varie, 16 marzo 2016
MENTE/1
«Francesco ha 39 anni ed è ancora un talento con delle qualità incredibili, ma credo sia ovvio per lui e per molta gente che non può più giocare allo stesso modo di prima. Semplicemente non lo fa. Il suo corpo non fa bene quello che gli dice la mente» (il presidente della Roma James Pallotta parlando di Francesco Totti).
MENTE/2 «La tenuta mentale in questi finali di campionato diventa decisivo, più dei fattori tecnico-tattici e fisici. Prendete il Napoli. A mio parere ha giocato un ottimo calcio, il migliore. Ma a volte non basta per vincere. È bastato perdere con la Juve, con un pizzico di sfortuna, ed ecco che ne ha risentito più mentalmente. Lo ha ammesso pure Sarri» (Angelo Peruzzi, ex portiere).
BAROMETRO «Sicuramente ho sbagliato qualcosa anche io nell’ultimo periodo. Il barometro delle critiche lo fanno i risultati. Spero non ci sia il rischio che la squadra molli. In passato ci sono stati segnali che possono far pensare a questo, ma io da quando sono qui mi sono sempre confrontato con giocatori che hanno voglia di crescere. E mi fido di loro» (Paulo Sousa, allenatore della Fiorentina).
SEMPRE «Con me Chiesa era a un gol e ne ha fatti poi tanti, stessa cosa il Pampa Sosa e Bogdani. I miei attaccanti segnano sempre» (Luigi De Canio, nuovo allenatore dell’Udinese in crisi di gol e di risultati).
MAGLIA «Quando giochiamo con le big entriamo con la mentalità giusta, quando l’avversaria è alla portata no e una grande squadra non può permetterselo, a volte dimentichiamo che maglia indossiamo» (Andrea Bertolacci, centrocampista del Milan).
GROSSO «Al Chievo mi hanno preso a 10 anni e tenuto per quattro, poi mi hanno lasciato andare perché all’epoca ero piccolino. Quasi tutti i club ormai nelle giovanili ti fanno giocare solo se sei alto e grosso. Io sono cresciuto molto tardi» (Kevin Lasagna, attaccante del Carpi).
BASTA «Mi piace sapere che la decisione l’ho presa io e nessun altro al posto mio, oppure che ho dovuto smettere per una caduta o perché non mi hanno rinnovato il contratto. Certo, sono orgoglioso che la gente mi chieda di continuare, vuol dire che ho lasciato un segno. Ma adesso è il momento giusto per dire basta» (Fabian Cancellara, ciclista svizzero della Trek-Segafreddo, che a fine stagione si ritirerà).