Francesco Piccolo, lཿUnità 08/02/2010, 8 febbraio 2010
CORSIVI
Non è vero che l’opposizione è fragile, indecisa, senza una linea politica. Un programma c’è sempre stato, tutti noi lo seguiamo da anni, e continueremo a seguirlo con tenacia. un programma secco, coinciso e nemmeno troppo complicato: si potrebbe chiamare ”il programma della speranza”. Che consiste in questo: sperare che prima o poi accadano le cose. Per esempio, sperare che la Lega si svegli, come ha detto Bersani; e non è detto che non succeda prima o poi, soprattutto se i suoi alleati propongono leggi che contraddicono le convinzioni fondamentali di quel partito – e se si sveglia la Lega, come speriamo vivamente nel nostro programma, per Berlusconi saranno guai seri. Sperare che Casini non faccia accordi definitivi con il Pdl, ma continui in qualche modo a scegliere la parte che in un certo territorio ha più probabilità di vittoria, di qua e di là, facendo innervosire il centrodestra (noi non ci innervosiamo mai). Sperare che Berlusconi continui a oscurare Fini, così Fini, per non essere oscurato, fa un lavoro duro contro Berlusconi, il Pdl di spacca in due e le loro faccende si complicano. Sperare di non perdere troppe regioni, che le leggi ad personam non siano tante e troppo incostituzionali, che qualche parlamentare della maggioranza faccia qualche
assenza in aula quando si vota.
La cosa meravigliosa di questo programma è che siamo definitivamente deresponsabilizzati:
nessuno ci chiede nulla, nessuno si deve preoccupare di nulla. Bisogna solo stare lì e aspettare. E sperare.