vanity, 8 febbraio 2010
Il congresso dell’Idv
• L’Idv è stato fondato nel 1998, ma il primo congresso della sua storia s’è svolto solo la settimana scorsa, tra venerdì e domenica, all’hotel Marriot di Roma. Finora l’Italia dei Valori è stato un partito personale di Antonio Di Pietro, incardinato alla persona del suo proprietario già nello statuto (e nei finanziamenti), vivo grazie soprattutto a un’opposizione senza quartiere a Berlusconi, insultato ad ogni occasione e contestato con un forte ausilio della piazza. Una modifica allo statuto e la consapevolezza che i tempi si fanno meno facili ha consigliato la trasformazione dell’Idv da movimento a partito propriamente detto. Di qui il congresso, in cui Di Pietro è stato rieletto presidente per acclamazione e in cui è stata annunciata la nuova linea: andare a caccia di alleanze, prima di tutto con il Pd e poi con tutta l’area della sinistra radicale oggi priva di rappresentanza. Puntare quindi al governo del paese. Di Pietro dichiara di aborrire la prospettiva di una condanna all’opposizione perenne e quindi vuole smetterla di affidare tutto alla piazza e alla protesta (definita ”diarrea politica”). Due problemi: le regionali sono una prova più difficile delle politiche o delle europee per un partito come l’Idv che fa campagna sui valori e meno sul territorio; Di Pietro ha un antagonista interno nel giudice De Magistris che lo surclassò alle europee come numero di voti (414 mila contro 395 mila preferenze ) e che sembra marciare lento ma sicuro verso la leadership della formazione. [Giorgio Dell’Arti]