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 2016  maggio 19 Giovedì calendario

ALLE RADICI DI ULISSI

Il corridore è come la luna. Ha una faccia visibile e luminosa e un’altra faccia nascosta e buia. In corsa Ulissi è un felino, in linea col leopardo rampante, che è nello stemma di questa città. Rapido e micidiale. Ma com’è sotto la tenda? Ecco l’Ulissi segreto, raccontato da mamma Donatella, 51 anni, e da papà Mauro, 55. «Siamo raggianti per questo nuovo successo. Siamo andati a caricarlo. Prima io con gli amici nel giorno di riposo, poi, a Campi Bisenzio, Arianna con la figlioletta Lia», esclama papà Mauro. «Siamo una famiglia molto unita», aggiunge mamma Donatella. «Queste sono le sue vittorie!», esclama papà Mauro. «Sta pedalando molto bene dall’inizio della stagione«. E mamma Donatella aggiunge: «Sono state provvidenziali, perché Diego aveva avuto un grande dolore appena prima del Giro: il 3 maggio gli è morta nonna Solidea, la nonna paterna. Lo aveva seguito lei dall’età di sei mesi, quando io andavo a lavorare. Le era molto legato, ma ha saputo reagire».
«Diego è un uomo ormai. È maturato. Non si è fatto fermare dalle difficoltà: la squalifica, la perdita della seconda bimba», gli fa eco papà Mauro. «Era appena tornato dal Canada, l’anno scorso a settembre, che Arianna, al terzo mese, è andata all’ospedale e le hanno detto che la bimba era morta. Diego era davvero molto giù. Abbiamo parlato insieme per provare a tirarlo su. Anche la piccola Lia lo ha aiutato. Diego è un papà affettuoso. Ha una famiglia molto bella», racconta mamma Donatella. Lia ha tre anni e mezzo e si apre alla vita. «Va già in bicicletta. Anzi, ha la bici con le ruotine e anche la draisienne di legno che spinge con i piedi», racconta papà Mauro. «Diego gioca con lei, la controlla mentre pedala, la porta ai giardini, le insegna a guardare i libri per bambini», aggiunge poi mamma Donatella. «C’è grande sintonia».
Una frattura, però, c’è. «Il tifo ci divide. Ferocemente. Noi siamo tutti juventini. Arianna, con la sua famiglia, invece, è della Fiorentina. Non arriviamo alla baruffa. Ma ci sfottiamo. Battibecchi da tifosi», confida mamma Donatella. «La passione per la Juventus gliel’ho trasmessa io», racconta papà Mauro. «Diego se può va alla partita. Ha una collezione di maglie e di poster...».
Che hobby ha? «La play-station soprattutto: specialmente gioca a calcio. Ama il mare. Gli piace pescare, al mare o sul fiume, ma è, come me, un pescatore mediocre», racconta papà Mauro. Il suo soprannome? «Da ragazzo Eurostar». Com’era a scuola? «Zoppicava. Però alla fine veniva promosso», confida mamma Donatella. E legge ancora? «Ha una bella raccolta di libri. Soprattutto di sport e di ciclismo», dichiara papà Mauro. Conosce l’arte? «Il suo quadro favorito è “L’urlo” di Munch. Forse perché è in linea con il suo carattere: si tiene le cose dentro e poi esplode».
Le sue virtù? «È una persona schietta. Ama chi gli vuole bene. Ed è molto attaccato alla famiglia», dice papà Mauro. E i difetti? «Quello più grande che ha è che non crede fino in fondo alle proprie potenzialità». Per mamma Donatella invece, come è forse normale che sia, «Diego di difetti non ne ha». Ma non è nemmeno goloso? «È un mangiatore: fa onore alla mia cucina. È ghiotto degli spaghetti alle vongole veraci». E con i dolci? «La torta alla campigliese lo fa felice».
Papà è il suo allenatore. «L’ho portato al professionismo, l’ho sempre seguito io. Ho fatto il lavoro sporco: i lavori dietro moto, le ripetute...». «Al Giro era partito puntando alle tappe. Oggi è nei dieci in classifica. Il morale è alto. Tutto è possibile». Papà Mauro confida: «Rio è il suo sogno. Su quel percorso potrebbe tenere le ruote dei migliori e poi giocarsela. Oppure potrebbe fare da spalla».