
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Te ne stai tornando a casa in macchina, lungo una strada di montagna, e a un certo punto trovi una fila di massi che ti impediscono di passare. Ti fermi e, prima che tu scenda, sbuca dall’altra parte un’altra macchina, e da quella macchina ti sparano. Vogliono ucciderti.
• Perché non ci riescono?
Perché hai la macchina blindata.
• Come mai ho la macchina blindata?
Perché si sapeva che eri in pericolo, e ti hanno dato una macchina blindata e pure una scorta. Ti sei salvato anche perché un agente che stava seduto vicino a te, e ti faceva da scorta, ti si è buttato addosso e ti ha coperto. Dietro di te veniva poi una macchina della polizia, e da questa macchina è partita una controsparatoria. I banditi alla fine scono scappati. Nessuno si è fatto male.
• Ma che cos’è? Un film?
No, è quello che è successo l’altra notte a Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, tra Cesarò e San Fratello. Siamo nella provincia di Messina. I Nebrodi sono una catena montuosa che corre parallela al lato superiore del triangolo siciliano. Il Monte più alto è il Soro (1.847 metri). I terreni sono semplicemente meravigliosi: umidi al punto giusto, con una vegetazione rigogliosa, che nutre mandrie di bovini e di cavalli e ha permesso lo sviluppo di una razza autctona di maiali. La zona è costituita a parco (il Parco dei Nebrodi), le numerose acque del parco alimentano, tra l’altro, due laghi artificiali, l’Ancipa e il Pozzillo. Le racconto questo non per far sfoggio di una sapienza geografica che non ho, ma perché il tentato delitto dell’altra notte è in stretto rapporto con questa ricchezza naturale italiana. Antoci, 48 anni, laurea in Economia e Commercio, capo area a suo tempo della Banca Sviluppo, candidato alle regionali siciliane nella lista poi vincitrice del governatore Crocetta (ma non eletto), stava tornando da Santo Stefano di Camastra e lungo i tornanti della montagna gli hanno teso l’agguato. Il commando ha fatto fuoco prima sui copertoni dell’auto, poi sulla carrozzeria e sui vetri, senza successo perché l’auto era blindata. La macchina di scorta apparteneva al commissariato di Sant’Agata di Militello. A sparare contro i banditi, anche lui senza successo, è stato il dirigente Daniele Manganaro. Accanto all’auto, dopo, sono anche state trovate tre bombe molotov inesplose. Raggiunto dai giornalisti, Antoci ha detto: «Sono certo di chi siano i mandanti. Sono i mafiosi dei Nebrodi, ma anche la ’ndrangheta, perché il protocollo che abbiamo messo in atto qui in Sicilia sarà applicato anche in Calabria. Il Consiglio regionale ha già deciso di approvarlo. So chi mi vuole morto».
• Che cos’è il «protocollo»... ehm... con quel che segue?
Il Parco dei Nebrodi ha dei meravigliosi terreni da destinare al pascolo. Se tu ti affitti uno di questi terreni, e dichiari che li vuoi destinare a pascolo, ti arriva un sostanzioso contributo dall’Unione europea. Se tu affitti i terreni, chiedi i contributi e fai solo finta di destinare i terreni al pascolo - corrompendo qualche ispettore, falsificando la documentazione, eccetera -, incassi un bel po’ di soldi senza fatica. Si tratta di cifre importanti: in media, per ogni mille ettari, da Bruxelles ti arrivano 550 mila euro l’anno. Solo a Troina, comune di 10 mila abitanti in provincia di Enna, sono stati assegnati dalle amministrazioni precedenti, senza gara e senza avviso pubblico, 4.200 ettari in affitto. L’attuale sindaco di Troina, Sebastiano Venezia, dopo l’attentato ha detto: «Temo che la prossima vittima sarò io». L’anno scorso il Parco ha adottato un nuovo «protocollo», diciamo una procedura nuova. Il punto chiave è questo: che per ottenere i terreni in affitto dall’amministrazione comunale bisogna presentare la documentazione antimafia. Anche se i terreni sono piccoli. Si considerano «piccoli» terreni inferiori a un valore di 150 mila euro. In pratica: bisogna presentare la documentazione antimafia sempre. È bastato questo per far revocare 23 concessioni su 25. La scorsa settimana il Tar ha respinto tutti i ricorsi di quelli a cui le concessioni erano state negate. Tra Parco dei Nebrodi e Troina sono stati revocati terreni che ricevevano 2,5 milioni di contributi l’anno. Le minacce - lettere minatorie, eccetera - erano cominciate da un pezzo.
• Quindi qualcosa si muove. Quindi, forse, c’è una speranza.
Crocetta, il governatore, chiede l’invio dell’esercito nel Parco dei Nebrodi con «perquisizioni a tappeto nelle campagne come ai tempi del sequestro Moro e dei Vespri siciliani». Del resto, i nomi delle famiglie mafiose sono noti, li hanno scritti anche i giornali: i Bontempo Scavo, i Conti Taguali, i Santapaola. E i vari clan di Tortorici e di Cesarò.
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