Enrico Martinet (a cura di), La Stampa 8/2/2010, pagina 80, 8 febbraio 2010
DOMANDE
& RISPOSTE: IL RISCHIO VALANGHE SI PUO’ LIMITARE?
Ancora sciatori travolti da valanghe. Quali sono le cause degli incidenti?
Le abbondanti nevicate degli ultimi giorni e le temperature altalenanti. Ci sono state sia valanghe spontanee, sia provocate dagli stessi sciatori. In questo caso ai fattori climatici si aggiungono l’inesperienza e l’imprudenza.
Come si forma e quando cade una valanga?
Si formano con una o più nevicate. Precipitano per forza di gravità in caso di abbondanti accumuli, oppure per scivolamento dei diversi strati di neve conseguenti a nevicate successive. L’azione della temperatura e dei venti provoca o rallenta il fenomeno. Durante l’assestamento della neve i cristalli si trasformano in calici proprio per il cambiamento meteorologico. Grande importanza ha la situazione al suolo. Quest’anno il gelo sulle Alpi è arrivato dopo le prime nevicate. La conseguenza è che il primo strato di neve è più instabile del solito.
Qual è l’azione del vento?
E’ duplice. Alza o abbassa la temperatura e accumula grandi quantità di neve. In questo modo si formano le cosiddette «placche a vento», gusci gelati molto instabili. Basta una leggera pressione, a volte, per farle staccare. Provocano in questo modo un distacco a catena che forma la valanga. Proprio le «placche a vento» sono una delle cause principali degli incidenti nei fuoripista.
Ci sono luoghi più pericolosi di altri?
Sì. I pendii in forte pendenza, le zone sotto vento, dove cioè le raffiche accumulano neve e i canaloni, che sono gli itinerari delle valanghe. Si possono vedere molto bene nelle zone di bosco perché privi di alberi. Gli alberi non possono crescere, sono travolti da valanghe e dal loro vento. Un soffio devastante che può raggiungere anche i 200 chilometri l’ora e ha la forza, oltre che di sradicare piante secolari, anche di spezzarle.
Si possono prevedere le valanghe?
No. Si può sapere con certezza quando c’è il pericolo che possano cadere, ma il momento esatto fa parte di un calcolo approssimativo. Esiste una scala di pericolo, riconosciuta in tutti i paesi, che va dall’1 al 5. L’indice più alto segnala che il distacco è spontaneo proprio per forti accumuli di neve.
E si possono evitare?
L’unico modo è non affrontare la neve fresca, cioè il fuoripista, durante o subito dopo una nevicata. L’inverno non è la stagione ideale per il fuoripista perché la neve è farinosa ed è instabile. In primavera, invece, si trasforma formando una crosta gelata che sostiene il peso degli sciatori, impedendo la formazione della valanga. La vecchia regola di non affrontare i fuoripista d’inverno è però da anni disattesa. Un’altra prassi dettata dall’esperienza dei montanari è quella di non sciare per 48 ore dopo una abbondante nevicata per aspettare che il manto si assesti e si amalgami con lo strato sottostante. Norma empirica, ma che invita alla prudenza.
Che cosa bisogna fare prima di affrontare un itinerario fuoripista?
Occorre avere la consapevolezza che i fuoripista sono riservati a sciatori provetti, in grado di controllare la sciata in ogni evenienza. La scelta del percorso va ponderata e decisa soltanto quando si hanno tutte le informazioni possibili. Si deve consultare la locale società delle guide alpine e conoscere la situazione meteorologica, come e quanto è cambiata la temperatura e se negli ultimi giorni è soffiato il vento.
Quali le attrezzature indispensabili?
E’ indispensabile essere equipaggiati da alta montagna e avere con sé l’Arva, cioè l’apparecchio ricetrasmittente che agevola la ricerca del travolto da valanga, poi una pala e una sonda. Attrezzi che possono salvare la vita. I travolti da valanga, a seconda del tipo di neve, hanno pochi minuti di sopravvivenza. Le squadre di soccorso possono individuarli con rapidità soltanto se gli sciatori hanno con sé l’Arva. Esistono zaini salvavalanga, con un airbag azionabile. Possono essere utili per restare in superficie quando si è travolti da piccole slavine.
vero che bisogna affrontare i fuoripista d’alta montagna in piccoli gruppi?
Sì. Meglio non essere più di tre persone, proprio perché nel periodo invernale la massa nevosa è sempre instabile, quindi il peso degli sciatori può essere causa del distacco.
necessario un modo particolare di sciare?
Certo. Sia nel caso che si usino gli sci sia in una discesa con lo snowboard, occorre sempre sciare seguendo la massima pendenza e limitare al minimo le diagonali, i traversi. Il «taglio» della neve è fra le maggiori cause di incidenti. Se si è obbligati a fare una diagonale è bene affrontarla uno alla volta.
a cura di Enrico Martinet