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 2016  marzo 26 Sabato calendario

UNA POSITIVITÀ A UNDICI SOSTANZE L’INCREDIBILE RECORD DEL DOPING

A furia di doparsi, aveva cominciato a crescergli il seno. Come nelle storie più oscure della Germania Est. Un bestione barbuto come lui. No, doveva fare qualcosa prima che se ne accorgessero i compagni. A 10 anabolizzanti ha deciso di aggiungere ancora una sostanza proibita: per ridurre l’ingrossamento della ghiandola mammaria. Davide Vasta, siciliano di 24 anni, terza linea centro coi dilettanti dell’Amatori Catania, serie B poule promozione, adesso non fa che piangere come un bimbo. Chiede scusa, ma è troppo tardi. «L’ho fatto un anno fa, avevo smesso da alcuni mesi di giocare a rugby e volevo partecipare ad una gara di body-building: non sapevo fosse roba vietata, giuro. E poi credevo di avere smaltito tutto». Invece ai primi di marzo l’hanno sottoposto ad un accertamento anti-doping al termine della partita col Civitavecchia.
Il ragazzo era finito da qualche tempo nel mirino della Commissione Controlli presieduta dall’ex pentathleta Daniela Masala. Aveva saltato un precedente test, due settimane prima, perché ricoverato all’improvviso in ospedale a causa di un fantomatico infortunio. La lista di veleni nel suo corpo è roba da record del mondo: testosterone, boldenone, drostanolone, mesterolone, stenbolone, norandrosterone e via di questo passo. La prima sezione del Tribunale Antidoping lo ha sospeso in via cautelare. Una storia di un anno fa? Il nandrolone è qualcosa che resta a distanza di mesi, gli altri prodotti di solito non lasciano più tracce dopo poche settimane. «Allenamenti di ipertrofia e potenziamento muscolare», aveva scritto tra le competenze del suo curriculum da personal trainer, postato su facebook giusto tre giorni prima del controllo delle urine. «Mi sembri Tyson», gli scrive un amico, commentando una sua foto tutta bicipiti e tatuaggi. Ma non aveva lasciato perdere il culturismo per tornare alla sana palla ovale? «È un cretino. Lo condanniamo, però non lo lasceremo solo», spiega Massimiliano Vinti, team manager del club catanese che in queste settimane si gioca il passaggio in A. «Davide lo scorso anno aveva cominciato ad ingrossare nel fisico in maniera sproporzionata. S’era messo a frequentare una palestra e delle persone sbagliate. Niente più rugby. Ma a settembre, quando è tornato da noi, per fortuna certe idee gli erano passate dalla testa. Fisicamente era più ‘normale’, anche se è sempre stato uno bello robusto. Un giocatore coi fiocchi, da ragazzo ce lo avevano richiesto anche l’Aquila e il Viadana». Numero 8 come Sergio Parisse, il capitano della Nazionale. «Ha sbagliato, non ci sono scuse». Vinti è preoccupato. «Davide è distrutto, ho pregato al padre di stargli vicino. Nell’ambiente lo stanno crocifiggendo tutti, ma questa storia non c’entra con il nostro sport e il nostro club, che è composto da ragazzi giovanissimi ed esemplari. Nonostante tutto lo aspettiamo: tornerà in squadra, quando questa brutta storia sarà finita». Però anche un altro giocatore dell’Amatori Catania, Alessio Scuderi, è rimasto positivo quel giorno. «Nandrolone? Quelli che gli hanno fatto credere di dargli delle ‘bombe’ l’hanno preso in giro».
MASSIMO CALANDRI, la Repubblica 26/3/2016