SAL. GAR., Libero 27/3/2016, 27 marzo 2016
LITIGA COL FIDANZATO E LO AMMAZZA CON UNA KATANA
Il pavimento del salotto era completamente macchiato di sangue, attorno asciugamani per tentare di tamponare la ferita all’arteria femorale poco sopra il ginocchio. Abbandonata nella sala c’era una piccola katana di 30 centimetri, una spada affilatissima con cui è stato inferto il colpo letale che ha ucciso il 40enne Mauro Sorboli. Per quell’unico fatale colpo è stata arrestata Valentina Aguzzi, 44 anni, web designer impiegata in una casa discografica di Milano. Quando la polizia è arrivata in via Carcano (a Milano) era ancora nell’appartamento che da un anno condivideva col suo compagno appena morto. Agli agenti ha raccontato di aver avuto una lite e di avergli lanciato contro la spada che, dopo una incredibile traiettoria, avrebbe reciso l’arteria. Versione che non convince gli investigatori, impegnati in un lungo interrogatorio per tentare di ricostruire la dinamica.
La lite sarebbe avvenuta attorno alle 15. A detta di Aguzzi, i due avrebbero iniziato a discutere per motivi futili, nulla che potesse scatenare una follia alla Kill Bill. In breve, però, la lite verbale sarebbe degenerata in un furioso alterco, la donna avrebbe minacciato di ferirsi ma di fronte al totale disinteresse del convivente e della sua intenzione di continuare lo scontro, avrebbe afferrato la spada dicendogli di non avvicinarsi. A questo punto il racconto si fa confuso, l’unica cosa certa è il colpo all’arteria e la morte di Sorboli per dissanguamento poco dopo il trasporto in ospedale. Troppo grave la ferita e troppo profonda secondo i primi accertamenti del medico legale, convinto che un taglio del genere possa essere inferto solo a distanza ravvicinata e non semplicemente lanciando la spada a caso. Sorboli era disoccupato, aveva precedenti per droga e resistenza a pubblico ufficiale. Sono noti problemi con l’alcol e i vicini raccontano che spesso sentivano urla provenire dall’appartamento. La via dell’omicidio ha un passato di sangue difficile da dimenticare: il 5 maggio 2003 Andrea Calderini uscì sul sul balcone di casa e sparò con una pistola, uccise due donne (tra cui la moglie) e ferì tre persone prima di suicidarsi.