
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Forse c’è veramente un patto segreto tra Renzi e Berlusconi, qualcosa che si sussurra, o si legge su Dagospia, e cioè Renzi favorirebbe le aziende dell’ex cavaliere e l’ex cavaliere manovrerebbe per far vincere a Renzi le elezioni di Roma e Milano.
• Da dove le viene quest’idea?
Oggi la Meloni annuncerà la sua candidatura a sindaco di Roma, e a questo punto i candidati della destra a Roma sono almeno cinque, cioè la Meloni, Bertolaso che all’inizio sembrava quello su cui s’erano messi tutti d’accordo, Storace per La Destra, Simone Di Stefano per CasaPound e Alfredo Iorio per il Msi-Destra Nazionale. Però Marchini ha partecipato ai gazebi organizzati dalla Lega ed è risultato pure il più votato, quindi i candidati ascrivibili all’area di destra/centro-destra sono forse sei. E forse addirittura sette, dato che la Virginia Raggi, messa in campo dai Cinquestelle, è cresciuta nello studio dell’avvocato Previti e questo l’ha subito resa simpatica a una fetta degli elettori di destra, una parte dei quali si accinge di sicuro a votarla, un modo per unire la protesta - dato che è una grillina - e il simil-berlusconismo. Ora è chiaro che sette candidati in corsa nella stessa area hanno poche probabilità di arrivare al ballottaggio, tranne forse la Raggi, che pesca anche nel bacino grillino, o forse anche Marchini, che è tanto bello e tutti pensano che sia nuovo.
• Però ci sono inguacchi pure a sinistra.
Di meno. Bray, che doveva fare la parte dell’ariete dalemiano, ha rinunciato. Fassina mi sembra un candidato di testimonianza. Direi che Giachetti ha molti meno problemi.
• Come si spiega il fatto della Meloni? Aveva detto di aspettare un bambino e che quindi non era il caso di mettersi in gara...
Sì, l’aveva detto dal palco in occasione del Family Day, forse pensando che questo le avrebbe attirato le simpatie dei cattolici. Non credo che queste simpatie siano arrivate, oltre tutto non è sposata con il padre - Andrea Giambruno, autore Mediaset - e questo all’elettorato tradizionalista che va in piazza per il Family Day piace poco. Bertolaso, saputo che aveva deciso di candidarsi, l’ha invitata a fare la mamma e a non stancarsi e questa uscita ha provocato una valanga di critiche, dato che ne è risultata ovvia la lettura femminista: siccome è donna e mamma, non la vuoi come concorrente in politica. La contemporanea rinuncia della Bedori a Milano ha improvvisamente fatto emergere, sulle amministratire, la faccenda del maschio prevaricatore nei confronti delle donne, abbiamo così letto dichiarazioni di solidarietà alla Meloni pure della Boschi, pure della superfemminista Natalia Aspesi. Bertolaso s’è difeso con questa dichiarazione: «Per me la notizia del giorno è che via della Moschea è stata chiusa per dissesto stradale e tutto il traffico della zona è paralizzato. Questi sono i problemi che interessano a me e non altri». A Porta a porta
ha poi spiegato che a destra è in corsa la guerra per la leadership del dopo-Berlusconi. Vincere (eventualmente) con Bertolaso significherebbe sancire per l’ennesima volta la supremazia dell’ex Cav. Farlo perdere servirebbe a dargli un colpo, a intaccarne il primato. La Meloni, infatti, è spinta da Salvini che dopo aver concordato sul nome di Bertolaso, ha cambiato idea e vuole toglierlo di mezzo. Berlusconi, da questo orecchio, però non ci sente.
• Però nel giorno del Family Day la faccenda della maternità l’aveva tirata fuori proprio la Meloni.
Sì, dopo averlo detto dal palco l’ha ripetuto a Paola Di Caro del Corriere della Sera: «Non c’è dubbio che una campagna elettorale che si concluderebbe al settimo mese per un mandato che ti impegna anima e corpo mentre nasce il tuo primo figlio, ti porta a pensare che non sia la strada giusta. Io sono disponibile a tutto per la mia città, che amo, a fare il capolista o qualunque altra cosa. Ma potrei candidarmi solo se non ci fosse nessun’altra soluzione possibile, solo come extrema ratio». Di soluzioni, in realtà, come abbiamo visto, ce ne sarebbero altre sei.
• Che cos’è questa storia del patto occulto tra Berlusconi e Renzi?
Berlusconi presenterebbe candidati destinati alla sconfitta (il romano Parisi a Milano e l’indiziato della magistratura Bertolaso a Roma) in modo da aiutare la vittoria di Sala e Giachetti. In cambio Renzi lascerebbe avanzare i francesi su Telecom in modo da rendere possibile molto presto l’acquisizione, da parte degli stessi francesi, di Mediaset Premium prima e entro due anni della stessa Mediaset. Forse è fantafinanza. Ma forse no.
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