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 2010  febbraio 07 Domenica calendario

CALABRO’: IN AMORE NON C’E’ AUTHORITY CHE TENGA

Esce da Vallardi il suo nuovo libro «T’amo di due amori» tutte le sue poesie d’amore accompagnate da un CD con 19 poesie recitate da Giancarlo Giannini. Questo è facilmente comprensibile a pochi giorni da San Valentino. Qual è il suo messaggio?
«L’amore ci complica la vita ma senza l’amore non so se varrebbe la pena di vivere. L’amore interrompe il circuito dell’identico. Ci fa salire un gradino dopo l’altro e ci dilata l’orizzonte. Ci permette di vedere nell’altro o nell’altra una bellezza che nessun altro aveva visto prima. Quando uno si innamora l’amore ci dà un’”ultravisione” in quanto è simile alla poesia. La nostra vita è conformazione alle convenienze, alle necessità pratiche. La poesia e l’amore sono un colpo d’ala».
Qual è la caratteristica della poesia?
« qualcosa che ci fa vedere quello che prima guardavamo senza scorgere, è una spinta verso l’altro da sé. Ci sono momenti in cui avvertiamo un senso non senso dell’esistenza».
Lei Calabrò dice che nessuna scienza ci fa entrare nei meandri dell’anima come la poesia.
«La psicologia indaga, la poesia intuisce. L’innamorato riesce a cogliere nell’altro sotto la spinta dell’amore aspetti riposti che lo stesso soggetto non percepiva».
Ma cosa ci spinge ad innamorarci?
«Un sentimento di incompletezza di noi stessi. Sentiamo il bisogno di integrarci con un altro come dice Platone, l’uomo e la donna sono la metà l’uno dell’altro e in origine quell’uomo e quella donna formavano un solo essere».
L’amore esalta ma può far soffrire?
«Chi ama meno è più forte nel rapporto ma quello che si sente quando l’amore ci prende è indicibile».
Oltre alle poesie d’amore, lei ha pubblicato un libro su internet e la televisione «La Rete» (Rubettino Editore). E’ legato al suo lavoro di garante di telecomunicazioni?
«Credo che il vero titolo del libro avrebbe dovuto essere ”Telefuturo”, cioè il progressivo irradiarsi della rete nella quale cadiamo tutti. Sulla rete avvengono tutti gli scambi, dalla comunicazione all’erotismo. E’ il villaggio globale, un ragazzo di Centocelle stabilisce un rapporto con un ragazzo di Hong Kong molto più intimo di quanto non avrebbe con il ragazzo della porta accanto».
Da anni si divide tra un’intensa attività di poeta, di magistrato, prima, e di garante della libertà, oggi. Vanno insieme queste cose?
«No, perché il garante deve tenere gli occhi ben aperti mentre il poeta vede ad occhi chiusi. Il modello insuperato di poeta è Omero, che era cieco».
Come si vive allora questa doppia vita?
«E’ come se fossero due persone, due gemelli siamesi che tirano in direzioni opposte».
Quale prevale dei due?
«Naturalmente è il gemello pratico che si trascina dietro l’altro. Ma nei momenti in cui arriva la poesia si fa silenzio e non c’è più posto per altro».
Cosa vuol dire arriva la poesia?
«Credo che il poeta non debba forzare la musa. Deve essere pronto con una tecnica sperimentata e coglierla nell’attimo in cui arriva. Però deve venire da sola. Il grande poeta francese Paul Valéry diceva ”il primo verso è sempre un dono degli dei”. Come il calciatore che è tecnicamente abile e in perfetta forma fisica ma talvolta in partita non fa un tiro in porta degno di questo nome. Bisogna aspettare l’attimo magico per il tiro felice».
E aspettando la poesia imprevedibile lei con grande pazienza lavora alle telecomunicazioni?
«Non sono io, è l’altro me stesso che lavora alla telecomunicazioni».
Ha soddisfazioni anche in questo campo?
«Sì l’altro si mostra abbastanza soddisfatto, ma il poeta di questo non si cura».
Ma vanno d’accordo tra loro il poeta e il garante?
«No sono reciprocamente antipatici perché il gemello pratico pensa che l’altro acchiappi farfalle e il poeta ritiene che l’altro si faccia omologare nella banalità».
E Corrado Calabrò come vive?
«Di volta in volta l’uno e l’altro, ma mai tutti e due assieme. Entrambi non riesco a coglierli. A innamorarsi, comunque, è sempre il poeta».
E San Valentino le sembra una festa importante?
«Se va ad accendere una nuova fiamma o a ridare alimento a una passione nascente sì, altrimenti è convenzionale come tutto il resto».
La poesia è ribellione?
«E’ rottura del conformismo, perché ci offre una visione nuova e diversa. I ragazzi, malgrado le nuove tecnologie e comunicazioni sentono, comunque il bisogno di esprimersi in versi».
L’amore, come la poesia, dove ci porta?
«Non è mai un punto d’arrivo. Quando abbiamo raggiunto una soglia limite sentiamo il bisogno di andare oltre. Come scrive Proust, ”L’amore è sempre una ripartenza”».
Alain Elkann