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 2016  marzo 27 Domenica calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 83

(Maria Antonietta, il tragico destino di una regina, ed. Res Gestae)

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REGINA A 18 ANNI –
Memorandum. «Comincerai ogni giornata recitando le tue preghiere e dedicando qualche minuto a letture di devozione. [...]. Non leggere libro alcuno, nemmeno opuscolo, senza l’approvazione del tuo confessore [...]» (il memorandum preparato da Maria Teresa per la figlia Maria Antonietta in partenza per la Francia).
Lotteria. Luigi XVI, figlio dell’ex Delfino di Francia, nipote di Luigi XV, crebbe convinto di valere meno degli altri. Un giorno, giocando alla «lotteria», un gioco nel quale il vincitore doveva offrire un premio alle persone che più amava, i suoi fratelli, che per lo più vincevano, trovarono subito le persone che preferivano; invece, quando venne il suo turno, Luigi Augusto si mise il premio in tasca. «Ma come non lo offrite a nessuno?». «Ma signore – rispose il ragazzo che aveva solo sei anni – come posso amare qualcuno qui dove vedo che nessuno mi ama!».
Madame. «Incontro con Madame la Delfina» (l’unica annotazione sul diario di Luigi XVI il giorno in cui conobbe Maria Antonietta).
Luigi XIV. Alla sua morte, Luigi XIV aveva lasciato 78 milioni di deficit, 2 miliardi di debito pubblico, tasse applicate solo alle classi più povere (aristocrazia e clero ne erano esenti).
Luigi XV. «Louis a rempli sa carrière/Et fini ses tristes destins/Tremblez voleurs, fuyez putains/Vous avez perdu votre père» (i versi che circolavano tra il popolo in occasione della morte di Luigi XV).
Età. Età di Luigi XVI al momento dell’incoronazione: 19 anni. Di Maria Antonietta: 18 anni.
Polignac. Madame de Polignac, favorita della regina, costò allo Stato, tra famiglia e amici, mezzo milione di franchi l’anno.
Penna. «Io non ho lo scettro ma dispongo di una penna» (Voltaire, cacciato dalla Francia).
Felicità. «Cerchi di renderti necessaria a lui, sacrifichi per lui i tuoi propri piaceri, taci a proposito delle sue manchevolezze e dei suoi errori, non permetti assolutamente ad altri di commentarli? Ti comporti con la dignità che si addice al tuo rango o piuttosto non lasci solo il re a Versailles, notte dopo notte, mentre a Parigi vieni a contatto con gente di tutte le specie? [...] In verità io tremo per la tua felicità, perché alla lunga le cose non potranno continuare così. La rivoluzione sarà una rivoluzione crudele, e forse proprio opera tua» (Giuseppe II, fratello di Maria Antonietta, imperatore d’Austria, dopo essere rimasto due mesi alla corte di Francia in visita alla sorella).
Bagatelle. Il castello di Bagatelle («nonnulla», «bagatella»), fatto costruire dal conte di Artois, fratello del re, in sole sei settimane per via di una scommessa da centomila franchi con Maria Antonietta: novecento uomini lavorarono giorno e notte per riuscirvi.
Autrichenne. L’Autrichenne, l’austriaca, così i francesi chiamavano con disprezzo Maria Antonietta. Il popolo non dimenticò mai che durante la guerra con la Prussia, a Giuseppe era stato dato un aiuto in denaro di quindici milioni di livres mentre il popolo moriva di fame.
Libelli. Titoli dei libelli che circolavano sul conto di Maria Antonietta: «L’Aurora si leva», «Gli amori della nostra regina», «La civetta e il marito impotente», «I saggi sulla vita di Maria Antonietta». In questi scritti le venivano attribuiti dozzine di amanti ed era chiamata Messalina o Fredegonda.
Rivoluzione. La notte del 14 luglio 1789 Luigi XVI se ne era andato tranquillamente a letto, e stava russando quando il duca de La Rochefoucauld-Liancourt irruppe nella camera gridando: «Hanno preso la Bastiglia. Il governatore è stato assassinato, e la marmaglia ne porta la testa mozza in giro per la città!». Il re si svegliò. «Ma – balbettò – è una rivolta?». «No, sire, è la Rivoluzione».
Marcia. La marcia su Versailles, il 5 ottobre del 1789: seimila donne armate si misero in cammino verso il palazzo reale. Molte, come si appurò più tardi, erano uomini in abito da donna, vestiti di bianco e con le tasche piene d’oro.
Palle. «Immaginatevi delle palle da biliardo unte d’olio, che invano cercate di tenere insieme» (Mirabeau su Luigi XVI).
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 27/3/2016