
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Luttwak, politologo, giornalista e uomo della Casa Bianca nel mondo, consiglia di bombardare il quartiere belga di Molenbeek, azione più utile, secondo lui, di qualunque bombardamento in Siria. Però, mentre in Belgio viene arrestata parecchia gente e aumenta il numero dei latitanti con nome e cognome, in Siria l’Occidente si prende due soddisfazioni. Prima soddisfazione: Palmira è praticamente riconquistata, anche se mentre scriviamo è in corso una controffensiva dell’Isis. Seconda soddisfazione: il capo del Pentagono, Ash Carter, annuncia che con un’incursione aerea (droni) gli americani hanno ammazzato Abdel al Rahman Mustafa al-Qaduli, alias Hajji Imam, uno dei numeri due di al Baghdadi, ministro delle Finanze dello Stato islamico, cioè era quello che sapeva vendere petrolio e pezzi archeologici, incassare i soldi dei sequestri e commerciare in schiave sui mercati d’Oriente. Secondo Ash, con questa morte lo Stato Islamico avrà minori capacità di autofinanziarsi. In altri termini, mentre non possiamo liberarci dalla paura per quel che accade in Europa, dobbiamo forse guardare con un filo di ottimismo a quel che succede sul terreno. Fatti salvi, purtroppo, gli eventuali sviluppi della situazione in Libia.
• Che cosa sono gli arrestati in Belgio?
Parecchi arrestati, con un’accelerazione forse dovuta alla brutta fama che si sono fatte le forze dell’ordine di lassù (e i loro capi, politici e no). Uno di questi arrestati è stato sorpreso in Francia, ad Argenteuil. Il più importante degli arrestati in Belgio è stato preso a una fermata d’autobus del quartiere di Schaerbeek, l’altra enclave islamica della capitale. I poliziotti gli hanno intimato di farsi arrestare, quello ha tentato di scappare, gli sono saltati addosso. Due elementi di forte preoccupazione: aveva con sé una bambina, che forse è la figlia, e indossava uno zaino. Subito si è pensato che lo zaino contenesse esplosivo, è stato messo in azione un robot-artificiere e s’è visto che lo zaino non conteneva niente di speciale. Certe agenzie dicono che l’uomo aveva indosso un giubbotto esplosivo, ma altre tacciono questo particolare. Gli inquirenti assicurano che si tratta di un pesce grosso, e sulle prime si era ipotizzato che fosse Mohamed Abrini, super-ricercato per la strage di Parigi. Ma non si tratta di Abrini.
• E quello di Argenteuil
Si tratta del secondo arresto di peso. L’uomo si chiama Reda Kriket, stava preparando un attentato («era in fase avanzata»), era già stato condannato contumace in Belgio insieme ad Abdelhamid Abaaoud, la mente degli attentati di Parigi. A casa sua è stato ritrovato un arsenale impressionate: esplosivo TATP, kalashnikov e armi varie. Il TATP è lo stesso tipo di esplosivo artigianale utilizzato negli attentati del 13 novembre allo Stade de France e a Saint-Denis. Kriket, che ha un passato da criminale comune, avrebbe fatto anche da reclutatore, arruolati e accompagnati da lui sarebbero finiti in Siria una trentina di uomini votati al jihad e al martirio. Uno di questi sarebbe proprio Abaaoud.
• Si sa qualcosa delle vittime? Si sa qualcosa dell’italiana Patricia?
I morti sono 32. Ci sono più di sessanta feriti gravi. Patricia Rizzo, 48 anni, funzionaria dell’Ercea, è morta in metro, mentre andava al lavoro. La conferma ufficiale è venuta dal cugino, Massimo Leonora. Su Facebook ha scritto: «Purtroppo Patricia non è più con noi». Le nazionalità coinvolte nel massacro del 22 sono quaranta. La prima a essere identificata, subito dopo gli attacchi, è stata la peruviana Adelma Tapia Ruiz, che si trovava all’aeroporto di Zaventem con il marito e le sue gemelline di 4 anni. Marito e figlie sono in ospedale e non corrono pericolo di vita. Tra i corpi nel metro c’era quello del belga Olivier Delespesse, 45 anni, che stava andando al lavoro. Vicino a lui era seduto David Dixon, 53 anni, inglese, che viveva in Belgio da dieci anni. Stava andando al lavoro anche lui. La sua compagna lo ha fatto cercare per tutta la capitale belga, coinvolgendo amici e colleghi. Ieri il Foreign Office, il ministero degli Esteri britannico, ha confermato che David non c’è più. L’uomo ha lasciato anche un figlio di sette anni. Tra le vittime ci sono almeno due cittadini americani.
• Kerry è andato a Bruxelles.
Sì, ha adattato la celebre frase di Kennedy e ha detto: «Je suis Bruxellois». Ha tenuto una conferenza stampa assieme al premier Charles Michel: «Non ci faremo intimidire, non ci fermeremo fino a quando non avremo eliminato l’ideologia dell’Isis da questo mondo». Michel ha confermato l’invio di F16 belgi in Medio Oriente per bombardare lo stato islamico.
• Qualcuno s’è dimesso per gli enormi buchi nella sicurezza belga?
S’è anche saputo che (forse) un poliziotto ha avvertito Saleh e i suoi amici prima del blitz della polizia a Forest. Certo su quelle inefficienze, dimenticanze e sviste, ci sarà molto da capire. I ministri dell’Interno e della Giustizia si sono dimessi, ma Michel ha respinto le dimissioni.
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