
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri Berlusconi ha detto che se l’Italia, nella crisi, sta meglio degli altri paesi è tutto merito suo e del suo governo. Due problemi: è vero che l’Italia sta meglio degli altri? In caso di risposta affermativa, è vero che è merito suo?
• Lei ha già preparato le domande… Intanto le chiedo: in che contesto il Presidente ha detto quello che ha detto?
C’era una cerimonia a Cassano Magnago per l’apertura dei cantieri della strada pedemontana, una fettuccia che deve rendere più veloci e soprattutto più sicuri gli spostamenti tra Varese e Bergamo. Berlusconi ha telefonato: «Abbiamo abbassato le tasse, togliendo l’Ici e togliendo due miliardi alle imprese. Nonostante la crisi l’Italia c’è, con un governo che ha continuato a lavorare per il bene degli italiani. La grave crisi economica è stata affrontata bene: non abbiamo aumentato le tasse e sosteniamo le famiglie».
• Perché ha telefonato? Non ci poteva andare di persona?
Ha spiegato di essere impegnato in due incontri internazionali ma soprattutto di voler tenere sotto controllo «i produttori di ghiaccio della burocrazia romana». Una frase che non mancherà di suscitare polemiche. Anche se la nostra burocrazia ha troppe volte delle procedure allucinanti, Berlusconi è ormai in campagna elettorale. E in campagna elettorale il presentarsi come l’uomo che potrebbe risolvere i problemi se il mondo nemico non lo paralizzasse con lacci e lacciuoli rende bene.
• Ma insomma stiamo meglio degli altri o no?
A Berlusconi hanno risposto a muso duro quelli dell’opposizione, accusandolo di dir bugie eccetera. Credo però che il punto non sia questo e che la questione vada affrontata in un altro modo. La comunità finanziaria internazionale ha coniato un acronimo, cioè una di quelle parole composte dalle iniziali di altre parole, per designare i Paesi con una situazione di bilancio capace di far affondare l’Europa. Questo acronimo è Pigs, che significa ”maiali”. Fino alla settimana scorsa i Pigs erano: Portogallo, Italia, Grecia, Spagna. All’inizio di questa settimana, per poche ore, i Pigs sono diventati Piigs, perché è stata inserita la I di Irlanda. Dopo poche ore è stato annunciato che il termine maledetto era di nuovo Pigs: l’Irlanda aveva definitivamente sostituito l’Italia. Questo bel successo, che ci auguriamo serio (cioè basato su dati seri), si deve soprattutto al precipitare delle difficoltà in quei quattro Paesi, gli spagnoli con un buco enorme nel settore immobiliare (pari al 30% del Pil), i greci e i portoghesi con un debito allucinante, gli irlandesi, che sono di fatto già falliti, idem. Ora, anche il nostro debito è molto pesante, però i mercati ritengono che il nostro sistema economico abbia piu chances di sfangarla rispetto agli altri e continuano percio a comprare i nostri Bot e Cct. Il merito principale è il tessuto della piccola e media impresa, che ha l’agilità necessaria per chiudere e riaprire da qualche altra parte, innovare il prodotto e se serve, pazzescamente, lavorare anche in nero. Tutte robe proibite ai grandi, che quando vengono colpiti da un iceberg come questo hanno molta difficoltà ad evitare la fine del Titanic. La fine del Titanic finora è stata evitata, come sa, con enormi immissioni di denaro nel sistema, specialmente nelle casse delle banche. E la questione adesso è: gli Stati possono fallire?
• Possono?
Certo, è evidente, possono fallire e in passato sono già falliti. Le faccio, a questo proposito un esempio sorprendente: la Svezia, una ventina d’anni fa. Il punto però è che questo attacco ai poveri Pigs nasconde un altro problema: quelli davvero in crisi, quelli che veramente non sanno come fare sono gli americani e gli inglesi, i cui conti, man mano che passano i giorni, sono sempre più problematici. Spostare l’attenzione del mondo sull’Europa è un modo furbo per addossare al nostro continente – in difficoltà adesso anche per la quotidiana perdita di valore dell’euro – la responsabilità di tutto. Ma la responsabilità di tutto è prima di tutto degli americani, e la ricetta di Obama, fino ad ora, ha prodotto molti proclami e molta disoccupazione. Mentre le famose regole che dovrebbero impedire alle banche, vere padrone del Pianeta, di rifare quello che hanno fatto, sono ancora in mente Dei.
• Quindi, chi ha ragione?
Ma è una discussione ridicola. Il nostro governo ha il merito di non aver buttato troppi soldi dalla finestra per salvare ciò che non è salvabile (lasciamo stare per un attimo Alitalia) e politicamente cruciale a questo proposito è il passaggio Termini Imerese/Fiat. Per il resto, è campagna elettorale, sia da parte del Pdl che del Pd. Sa come si è conclusa la telefonata di Berlusconi? «I sondaggi mi dicono che abbiamo il doppio dei voti della sinistra». tutta propaganda. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/2/2010]
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