Stefano Righi, CorrierEconomia 08/02/2010, 8 febbraio 2010
CALTAGIRONE. LA PRIMAVERA DI FRANCESCO GAETANO
Dopo il riassetto negli equilibri di famiglia, il gruppo è strategico nelle manovre che porteranno al rinnovo in Generali
Da pagina 1 La primavera di Francesco Gaetano Caltagirone si annuncia calda e piena di impegni. Quello che in tempi recenti, mattone su mattone, è diventato uno degli uomini più potenti e ricchi d’Italia, forte di una liquidità che è stata stimata tra i 2 ei 3 miliardi di euro, è pronto a giocare da titolare nelle grandi partite della finanza in programma nei prossimi mesi. Per dare un volto romano a cornici che ospitano quasi esclusivamente uomini del nord.
Protagonista
Caltagirone è diventato un protagonista. Se fino a qualche anno fa l’equilibro del potere in Italia si divideva tra poche, solite famiglie (gli Agnelli, i Pirelli, i Pesenti, con più recenti incursioni dei Benetton e dei Berlusconi), oggi non considerare la variabile Caltagirone sarebbe un errore imperdonabile. Al costruttore romano oggi fanno capo cinque società quotate in Borsa che complessivamente, pur alle depresse quotazioni di questi tempi, capitalizzano più di 1,2 miliardi di euro. L’impero, nato dal mattone, si estende oggi alla carta stampata: i quotidiani del gruppo ( Messaggero, Gazzettino, Mattino, Corriere Adriatico e Quotidiano di Puglia ), diffondono quasi 400 mila copie, a cui si aggiungono quelle gratuite di Leggo e gli utili della concessionaria di pubblicità Piemme. La finanza poi lo vede protagonista da tempo: è da otto anni azionista di Acea (vedi altro articolo in pagina, nda), dove è recentemente salito fin quasi all’8 per cento, è vicepresidente del Monte dei Paschi di Siena, terza banca italiana, dove è il primo azionista tra le persone fisiche, e ha un posto da consigliere in Generali, di cui controlla un pacchetto di azioni che valgono poco meno del 2 per cento. Non mancano i link politici: la terzogenita Azzurra, impegnata nelle vicende di famiglia a seguire gli affari editoriali, ha sposato Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc. Né vengono meno le visioni di sviluppo: con Cesare Geronzi sempre più spesso a Milano e Capitalia annacquata nel grande Unicredit, Caltagirone sogna di fare del Monte dei Paschi la nuova banca dei romani…
La frenata
Ma gli effetti della crisi hanno colpito anche l’impero del mattone. Il gruppo Caltagirone nel corso dell’ultimo anno ha visto diminuire giro d’affari e margini delle cinque quotate (vedi tabella in pagina aggiornata al 30 settembre 2009), e anche la cassaforte di famiglia, la Fgc non quotata, ha evidenziato fin dal bilancio 2008 – depositato alla fine dello scorso anno – i segni di una pesantezza diffusa: 9 milioni di perdita, rispetto ai 13 di utile registrati nel 2007. Una difficoltà acuita dalla voglia di shopping : per sostenere gli acquisti di azioni Acea e Generali, Caltagirone ha dovuto prestare di tasca propria alla holding di famiglia 352 milioni di euro. La posizione finanziaria consolidata è poi passata tra il 2007 e il 2008 da 128 a 694 milioni di debiti. Ciò non toglie che sfiori il miliardo di euro la liquidità conservata in Fgc e accumulata nel corso degli anni.
La rete
Sotto l’ombrello delle cinque società quotate (Caltagirone, Caltagirone editore, Vianini Industria, Vianini Lavori, Cementir) si sviluppa una rete di
holding , subholding , aziende operative che fanno capo a Francesco Gaetano, ma che vedono i figli giocare un ruolo importante, in prospettiva sempre più definito e decisivo. Detto che quello dei Caltagirone è, per ora, un one man show , dove il capofamiglia è centrale e per la sua attività si avvale soprattutto della collaborazione con il tributarista di fiducia, Giampiero Tasco, al suo fianco fin dalla scalata alla Bnl (conclusasi con una plusvalenza di 225 milioni di euro), va riconosciuto che la tripartizione di interessi e delle aree di attività dei figli lascia intravedere un futuro diverso e, per quanto possibile, corale. La ragnatela delle società è tenuta formalmente sotto controllo da Alessandro, che il 9 giugno scorso ha firmato la fusione per incorporazione di Finit 2006 srl in Finanziaria Italia 2005, la spa da lui presieduta che controlla direttamente il 53,881 per cento della quotata Caltagirone, che lo scorso 12 maggio ha comunque dato ampia delega operativa al presidente Francesco Gaetano. Una ragnatela che si complica con il ripetersi dei nomi dei protagonisti e che risale fino al capostipite Gaetano, nato a Palermo nel 1870, moltiplicandosi per l’altro ramo della famiglia, quello di Gaetano e Francesco Bellavista Caltagirone.
Riservatezza
La riservatezza della famiglia è probabilmente uno dei segreti del successo dell’intero gruppo. Che si è sempre concentrato sul business , con rare uscite al di fuori delle cronache economiche, come nel caso del matrimonio civile del 2007 tra Azzurra e l’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini (lui alle seconde nozze), che hanno occasionalmente acceso sul gruppo riflettori che non erano quelli dell’economia e della finanza. Sotto i quali, invece, sfileranno le mosse di Francesco Gaetano nelle prossime settimane.
Stefano Righi