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 2016  marzo 16 Mercoledì calendario

I torinesi sono sempre più alti e le ringhiere dovranno crescere di dieci centimetri per proteggerli

Nel 1980, quasi metà dei piemontesi diciottenni (per la precisione il 48,9%) era alto più di un metro e 75. E dire che sessantadue anni prima, nel 1918, le giovani leve appena maggiorenni raggiungevano solo il metro e sessantotto. Il 12% misurava più di 175 centimetri. Nell’800? Un uomo su quattro arrivava al metro e 60. È il segno dei tempi, fotografato dai dati regionali Istat. I piemontesi, e anche i torinesi, si allungano.
In generale, un po’ tutti gli italiani stanno diventando più alti. A Torino, il fenomeno dell’«allungamento della specie» avrà una conseguenza pratica anche in campo edilizio. Il Comune ha deliberato ieri che i balconi e i parapetti dei nuovi edifici in costruzione dovranno innalzarsi obbligatoriamente di 10 centimetri: «Non saranno più di un metro, ma di un metro e 10». Una modifica che «si è resa necessaria per ragioni di sicurezza – spiega l’assessore all’Urbanistica, Stefano Lo Russo -. Ci ha scritto l’Asl consigliandoci di intervenire sul regolamento edilizio, perché da alcuni anni vi era l’urgenza di migliorare le norme, come accade in altre città». A far salire la media dell’altezza sono anche e soprattutto gli immigrati, in particolare quelli venuti dall’Africa. 
Anche le scale
L’obbligo di innalzare i parapetti vale per i balconi e i ballatoi, sulle facciate esterne delle case e dei palazzi. «Quelli di nuova costruzione – spiega il direttore dell’Area Edilizia Privata di via Meucci, Mauro Cortese – e di nuova progettazione. Mentre sui progetti già pervenuti ai nostri uffici, valuteremo come comportarci. Chi è prossimo al rilascio dell’autorizzazione a costruire non dovrà rifare tutto, ci sentiamo di tranquillizzare architetti, ingegneri e geometri». Varrà anche per le ristrutturazioni. Ma niente panico: dovranno cambiare l’altezza delle balaustre coloro che intervengono in modo pesante sulla facciata del condominio, «toccando i balconi», insomma non chi deve solo ritinteggiare la facciata. La norma modificherà anche le scale interne: scendendo i gradini le persone alte possono rischiare di cadere, se il parapetto è troppo basso. 
Reazione degli architetti
Una modifica edilizia che gli architetti giudicano positivamente. Spiega la progettista Elisa Desideri, assistente al Politecnico del professor Patestos al corso di Composizione Urbanistica: «La modifica direi che è utile, obbliga tutti noi a progettare edifici più sicuri. Uno dei pericoli, parlando di alcune scale ad esempio, è il fermapiede (la barra inferiore della ringhiera, ndr), su cui i bambini possono salire, con il pericolo di sporgersi troppo dalla scala stessa». Attualmente, il fermapiede viene collocato all’altezza di 10 centimentri dal gradino. Insieme al parapetto, raggiunge l’altezza di un metro. Una protezione non sufficiente per un bimbo alto, per esempio, poco più di 90 centimetri, che prova a sporgersi dalla scala. Visto che la testa pesa più del corpo, la balaustra a quel punto perde l’efficacia di elemento edilizio di sicurezza, per cui è stata creata. Con dieci centimetri in più, questo rischio non si corre. Qualche piccolo intoppo, invece, si creerà con le ristrutturazioni: «I balconi oggi finiscono dove inizia la finestra. Con il loro innalzamento, l’immagine estetica del palazzo sarà leggermente modificata».