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 2016  maggio 19 Giovedì calendario

Hai mai fumato una canna? Lo strano dibattito dei candidati a sindaco di Roma

La campagna elettorale romana, giorno dopo giorno, comincia a diventare stupefacente (in tutti i sensi).
Mentre la città agonizza strangolata dal traffico, sporca come mai nell’ultimo secolo, insicura e ancora stordita dalle tremende vicende di Mafia Capitale, i candidati alla poltrona di sindaco a quale tema sembrano essersi appassionati?
Allo spinello (detto anche canna, o cannone).
Ne parlano sempre.
Una vera ossessione.
I romani assistono increduli a un dibattito da anni Settanta. Fumi? Ti piace fumare? Ti rilassa? Ti eccita? Ti senti meglio? Ti viene il mal di testa?
Giorgia Meloni, disgustata, giura: «Mai provato. Non mi piace la droga. Non ne ho mai fumata per anticonformismo. Quand’ero giovane, fumavano tutti» (anche Gianfranco Fini. Lui raccontò di aver dato un paio di boccate in Giamaica – già, Fini in Giamaica: «Sono rimasto rimbecillito per due giorni»).
Roberto Giachetti, ex radicale con solida cultura antiproibizionista, l’altra sera, a Matrix, su Canale 5, a domanda precisa, ha messo su un bel sorriso diplomatico: «Non so quante persone della mia età, da ragazzi, abbiano fumato: credo tante» (una volta, con un giornalista di Libero, fu più preciso: «Non è che compro il fumo e mi faccio le canne da solo in casa. Me le faccio soltanto nelle occasioni speciali»).
Una certa curiosità per la grillina Virginia Raggi, e per il suo prolungato silenzio sull’argomento. Poi, finalmente, anche lei ha confessato: «Beh, sì: ho fatto un tentativo… ma non mi è piaciuto» (che poi, pur volendo: se fai il praticantato nello studio legale di Cesare Previti, una canna dove te la spari, al bagno di nascosto?).
Sull’argomento Alfio Marchini s’è infilato in un pasticcio che la metà bastava. Prima, riferendo il parere di una neurologa, ha spiegato severo che suo figlio si sarebbe ripreso dal coma «solo grazie all’astinenza da cannabis». Poi, smentito seccamente dalla stessa neurologa, l’ha buttata sul ridere: «Vabbé: allora fumatevi un buon sigaro» (che, notoriamente, fa invece bene alla salute).
Tacciono il candidato comunista Stefano Fassina e il camerata Simone Di Stefano (del resto, neanche a chiederglielo a Di Stefano: sarebbe come chiedere a un vegano se mangia il capriolo con la polenta). Comunque la faccenda, a giorni alterni, finisce regolarmente sulle pagine dei giornali e dentro le interviste dei tigì. Un tormentone assoluto e di scarso interesse – devono rimettere in piedi Roma, non governare gli Stati Uniti – che ha però contagiato pure il candidato sindaco del Pd a Milano, Giuseppe Sala. Alla radio, a Un giorno da pecora, ha ammesso: «Sì, anch’io, uno spinello. Ma uno solo: a 14 anni…». Poi, vabbé, quegli adorabili mascalzoni l’hanno convinto a cantare Bandiera rossa, perché nella vita, almeno una volta, bisogna comunque provare tutto.
E non è nemmeno detto.
Anni fa chiesero a Clemente Mastella. Lei, onorevole, si è mai fatto una canna? E lui: «Sono arrivato vergine al matrimonio, figuriamoci se mi drogavo» (roba da Prima Repubblica, d’accordo: ma sul piano dell’ironia, francamente, di un’altra categoria ).