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 2010  febbraio 07 Domenica calendario

TAGLI NAPOLITANO DA’ L’ESEMPIO

Anche l’installazione, dove possibile, di lampade alogene al posto di quelle tradizionali a incandescenza ha contribuito in qualche misura al risparmio annunciato ieri con una punta di orgoglio dal Segretariato generale del Quirinale per l’anno in corso. Giorgio Napolitano ci tiene particolarmente a passare alla storia come un Presidente parsimonioso nell’uso del danaro pubblico.
La «Nota illustrativa del bilancio di previsione per il 2010 dell’amministrazione della presidenza della Repubblica», il cui testo è stato diffuso ieri, fissa in 228 milioni di euro la dotazione richiesta quest’anno e sottolinea che «si consegna così per la prima volta una riduzione in valore assoluto dell’ammontare della dotazione rispetto a quella dell’anno precedente di 3 milioni e 217 mila euro». Infatti l’ultima legge di bilancio approvata dal Parlamento aveva richiesto alla presidenza della Repubblica di «mantenerne fermo l’ammontare» per tutto il triennio 2009-2011 al livello dell’anno scorso, cioè 231 milioni e 217 mila euro.
Inoltre, il Quirinale fa sapere che, per i prossimi tre anni, non verrà richiesto alcun adeguamento della dotazione al tasso di inflazione programmato e così, al termine del periodo, il risparmio complessivo sarà pari a circa 6 milioni e mezzo di euro. La Presidenza della Repubblica lo offre come contributo «al comune obiettivo di fronteggiare gli effetti della crisi economica in atto».
Cosa ha reso possibile il raggiungimento di questo risultato? «Misure di contenimento della spesa e di razionalizzazione delle strutture amministrative», che fondamentalmente significa riduzione del personale e più occhiuta economia domestica. A proposito del primo punto, il documento conteggia «ben 302» unità in meno, anche se questa cifra è riferita a più di tre anni fa, cioè al 31 dicembre del 2006, all’inizio della politica di austerità inaugurata da Napolitano.
Questa riduzione (che quest’anno - precisa il documento, con un implicito riferimento ai titoli di giornale dell’anno scorso - «non ha interessato il reggimento dei Corazzieri») è stata resa possibile dal «blocco del turn-over» del personale di ruolo e da una contrazione del personale non di ruolo distaccato o comandato a contratto. Anche il personale militare (cioè la sicurezza) è stato ridimensionato nell’ultimo anno di 21 unità. E’ chiaro, comunque, che i pensionati non sostituiti continueranno a in qualche misura a pesare sulla cassa di previdenza del Quirinale, le cui erogazioni stanno infatti aumentando. D’altra parte, il documento fa presente che si è raschiato fino all’osso e che ormai si verificano delle «carenze» di personale che andranno presto coperte «attraverso un limitato e mirato programma di concorsi pubblici». Dunque non c’è da aspettarsi in futuro altri risparmi in questo capitolo.
Contrazioni delle spese per beni e servizi, cioè rinegoziazione delle forniture, riduzione del personale a seguito nei viaggi, economie varie (ecco le lampadine), hanno contribuito al risparmio complessivo per 160 mila euro, molto meno che negli esercizi precedenti. Questo significa che anche qui si è arrivati quasi all’osso.
Insomma, il Quirinale è una macchina che impiega poco meno di 1900 persone (tra personale di ruolo, non di ruolo e militare) e costa circa 230 milioni all’anno. Ma il documento ammonisce ancora una volta a non fare «comparazioni improprie con i bilanci di amministrazioni omologhe di altri Paesi» e rinvia, per la spiegazione, al documento dello scorso anno, nel quale si sottolineava che altrove le spese della presidenza o della corona sono spesso ripartite tra diverse istituzioni e che «sull’amministrazione del Quirinale gravano rilevanti oneri aggiuntivi» derivanti dalla gestione e dalla manutenzione di un patrimonio artistico, monumentale, mobiliare e immobiliare «unico al mondo».
Paolo Passarini