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 2010  febbraio 07 Domenica calendario

LUIGI SPAVENTA: SPECULAZIONI INUTILI, DALL’EURO NON SI ESCE

Diventa fragile l’euro, professor Spaventa? Oppure è fragile l’equilibrio dei mercati?
«Intanto distinguiamo, in Europa. La Grecia era, come si dice in inglese, an accident waiting to happen, un incidente che prima o poi sarebbe accaduto: una economia non competitiva che ha prodotto straordinari disavanzi e ha truccato i conti. In Spagna e in Irlanda invece sono esplose le bolle di un forte sviluppo trainato dal debito. La differenza è che in Irlanda i cittadini hanno accettato pesanti interventi fiscali mentre in Spagna la situazione politica è più delicata».
Basta per concludere che l’area euro è a rischio?
«Non è fragile l’unione monetaria in sé; la fragilità è insita nella costruzione di una moneta unica che lascia inalterate tutte le prerogative dei governi nazionali in materia fiscale. E’ vero che gli Stati dell’Unione americana sono anche più diversi tra loro di quelli dell’Europa, ma lì c’è un potere federale che interviene per riequilibrare. L’Europa oggi scopre di non sapere che cosa fare di fronte a un caso come quello della Grecia: non esistono meccanismi di sostegno. Per usare una parola cara all’ex presidente Ciampi, c’è una zoppìa evidente. Quando avevamo la lira, l’Italia, negli anni ”70 è ricorsa due volte all’aiuto del Fondo monetario internazionale, e in un caso anche alla Germania che accettò in pegno le nostre riserve auree. Quello del Fmi è un meccanismo collaudato...».
Si discute se la Grecia debba chiedere aiuto al Fmi o no.
«Nel dibattito in materia che si svolge sulla stampa internazionale, a chi invita la Grecia a rivolgersi al Fmi si contrappone chi vede il pericolo di una grave perdita di reputazione dell’Europa di fronte a una istituzione dove gli Usa hanno un peso preponderante».
Che può fare l’Europa?
«Occorre un sostegno finanziario immediato, sotto forma di prestito stand-by, certo con precise condizioni. Una possibilità è una emissione di bond europei».
La Germania non li vuole. Può davvero rompersi l’unione monetaria?
«Chiariamo. L’uscita di un paese dall’euro è giuridicamente impossibile. Anche se fosse possibile, sarebbe tecnicamente difficilissima. Anche se si realizzasse, il paese uscito sarebbe schiacciato da tassi di interesse proibitivi, superiori a quelli che l’Italia subì nel ”95».
Rimedi?
«I rimedi si trovano se vi è volontà politica e leadership; in Europa, purtroppo, entrambe mancano. Consola soltanto che l’euro in ribasso farà piacere ai nostri esportatori. Noto peraltro che dopo averne previsto tante volte l’inevitabile declino, ai primi segni di turbolenza tutti corrono di nuovo verso papà dollaro».
Al di là dell’euro, la speculazione riparte. Il G-7 ha discusso le nuove proposte di Barack Obama...
«Non mi pare che gli Stati Uniti si siano mossi bene. La Casa Bianca si è svegliata un giorno dopo la sconfitta nelle elezioni del Massachusetts, e senza consultarsi neppure con il Financial Stability Board ha lanciato la proposta Volcker che l’Europa non accetterà mai».
Quale è la via migliore?
«Una Basilea 3 fatta bene. Occorre aumentare molto i requisiti di capitale da porre a fronte delle operazioni speculative delle banche».
S.L.