dell’affiliazione a un clan, dello status di picciotto al servizio di un padrino. Maggiori dubbi ci sono sull’etimologia della parola stessa, “coppola”: il fatto che in questo modo fosse indicato il copricapo di foggia e tessuto completamente diversi indossato dal ribelle napoletano Masaniello nel Settecento, fa pensare che in origine “coppola” fosse semplicemente un sinonimo di berretto.