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 2010  febbraio 08 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Ieri, all’hotel Marriot di Roma, si è concluso il primo congresso dell’Italia dei Valori. Antonio Di Pietro è stato confermato presidente del partito per acclamazione.

Come mai il I congresso? Mi pare che esistano da un sacco di tempo e si sono riuniti solo adesso?
L’Italia dei Valori venne fondata il 21 marzo 1998 a Sansepolcro. Di Pietro era senatore e aveva fatto il ministro dei Lavori pubblici. Di congressi non c’è mai stato bisogno perché l’Idv fino ad ora è stato un partito personale per definizione. Lo statuto, fino poco tempo fa, aveva impedito qualunque dialettica interna, al Presidente fondatore (cioè Di Pietro) erano attribuiti poteri assoluti. Il Presidente fondatore era il titolare esclusivo della ripartizione dei finanziamenti al partito, della supervisione sugli iscritti, della composizione delle liste, della possibilità di cambiare lo Statuto. Questo, fino a una sua rinuncia.

Se le cose stanno così, come mai adesso si è tenuto un congresso?
Credo che le ragioni siano due. Alle elezioni regionali, l’Italia dei Valori gioca per definizione fuori casa: il terreno prediletto di Di Pietro è quello delle elezioni politiche, dove gli slogan relativi alla legalità e al Berlusconi piduista hanno molta più presa. A livello locale la propaganda dell’Idv funziona meno, perché alla fine si tratta di giudicare e farsi giudicare su questioni territoriali. Quindi è saggio, in questa occasione, dichiarare che bisogna fare asse col Pd e prepararsi a governare, lasciando perdere la piazza e pensando a una politica di governo. «Di opposizione si muore», i discorsi che Di Pietro ha fatto ieri. Di Pietro e Bersani si sono anche abbracciati sul palco, lasciandosi fotografare. Di Pietro ha poi detto che «servono alleanze nel circuito del centrosinistra ma anche nell’area laica, liberale, del non voto, di tutti coloro che vedono riconosciuti nella Costituzione i loro diritti. Bisogna assumere la responsabilità di non creare divisioni». Un discorso che tradisce qualche preoccupazione. Alle ultime europee, l’Idv ha preso l’8%. Che conseguenze avrebbe, alle regionali, un risultato inferiore? Di Pietro si è spinto fino al punto di appoggiare la candidatura in Campania di Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno implicato in due processi per concussione e truffa. Di Pietro lo ha fatto venire alla ribalta, gli ha fatto promettere che in caso di condanna si dimetterà e De Luca, con un discorso appassionato, s’è guadagnato una standing ovation.

E la seconda ragione?
La seconda ragione è che nell’area dell’Italia dei valori è entrato Luigi De Magistris, il magistrato dell’inchiesta Why Not (clamorosa, ma finita in niente), candidato dall’Idv alle europee e più votato dello stesso Di Pietro: 414 mila preferenze contro le 395 mila del suo leader. I giornali hanno parecchio speculato sulla rivalità dei due, ma De Magistris s’è mosso con circospezione, solo ricordando di essere di 17 anni più giovane del suo presidente e reclamando per primo quella svolta a sinistra adesso sbandierata da Di Pietro. De Magistris non è neanche iscritto al partito e ieri la sua prossima iscrizione è stata annunciata come un evento.

L’Idv guadagnerà voti grazie a queste mosse?
E chi lo sa. La svolta a sinistra, cioè il tentativo di raccogliere consensi in un’area che non ha più rappresentanza, non è troppo in contraddizione con quello che si sa degli elettori di Di Pietro. Secondo un’indagine dell’Ipr, si tratta di italiani sostanzialmente centristi e benpensanti, soprattutto cattolici, più vecchi che giovani (il partito prende più voti al Senato). Un insieme non troppo dissimile da quello dell’Udc, con questa sola, curiosa differenza: gli elettori dell’Udc vanno più frequentemente a messa di quelli dell’Idv. Altri dati confermano la natura centrista del partito: il 57% del ceto dirigente viene dalla Dc, a domanda il 96% dei parlamentari dice di essere di centro. Ma un 60% aggiunge per definire se stesso la parola ”sinistra”. Inoltre: per il 60% gli elettori del 2008 sono quelli del 2006, ma in quel 40% di nuovi c’è un buon tre quarti che provengono dalla sinistra. E l’Ipr, cercando di capire da che direzione potrebbe arrivare un ulteriore allargamento di consensi per Di Pietro, sostiene che per il 49% questa espansione sarebbe determinata da elettori ex Pd, per il 19,5% da ex della Lega, per il 17,7 da delusi dell’Udc e per un buon 14% da vecchi rifondaroli. Il calcolo, quindi, potrebbe essere giusto.

Non è pericoloso per Di Pietro defilarsi? I successi del partito non sono legati al suo nome?
Lui ha detto che vuol vincere le elezioni del 2013 col Pd. E, restituito un governo democratico al Paese, ritirarsi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/2/2010]

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