MilanoFinanza, 19 marzo 2016
«Andate e comprate» disse Berlusconi. Così il Biscione si sta espandendo
Non bastava la leadership incontrastata nel business televisivo-pubblicitario in Italia e in Spagna. Ora la famiglia Berlusconi vuole dominare il mercato editoriale e mediatico tout court. Assumendo il ruolo di prim’attore nei settori già noti e presidiati e in quelli contigui. Perché con un sistema-Paese che in pochi anni ha perso il 40% del suo valore non si poteva restare immobili ma reagire e andare a occupare quegli spazi ancora lasciati liberi dai competitor, nazionali ed esteri.
Così l’anno scorso, da Arcore, è partito l’ordine di servizio: andate e comprate. Detto fatto. In meno di sei mesi le aziende editoriali che fanno capo alla galassia Fininvest della famiglia Berlusconi hanno messo a segno una serie di colpi mirabolanti. Avranno anche, secondo alcune interpretazioni di mercato, pagato caro lo shopping, ma erano mosse essenziali per continuare a crescere ed evitare che altri, soprattutto i player internazionali, si insediassero in mercati sempre più asfittici.
E così Mediaset, mese dopo mese, nonostante il costante ritardo in fatto di ascolti dalla Rai, ha consolidato il suo ruolo di primo network televisivo commerciale privato arrivando a gennaio a incamerare quasi il 60% degli investimenti pubblicitari destinati dalle aziende alla tv. Una soglia mai raggiunta prima, che fa il paio con il dominio assoluto, anche in termini di share, della partecipata Mediaset España.
Nel contempo Mondadori, sotto la regia di Ernesto Mauri, ha messo ha segno un doppio colpo. Acquistando dapprima, per 127,5 milioni, Rcs Libri e andando a rafforzare il ruolo di primo editore italiano, anche e soprattutto nel ricco segmento Educational visto che il colosso Pearson, terzo operatore in Italia, aveva e ha tuttora mire espansionistiche e acquisitive. Poi, dopo mesi di corteggiamento, giovedì 17 ha fatto l’offerta vincolante (valore 40-45 milioni) per rilevare da Banzai la divisione Media. Una strada obbligata per Mauri e la divisione Periodici della Mondadori (anch’essa nettamente in testa alla classifica di settore) per sviluppare il business digitale che finora procedeva a rilento. Se, come pare, lo shopping dei siti Giallozafferano, PianetaDonna, Studenti.it e Liquida andrà in porto, Segrate non solo consoliderà la leadership nei segmenti editoriali «cucina» e «femminili», ma diventerà il primo player del web con 27 milioni di utenti unici su base mensili, scavalcando di slancio il big Google. Anche la mossa su Banzai Media verrà pagata cara (si dice che già quattro anni fa Segrate poteva rilevarla per 20 milioni), ma è altrettanto vero che questo era l’unico modo per crescere nel digitale. Tanto più che, come nel caso di Rcs Libri, anche questa volta i capitali che la famiglia Berlusconi metterà sul piatto serviranno a Banzai per sistemare i conti e resistere all’offensiva di Amazon&C. E per completare l’opera Mediaset, che nel core business deve difendersi dalla dura offensiva portata avanti da Sky Italia e Discovery, ha deciso di espandere la sua influenza nel mondo radiofonico. Con Rti e Mediamond ha preso il controllo (80%) di Radio101, acquisendola da Mondadori, e poi di Finelco, trovando l’intesa con gli Hazan. Con questo doppio blitz, in attesa del pronunciamento dell’Antitrust – si esprimerà pure su Rcs Libri – il Biscione che dovrà rinunciare alla raccolta advertising di alcune emittenti del bouquet (o magari all’intera Radio Montecarlo), ma è già leader nel dorato mondo delle onde medie, l’unico che da un paio d’anni non soffre, anzi.
Una sequenza significativa di acquisizioni che, secondo alcuni osservatori, non ha però solo l’obiettivo di fare della galassia Fininvest l’impero dei media nazionali – mancano solo i quotidiani, dove invece vince la famiglia De Benedetti, fresca alleata degli Elkann – ma anche quello di dare vita a moloch che in un futuro prossimo venturo possano ingolosire operatori stranieri interessati a entrare o a irrobustirsi in Italia. Dalla stessa Pearson alla tedesca Bertelsmann. O anche al nemico (televisivo) giurato Rupert Murdoch, che con Harper Collins, dopo aver rilevato la jv Harlequin Mondadori, ha deciso di accelerare nel settore librario. Tanto più che vista la difficoltà di imporre la pay tv digitale Mediaset Premium, il progetto nato nel 2005 per contrastare l’egemonia di Sky, ora si sta cercando l’alleanza con la Vivendi di Vincent Bolloré, primo socio pure di Telecom. E senza trascurare, su tutt’altro fronte, che Silvio Berlusconi per frenare la costante fuoriuscita di capitali da Fininvest sta cercando un socio di minoranza per un Milan che dal 2010 ha perso 340 milioni.