Luca Cifoni, Il Messaggero 27/3/2016, 27 marzo 2016
CONTI E CARTE DI CREDITO, VIA ALLA SUPER BANCA-DATI
ROMA Il grande esodo dei dati terminerà a fine mese. Per quella data, giovedì 31 marzo, banche Poste e altri operatori finanziari dovranno aver concluso la trasmissione al fisco delle informazioni relative al 2015, che riguardano oltre un miliardo tra conti correnti, conti di deposito, carte di credito ed altre tipologie di rapporti con il cliente, oltre alle operazioni occasionali allo sportello. A quel punto l’Agenzia delle Entrate potrà usare questo sterminato database (l’archivio dei rapporti finanziari all’interno dell’Anagrafe tributaria, già alimentato per gli anni precedenti) nell’azione di contrasto all’evasione fiscale; sempre che siano superati i problemi posti dal Garante della Privacy (vedi servizio in basso, ndr.), alle cui osservazioni la struttura guidata da Rossella Orlandi ha comunque fornito una risposta.
LA STRATEGIA
L’esistenza di questo archivio non è una novità, ma negli ultimi anni sono state poste le premesse per un suo uso più incisivo, che però finora di fatto non c’è stato: in particolare con il famoso decreto salva-Italia varato a fine 2011 è stato stabilito di aggiungere alla usuale comunicazione mensile all’anagrafe anche una comunicazione riassuntiva annuale (quella che ora viene appunto inviata per l’anno scorso). L’obiettivo era affiancare all’utilizzo più tradizionale del database, ovvero la verifica dell’esistenza di conti e rapporti finanziari in relazione a contribuenti già oggetto di indagine fiscale, una strategia a più ampio raggio che procede in un certo senso al contrario e punta a sfruttare la gigantesca mole di dati disponibili per individuare sospetti evasori.
GLI OBIETTIVI
In un primo momento si pensava di raggiungere lo scopo mettendo a punto, tramite un apposito software, “liste selettive” di soggetti i cui dati richiamassero l’attenzione per eventuali anomalie. Con la legge di Stabilità per il 2015 è stato invece aggiustato il tiro: si dice più genericamente che l’Agenzia delle Entrate utilizzerà le informazioni «per le analisi del rischio di evasione». Una formulazione piuttosto ampia, che però si connette con le attuali linee guida che l’amministrazione finanziaria sta seguendo: ovvero concentrare le verifiche sui soggetti più rischiosi ed allo stesso tempo favorire l’adesione spontanea dei contribuenti, mettendoli al corrente delle informazioni in proprio possesso prima di iniziare un accertamento vero e proprio.
Ma quali sono nello specifico i dati inviati da banche e intermediari finanziari? Sostanzialmente nelle comunicazioni annuali si trovano il saldo iniziale del conto corrente, quello finale, i movimenti dare e avere e la giacenza media. Sono tutte informazioni potenzialmente interessanti, che possono essere messe a confronto con altre informazioni a disposizione del fisco o con quelle che risultano dalle dichiarazioni dei contribuenti.
LA GIACENZA MEDIA
Ma l’ultimo elemento, quello della giacenza media, è collegato con un altro utilizzo dell’archivio, esplicitamente indicato nella legge accanto al contrasto all’evasione in senso stretto. Si tratta dei controlli sulle prestazioni sociali e assistenziali che vengono erogate in base all’Isee, ovvero l’indicatore di situazione economica equivalente: accesso a mense scolastiche, rette agevolate per asili e università, sussidi alle famiglie e così via. Il meccanismo dell’Isee è stato rivisto; la nuova versione introdotta nel 2014 dà più spazio alla componente patrimoniale, immobiliare e no, e lo strumento è diventato indubbiamente più selettivo. Tra le altre informazioni da fornire c’è infatti proprio la giacenza media dei conti correnti bancari: con le informazioni dell’Archivio dei rapporti il fisco potrà effettuare «il controllo sulla veridicità» dei dati dichiarati dai cittadini.