Corriere.it 19/5/2016, 19 maggio 2016
FRASI DI MARCO PANNELLA
• «Se so che ho una cosa grave e so che esiste, non mi preoccupo, me ne occupo».
• «Sono abruzzese, molto abruzzese. Una razza di lupi, di orsi. Però abbiamo anche il mare. Dove sono nato a Teramo, credo sia esattamente fra il Gran Sasso, la punta del Gran Sasso e il mare, Giulianova».
• «Ma io sono un cornuto divorzista, un assassino abortista, un infame traditore della patria con gli obiettori, un drogato, un perverso pasoliniano, un mezzo-ebreo mezzo-fascista, un liberalborghese esibizionista, un nonviolento impotente. Faccio politica sui marciapiedi».
• «Io amo gli obiettori, i fuori-legge del matrimonio, i capelloni sottoproletari amfetaminizzati, i cecoslovacchi della primavera, i nonviolenti, i libertari, i veri credenti, le femministe, gli omosessuali, i borghesi come me, la gente con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione».
• «Credo alla parola che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, al lavoro, quando si vuol essere onesti ed esser davvero capiti, più che ai saggi o alle invettive, ai testi più o meno sacri e alle ideologie».
• «Noi siamo diventati radicali perché ritenevamo di avere delle insuperabili solitudini e diversità rispetto alla gente, e quindi una sete alternativa profonda, più dura, più “radicale” di altri».
• «Non credo nelle ideologie chiuse, da scartare e usare come un pacco che si ritira nell’ufficio postale. L’ideologia te la fai tu, con quello che ti capita, anche a caso. Io posso essermela fatta anche sul catechismo che mi facevano imparare a scuola, e che per forza di cose poneva dei problemi, per forza di cose io ero portato a contestare».
• «La Lucania è come la Libia. Ricca di petrolio e povertà».
• «Gli israeliani sono gli unici che nel Medio Oriente pratichino la democrazia e rispettino in condizioni di normalità le libertà civili. Io non vorrò mai consegnare i palestinesi all’Olp, così come abbiano consegnato i cambogiani a Pol Pot e i vietnamiti agli eredi di Ho Chi-Minh».
• «Credo sopra ogni altra cosa al dialogo, e non solo a quello “spirituale”: alle carezze, agli amplessi, alla conoscenza, come a fatti non necessariamente d’evasione o individualistici – e tanto più “privati” mi appaiono, tanto più pubblici e politici, quali sono, m’ingegno che siano riconosciuti… Non credo al potere, e ripudio perfino la fantasia se minaccia d’occuparlo… Non credo al fucile: ci sono troppe splendide cose che potremmo/potremo fare anche con il “nemico”, per pensare a eliminarlo».
• «A noi la storia importa molto. Nella storia incontri tutti, mentre nel presente incontri solo chi ti pare e se sei al potere solo chi ti fa comodo».
• «Quando digiuno, prendo tre cappuccini al giorno oppure un pacchetto di patatine. Se non bevo, trecento grammi di ciliegie o di susine. Quando non digiuno le mie porzioni sono abbondanti. Mai meno di 250 grammi di pasta. Vogliono metterci paura su tutto: paura di mangiare, di fumare, di scopare. Il corpo, invece, più viene sollecitato e più si rafforza. Se ti moderi ti indebolisci e ti ammali più facilmente».
• «Qualcuno mi ha chiesto quale sarebbe il primo provvedimento che prenderei se fossi eletto democraticamente “presidente”. Ebbene il primo provvedimento che prenderei sarebbe quello di dimettermi, perché se il paese mi eleggesse democraticamente vorrebbe dire che non ha più bisogno di me».
• «Amo speranze antiche, come la donna e l’uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica».
• «Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo; contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se “rivoluzionario”».
• «Il pacifismo è la peste del nuovo secolo. Una volta si veniva chiamati a sfilare in nome della Patria, ora in nome della Pace. Sono in buona fede, per la carità, ma lo erano anche i Figli della Lupa».