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 2016  marzo 27 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

La guerra in Siria e i fatti di Bruxelles ci hanno impedito di raccontare un evento primario, e cioè la conquista di Telecom da parte del francese brettone Vincent Bolloré e il possibile, anzi probabile, accordo con Berlusconi per l’acquisto, in tutto o in parte, di Mediaset, mossa che libererebbe tra l’altro l’ex Cav del conflitto di interessi e del pericolo che i figli non sappiano gestire a dovere l’impero del padre. Parlano abbastanza chiaro, in questo senso, le vicende del Milan, mai così in difficoltà come da quando è apparsa Barbara, le vicende di Mediaset Premium, in crisi per il prezzo spropositato a cui Piersilvio ha comprato la Champions, e in definitiva anche la vicenda Mondadori, i cui giornali, nell’epoca di Marina, non hanno fatto che declinare o chiudere.

E questo Bolloré comprerebbe tutto?
Non si sa. Lo si immagina, lo si intuisce, qualche bene informato lo racconta e addirittura lo scrive. Berlusconi, naturalmente, ridimensiona o casca dalle nuvole o nega. E Bolloré non parla in genere con i giornalisti.  

Ma chi è?
Un riccone, naturalmente. Vincent Bolloré, sessantacinque anni tra una settimana, e sei virgola nove miliardi di patrimonio personale. Presidente di Vivendi, «società francese attiva nel campo dei media e delle comunicazioni, precisamente nell’industria della musica, della televisione e del cinema» (wikipedia) di cui possiede il 15,6% e che ha in cassa 8 miliardi da investire nel Sud Europa. Stiamo parlando, tra l’altro, di Canal+ e di Universal, i due marchi più importanti. Poi il nostro uomo ha forti interessi in Africa, gestisce i porti di Congo, Nigeria, Mozambico, specialmente dove ci sono i terminal del petrolio, gode di concessioni stradali e ferroviarie in Costa d’Avorio e Burkina Faso, possiede piantagioni di palme per la produzione di olio e di alberi della gomma in Liberia, Camerun, Nigeria. Sta costruendo un porto in India, ha altre piantagioni in Indonesia. L’insieme dei suoi interessi vale 11 miliardi di fatturato e 600 milioni di utili. Energia, agroalimentare, trasporti, logistica, a cui da poco si sono aggiunti intrattenimento, media, telecomunicazioni. Siccome sono sulla breccia anche i figli, possiamo dire che i Bolloré fanno soldi da sette generazioni. Cominciò un René-Guillaume nel 1822 con una cartiera ad acqua a Quimpier in Bretagna. Il padre e gli zii di Vincent erano ancora produttori di carta sottile per sigarette. Vincent li scalò facendosi prestare i soldi da un Rothschild (Edmond). Credo che sia un caso unico nella storia, il figlio che scala il padre. Aveva 23 anni.  

E come è arrivato a Telecom?
Nell’estate del 2014 Vivendi ha venduto agli spagnoli di Telefónica una sua società, la brasiliana Gvt. Telefónica pagò con azioni Telecom. Così Bolloré si ritrovò con un 8% della nostra società telefonica. Ha poi passato gli ultimi due anni a comprare, fino ad arrivare al 24,9%. Con il 25%, a causa di una riforma varata da Renzi, si è obbligati a lanciare un’Opa, cioè un’offerta di pubblico acquisto, in pratica, schematizzando, si è costretti a comprare tutta la società. Su questo punto, come può immaginare, le polemiche sono infinite, perché i piccoli azionisti non hanno minimamente goduto degli aumenti di prezzo provocati da questa scalata, a meno che non abbiano avuto l’accortezza di vendere mentre Bolloré comprava. Ma in ogni caso: il nostro uomo adesso, con un quarto del capitale, è padrone dell’azienda. E ha anche un 8 per cento in Mediobanca, nel cui cda ha fatto sedere la figlia Marie, 28 anni. C’è una foto in cui si vedono padre e figlia, lui ha la giacca spiegazzata e dal taschino sinistro gli escono delle carte. Come un ragioniere qualsiasi.

Quindi, per un pezzetto, è anche uno dei nostri padroni, perché Mediobanca ha una partecipazione in Rcs.
In ogni caso, è evidente che Bolloré punta in questo momento a conquistare i media e le telecomunicazioni. È soprattutto Berlusconi ad avere bisogno di Bolloré. Oltre ai conti dubbi di Mediaset Premium, Berlusconi ha bisogno di allargare la sua rete di torri, quelle che diffondono il segnale sul territorio. La fusione , con le torri di Telecom sarebbe ideale. Ricorderà l’offerta irricevibile (e incomprensibile) che Mediaset mise sul tavolo a suo tempo per le torri Rai.

E Bolloré verrebbe incontro a Berlusconi?
C’è da mettere insieme una massa di contenuti che Mediaset possiede e che unita ai contenuti di Vivendi potrebbero far muro contro gli attacchi di Sky e della neo-arrivata Netflix. Per il momento Bolloré ha fatto dimettere l’ex amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano. Dovrebbe tutto diventare più chiaro con la nomina del successore. Il nome che gira con maggiore insistenza è quello di Flavio Cattaneo, famoso per essere il marito della Ferilli, e che fu già ottimo direttore generale della Rai. Adesso sta in Ntv, cioè Italo, i treni di Della Valle e Montezemolo. (leggi)

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