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 2010  febbraio 07 Domenica calendario

2 articoli - JACK LONDON: IO, VAGABONDO ON THE ROAD - Lasciato la Oakland Mole alle 4,30 del pomeriggio e arrivato a Sacramento alle otto di sera

2 articoli - JACK LONDON: IO, VAGABONDO ON THE ROAD - Lasciato la Oakland Mole alle 4,30 del pomeriggio e arrivato a Sacramento alle otto di sera. Sono salito alla Mississippi Kitchen e ho cenato. Ho appreso che l’esercito industriale era arrivato a mezzogiorno per ri- partire verso Ogden alle quattro. Sono sceso e ho preso il transcontinentale delle dieci di sera diretto a est. Domenica 8 aprile Mi sono svegliato alle 3,30 del mattino mezzo congelato a morte. Mi sono alzato, sono uscito a muovermi per far tornare la circolazione cercando riparo nella carrozza ristorante. Il sordomuto & ( sic) le edificanti conversazioni delle signore. Abluzioni mattutine sulle rive del fiume Truckee. Piango la perdita dei vestiti, dello spazzolino & del pettine con Frank ma ho ancora salvietta e sapone. Sono andato a vedere come caricano il bestiame & i maiali. Ho conosciuto uno svedese sulla strada, siamo andati a mangiare insieme. Ho guardato gli indiani giocare d’azzardo, ascoltato l’Esercito della salvezza e i disoccupati riuniti all’angolo. Stanno costituendo un esercito e domani vorrebbero partire verso est. Lungo tutta la tratta che parte da Oakland ne abbiamo incontrati centinaia che inseguivano il primo distaccamento dell’esercito industriale. Gran parte di loro lo ha perduto per l’inattesa partenza di buon mattino del venerdì. Preso un merci la sera & arrivato a Wadsworth, ma non ho trovato Frank. Ho dormito in cabina sulla motrice allo scalo & alle quattro circa del mattino quando gli addetti alle pulizie se ne sono impossessati ci hanno portato fuori. Lunedì 9 aprile Andato all’ufficio postale & ritirato una cartolina di Frank che è a Winnemucca. Il generale Kelly è passato di qui sul transcontinentale del mattino. Incontrato un dottore che mi ha dato mezzo dollaro & invitato a colazione senza che glielo chiedessi. Mi ha detto che gli ricordavo qualcuno ma non siamo riusciti a ricordare se ci eravamo già incontrati. Sto aspettando di prendere un treno che attraversi il deserto di Winnemucca, se ci arrivo in tempo insieme a Frank raggiungeremo il distaccamento di Reno dell’esercito industriale & poi dritti su Washington! Su tutta questa parte della tratta gli addetti alle pulizie sono cinesi e il personale del compartimento italiano. Oggi qui ho visto il più grosso Terranova della mia vita. Più che altro sembra un orso.  impossibile prendere un treno in partenza sinoa stasera, c’è il personale troppo vicino. Potrei prenderne uno qualsiasi e starci su sino alla fermata dopo ma voglio prenderne uno dove restare sino alla fine. l’ultima stazione prima di entrare nel deserto e non desidero essere affossato vicinoa qualche cisterna d’acqua solitaria dove potrebbero passare dei giorni prima che si fermi un treno. Mai visto un tempo del genere. Di giorno caldo pazzesco & di notte si congela. Il cielo è così limpido & l’atmosfera sottile e vedi le cose a grande distanza ma ti inganni credendole vicine. Pensavo di avere la faccia abbronzata ma era niente rispetto a questo. Il sole me l’ha spellata, mi sembra di essere caduto nel fuoco. Ovunque ho incontrato folle di persone dirette a est, solo una andava a ovest. Qui oggi ho anche incontrato l’originale. Sta facendo a piedi dal Colorado a Frisco, dove andrà per mare. Poi un francese che se l’era fatta tutta a piedi dal Minnesota a Sacramento e ritorno sino a qui. Ora le scarpe lo hanno mollato & si propone di viaggiare in treno per il resto del tragitto. Questa sera ho preso il treno delle 22,45 & ci son rimasto su sino a Humboldt, dove finisce il desertoe dove son stato affossato. Il transcontinentale non era ancora ripartito che arrivava uno speciale arance. Ci son salito& andava direttoa Winnemucca, cinquanta miglia senza fermate. Una scintilla ha preso fuoco nel cappotto & ha covato poi improvvisamenteè esplosa in una fiammata. Il treno andava a circa quaranta miglia orarie, che fatica spegnerla. Cappotto e giacca rovinati. Per il resto della tratta ho viaggiato sui respingenti Mercoledì 11 aprile Ieri notte ha nevicato. Abbiamo deciso di lasciar filar via il gruppo di Reno & partire il più velocemente possibile per Ogden. Oggi pomeriggio io e Frank ci siamo chiariti. Per lui la strada non ha più fascino. Non ci sono più avventura & mistero & resta solo la dura realtà delle difficoltà da affrontare. Anche se ha deciso di tornare a ovest sono sicuro che l’esperienza gli ha fatto bene, gli ha aperto la mente, gli ha dato una comprensione migliore degli strati inferiori della società & sicuramente lo avrà reso più comprensivo verso i vagabondi che incontrerà d’ora in avanti quando si ritroverà in circostanze migliori. Questa sera lui va a ovest e io a est. Può stare tranquillo perché ha soldi sufficienti per la mazzetta ai frenatori di questa linea a cinquanta cent per compartimento & gliene restano anche per mangiare. Alle nove di sera ci siamo dati la mano e ci siamo salutati. Preso un merci. Vado a maciullare carbone sulla motrice da qui a Carlin, sono 131 miglia. Giovedì 12 aprile Arrivato a Carlin alle 3,30 questa mattina. Piccola cittadina ferroviaria situata nel cuore del grande deserto americano, attraverso il quale sto viaggiando. A parte il transcontinentale, sino alle due non è passato un treno diretto a est. Qui ho conosciuto un cinese & abbiamo giocatoa carte mentre aspettava di registrarsi. Non c’era gioco che non capisse. Ho preso il transcontinentale in partenza alle 7,30 circa, viaggiando sulla cieca con altri due tipi. Abbiamo fatto una corsa di quarantacinque miglia sino a Elko & una di ventitré sinoa Peko dove hanno provato ad affossarci. Siamo scesie siamo andati davanti ma il frenatore è rimasto sulla cieca che partiva. Abbiamo atteso sinoa quando il treno non era passato quasi tutto, poi due di noi son saltati sui tetti delle carrozze di lusso & siamo rimasti lì mentre l’altro si è infilato sotto sulle bielle. Sono andato avanti superando altre due carrozze per dirgli di venire sul tetto della cieca ma ha detto che era troppo rischioso. Sono andato avanti cinque carrozze circa& mentre il frenatore stava sul predellino non son riuscito ad andare oltre & a non farmi vedere. Ho aspettato & quando il treno si è fermato son sceso & sono corso davanti sulla cieca. Il frenatore è salito un’altra volta alla partenza ma io ho preso quella dopo la sua & quando è saltato giù per venire a prendermi sono corso avanti & mi son preso il predellino lasciato libero da lui. Il tipo che stava sul tetto con me è stato affossato, io invece non ho mollato sino a Wells, che è alla fine del compartimento e dove hanno agganciato un locomotore doppio. Il frenatore ci dava la caccia come un segugio assetato di sangue così mi sono arrampicato sulla motrice & ho passato carbone sinoa Terrace,a fine compartimento. Non mi interessava andare oltre così sono andato al deposito locomotive & ho dormito nella cabina di una motrice sino a mattina. Venerdì 13 aprile Alle cinque di questa mattina gli addetti alle pulizie si son presi la mia stanza & sono stato obbligato a sgomberare. Mentre cercavo un altro posto caldo ho scoperto che due cavalieri della strada qui giunti mentre dormivo avevano gentilmente preparato un ruggente fuoco in una delle enormi stufe. Uno dei due aveva un grande fazzoletto pieno di biscotti freschi al burro. Mi sono seduto, ne ho mangiato qualcuno& poi ho ronfato pacificamente sino alle sette del mattino. Più si va a est in Nevada, più le città sono deprimenti & Terrace è la prima che ha un’aria decente, visto che finalmente sono nello Utah. Alle due di questo pomeriggio ho chiesto a un turista diretto a ovest di chiudermi dentro un vagone diretto a est. Poco prima della partenza del treno il portello si è aperto violentemente & un frenatore mi ha chiesto quanto riuscivo a raccattare. «Quindici centesimi», gli ho risposto. Avevo due dollari e quindici centesimi addosso e visto che i due dollari erano interi non avevo intenzione di darli a lui. Mi ha detto che mi avrebbe portato sin fuori su quella tratta ma non me li ha chiesti. Dopo aver fatto circa cinquanta miglia secondoi miei calcoli, il portellone siè aperto di nuovo energicamente & sono apparsi controllore e frenatore. Dopo lunga consultazione si sono presi il mio anello d’oro & mi han lasciato i quindici centesimi. L’anello era di oro buono e aveva una bella composizione. Me lo aveva dato Lizzie Connelen. Domenica 15 aprile Il treno ha fatto una sosta di mezz’ora a Evanston, poi è tornato a Ogden & rientrando ha seguito la Oregon Short Line a causa di un brutto deragliamento 11 miglia più avanti. Dopo una curva attraverso un intaglio nella roccia la motriceè finita contro un masso caduto sui binari. La motrice ha saltato il binario su un lato uccidendo fuochista e macchinista. Un vagabondo che viaggiava sulla cieca è saltato giù e non si è neppure ferito. Le carrozze posta & bagagli sono deragliate sul lato opposto. Il resto del treno era piuttosto malconcio. Intorno all’1,30 del mattino una motrice ha riportato indietro le due salme. Ioe lo svedese siamo andati nelle officine elettriche& dopo essere scesi nella sala caldaie ci siamo arrampicati sopra e abbiamo dormito sino al mattino, nonostante il caldo insopportabile. La neve ricopre il terreno dei vialetti & delle case anche se si sta sciogliendo rapidamente. Ci son volute poche ore per riparare i binari & prima delle dieci del mattino io e lo svedese (che per pura coincidenza si chiama anche lui Frank) abbiamo conquistato un merci diretto, era uno speciale arance. Ci siamo rimasti sopra per gran parte della giornata & quando ha fatto sosta a Green River, dove finisce il compartimento a est dopo 111 miglia, da qui abbiamo lasciato il treno qualche minuto per trovare un pasto. Io son tornato con una fetta di pane e un pezzo di bologna & ce l’ho fatta a ripartire, ma Frank non ha fatto in tempo. Mi hanno portato sino alla stazione dopo a quindici miglia, e qui sono stato affossato. Rock Springs (quattromila abitanti) Sembra una città mineraria. Sono andato in un saloon, ho bevuto un bicchiere di birra& mi son fatto una bella lavata con acqua calda. Sono nel saloon a scrivere. Qui ti sembra davvero di essere nel vecchio e selvaggio West. I soldati, i minatori & i cowboy sembrano tutti scalmanati. In questo momento un paio di cowboy o di mandriani stanno facendo un gran casino. Uno è alto circa sei piedi e quattro, l’altro è un po’ piccolo. Credo che mi fermerò per questa notte & domani & darò un’occhiata alla città e alle miniere. da questa città che arriva il carbone delle sorgenti rocciose. Lunedì 16 aprile Trovare il deposito questa mattinaè stato il lavoro più difficile del mondo. Ci sono migliaia di vagoni sui binari di deposito in attesa del carbone& da quii treni partono verso nord, sud, este ovest. Nell’orario di scuola ho visto una cosa bella. Tutte le ragazze indossavano cappucci col velo & ricamati. Solo una non lo portava & quella ragazzina indossava una cuffia bianca per il sole. Undici del mattino. Nevica forte. Ho aspettato tutto il pomeriggio ma dato che i treni erano in ritardo son riuscito a partire solo alle 5,30. Ho preso il rapido & non l’ho mollato sino al compartimento dopo, dove alle 9,40 sono stato affossato. Sono rimasto da Rawlins sino alle 12,30. A quel punto tirava una bufera di neve & c’era un freddo pazzesco. I saloon erano tutti pieni e si giocava a tutto spiano a poker, faro, dadi, stallone & roulette. Alle 12,30 ho preso uno speciale arance & mi sono infilato nel carro frigorifero & ci credo che prima che fosse giorno faceva freddo. Sono arrivato a Laramie alle sette in punto, qui finiva il compartimento. Durante la notte faceva talmente freddo che il frenatore mi ha ignorato. In questa nottata ho fatto 257 miglia. Martedì 17 aprile Quando ho lasciato il treno a Laramie la neve era così fitta che non si vedeva oltre la biella. Avevo i piedi talmente gelati che ci è voluta mezz’ora per far tornare la circolazione. Ho fatto una bella colazione al ristorante & alle dodici in punto, quando la bufera di neve era al massimo, ho preso la cieca del rapido con l’intenzione di arrivare a Cheyenne & rientrarci la sera. Ma quando ho raggiunto il monumento di Ame, la massima altitudine su questa linea, ho raggiunto il distaccamento di Reno dell’esercito industriale. Erano in ottanta e accampati nella carrozza frigorifero agganciata a un merci diretto. Son saltato dentro & mi sono accomodato. Quella notte abbiamo superato il confine ma solo quando siamo stati ben dentro il Nebraska ci siamo lasciati alle spalle la bufera di neve. Traduzione Davide Sapienza© 2010 Alberto Castelvecchi Editore Srl JACK LONDON, la Repubblica 7/2/2010 UN CLANDESTINO IN MARCIA - Quando Jack London prende questi appunti ha diciott’anni, un paio di mestieri e una traversata fino al Giappone dietro le spalle. appena tornato in California quando si trova immerso nel grande panico del ’93, una delle crisi cicliche dell’economia americana, la prima di dimensioni epocali. London diventa un vagabondo ( hobo) per raggiungere l’Esercito industriale, la Kelly’s Army, migliaia di disoccupati in marcia verso Washington per chiedere lavoro. Un viaggio dalla California verso est saltando di treno in treno come clandestino, sempre stando attento ai controllori e con il rischio di essere «affossato», cioè buttato giùe spesso derubatoe picchiato. Quest’esperienza procuraa London tre cose. Trenta giorni di carcere per vagabondaggio scontati nel penitenziario di Buffalo. La struttura per il suo romanzo La strada che uscirà nel 1907 quando Il richiamo della foresta ha già reso il suo autore un best selling che si gode la crociera sul suo Snark dopo una corsa all’oro nel Klondike, lo scorbuto, due matrimoni e tutto ciò che il suo iperattivismo e la sua inquietudine gli imponevano. E, terza cosa, una visione degli uomini che, come dice nel Diario riferendosi al compagno di viaggio Frank: «Sono sicuro che l’esperienza gli ha fatto bene, gli ha aperto la mente, gli ha dato una comprensione migliore degli strati inferiori della società e sicuramente lo avrà reso più comprensivo verso i vagabondi che incontrerà d’ora in avanti quando si ritroverà in circostanze migliori».