Salvatore Carrubba, Il Sole-24 Ore 7/2/2010;, 7 febbraio 2010
UN PROFETA DI NOME ADAM SMITH
Oltre al protezionismo esterno, vi è quello interno che tutela il lavoro, le professioni e gli spazi commerciali. Un sistema troppo ingessato da garanzie frena l’inserimento dei nuovi attori che apportano nuove energie, stimolando così una concorrenza che è la vera anima di un mercato che altrimenti collasserebbe. Dopo secoli credo che Adam Smith sia prepotentemente attuale.
Eleuterio Pagano
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Le recenti rilevazioni dell’andamento dei prezzi dicono che gli aumenti maggiori si sono avuti su alcolici, tabacchi e servizi.
Tre settori merceologici accomunati da mercati in stretto regime di monopolio, gravati da accise decise dall’alto sulle quali il mercato e le sue leggi della domanda e dell’offerta nulla possono fare. Se ad esempio aumentano la Tarsu o la bolletta dell’acqua non è perché le precipitazioni l’anno precedente si sono fatte attendere, ma perché qualche amministratore locale ha scoperto qualche buco di bilancio e ha deciso di tapparlo alla sua maniera, aumentando le tariffe dei servizi offerti in condizioni di monopolio. Allora chi è che genera l’inflazione?
Marina Tempi
e-mail • L’entusiasmo per Smith, che condivido, sembra rafforzata dal successo che hanno riscosso i volumi a lui dedicati nella collana «Classici dell’economia», venduta in queste settimane con Il Sole 24 Ore. Evidentemente, a molti italiani piace non solo applicare, ma anche conoscere Smith. Chi lo sta leggendo, starà scoprendo che il mercato predicato dallo scozzese (e da tutti i liberali dopo di lui) è cosa ben diversa dalla caricatura polemica alla quale è stato ridotto, soprattutto dopo l’insorgere della crisi finanziaria. E,giunto alle parole«L’affermazione che le corporazioni sono necessarie per il miglior governo del mestiere è senza alcun fondamento. La reale ed efficace disciplina che si impone ad un lavoratore non è quella della sua corporazione ma quella dei suoi clienti», si chiederà se Smith fosse pure un profeta.