Saverio Raimondo , Linus 5/2016, 19 maggio 2016
IL NUOVO ABBECEDARIO PER LA NAZIONE
Dati i recenti dati sull’analfabetismo di ritorno nel nostro Paese (il 71% degli italiani è al di sotto del livello minimo di lettura e comprensione di un testo scritto di media difficoltà e non possiede gli strumenti linguistici per padroneggiare e interpretare la lingua italiana – il che significa che il 71% degli italiani non ha capito questa frase), la casa editrice Carta Canta presenta al Salone del Libro di Torino “Il Nuovo Abbecedario – Il maestro Manzi è morto, Umberto Eco è morto, ma anche voi mica state tanto bene”, destinato per l’appunto a tutti quegli analfabeti che non sanno più né leggere né scrivere in italiano.
Ne pubblichiamo qui alcuni estratti – a caso.
Attenzione: il carattere dei brani seguenti è più grosso perché destinato ad un pubblico di deficienti non abituati a leggere.
A Questa è una A.
Si legge “a”, si pronuncia “a”.
A=a, semplicemente una è maiuscola mentre l’altra è minuscola. Facile. Vi prego non blocchiamoci già su questo punto ANDIAMO AVANTI!
Per una corretta pronuncia della A: tenete la bocca come ce l’avete sempre, cioè semiaperta (magari però asciugatevi gli angoli), e fate uscire aria dalla bocca fino ad emettere un suono. Ecco, quello è il suono della A.
Se non esce alcun suono, ma alitate solo, fate pressione sul diaframma e provate a spingere. Se vi cagate addosso, quello non era il diaframma, e il suono prodotto non è quello della A.
Parole di uso comune fra gli analfabeti e contenenti la A: -Ah! (stupore)
-Ah... (rassegnazione)
-Ahhh... (sospiro)
-Ah-ah (comprensione; livello massimo di comprensione per un analfabeta)
-Ahahah! (risata)
-Ahia!!! (dolore)
-Ah...!Ah...!!Ah...!!!... (orgasmo)
-Ahia!!!... Ah...! Ah...!! Ah...!!!... (sesso anale)
-Ah...! Ah...!! Ah...!!!... AHIA!!! (non so cosa avete combinato, ma avete rovinato tutto)
H Si legge “acca”, ma non si pronuncia. La H è muta. Nel senso smettetela di ridere SCEMI! cosa c’è da ridere?! la H non è muta nel senso di handicappata, siete voi che siete dei ritardati!!! nel senso che non si pronuncia.
Quando vi imbattete in una H come iniziale di parola, per esempio nel caso di “handicappato”, si legge “andicappato”: la H non si pronuncia, non ha suono; è muta, appunto. Ma non occorre che ogni volta che leggendo vi trovate di fronte ad una H vi mettiate una mano davanti alla bocca e così tappati proviate a dire “acca” emettendo un verso soffocato salvo voi non siate degli handicappati SCEMI!!; semplicemente, è come se non ci fosse.
ATTENZIONE PERÒ: se la H è inserita all’interno di una parola e segue le lettere C o G, come “ghiaia” o “chiesa” o “chemio” la H cambia il suono della C e della G, rendendo la loro pronuncia “dura”. In caso contrario, i viali sarebbero coperti di “giaia” (sembra “gioia” detto da una ragazzina annoiata di Roma Nord), le vecchie la domenica andrebbero in “ciesa” (e forse già dicono così in qualche paese sperduto sull’Appennino) e il cancro si curerebbe con la “cemio” (probabilmente non si guarirebbe affatto e si morirebbe dopo solo qualche mese, ma con molti più capelli). Inoltre, la H prima della A o della O, cioè HA e HO, sono voci del verbo avere.
Notare le differenze:
- Ah ah ah (risata) / Ha Ha Ha (balbuziente che cerca di dire che cos’ha una terza persona singolare).
- Oh Oh Oh (risata di Babbo Natale) / Ho Ho Ho (il balbuziente di prima, che stavolta cerca di dire che cos’ha lui).
X Questa NON è la vostra firma. Questa è una lettera dell’alfabeto, la X. Si legge “ics” e si pronuncia “cs”. Smettetela di firmarvi così, ANALFABETI DEL CAZZO!!! Al massimo la X può essere la vostra iniziale, ammesso che voi vi chiamiate Xavier, o Xena, o Xilofono!! Se vi firmate X vuol dire che vi chiamate X, ma nessuno al mondo si chiama... Ah, vi chiamate X? Di nome? All’anagrafe, proprio?...
Scusate.