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 2014  novembre 25 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Come il lettore sa, domenica s’è votato per la Regione in Calabria e in Emilia. I risultati sono i seguenti. Calabria: ha vinto l’alleanza di centro-sinistra costruita intorno al Pd e al suo candidato Gerardo Mario Oliverio, che ha avuto il 61,40 per cento dei voti. Al centro-destra (Forza Italia - Casa delle libertà - Fratelli d’Italia) è andato il 23,60% dei voti. Il Movimento 5 Stelle ha raccolto il 4,96. Fino a questo momento la Regione era governata dal centro-destra. Emilia: ha vinto, con il 49,05, l’alleanza di centro-sinistra imperniata intorno al Pd e a Sel e al candidato del Partito democratico Stefano Bonaccini. Al centro-destra - un’alleanza tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia - è andato il 29,85 per cento. I grillini hanno ottenuto il 4%. La Regione era già governata dal centro-sinistra.

Lei la fa troppo facile e ho abbastanza notizie anch’io. Intanto l’affluenza alle urne è stata molto scarsa.
Sì, è clamoroso soprattutto il dato dell’Emilia: 37,7 per cento dei votanti, contro il 68,1% delle Regionali precedenti e il 70% delle Europee di appena sei mesi fa. Trenta punti in meno, e lo stesso Renzi, se si accredita dell’intero 41% dello scorso maggio, deve ammettere che la perdita di trenta punti non può non coincidere con una caduta della simpatia nei suoi confronti. Questo vuol dire che i 30 punti mancanti vanno attribuiti alla sua minoranza interna, e cioè che, almeno nella regione rossa per antonomasia, i bersaniani, i civatiani, i dalemiani godono di un pacchetto enorme di consensi, tale da poter mettere in seria difficoltà il segretario? Chi sostiene questa tesi fa notare che in Emilia la Cgil, forte di un’organizzazione territoriale ancora abbastana efficiente, ha remato contro, invitando i suoi a disertare le urne. Manovra resa possibile dalla sicurezza assoluta che il Pd avrebbe comunque vinto. E perciò: Il Pd di Renzi ha vinto, ma ha vinto, secondo questa tesi, anche la sua minoranza interna, che certo tenterà di riscuotere un qualche premio da questo risultato. Come si capisce anche dalle dichiarazioni di ieri.  

Le sembra un’interpretazione forzata?
Chi non crede a questa lettura fa notare che gli scandali hanno certamente tolto la voglia di andare a votare, che non c’erano contrapposizioni forti tra i partiti in gara - mancava cioè un Berlusconi capace di accendere gli animi di questi e di quelli - e infine che le democrazie occidentali hanno un’affluenza alle urne piuttosti bassa: il dato emiliano e quello calabrese, in questo senso, ci rendono più moderni. Anche ammettendo che l’astensione vada attribuita alla sinistra che si oppone a Renzi, non si capisce comunque come questo gruppo di uomini e donne potrà incassare il beneficio di una simile vittoria, del resto tutta ipotetica. Renzi sostiene di aver vinto due a zero, e basta. E che i suoi avversari interni non hanno portato a casa un bel niente.  

In Calabria?
In Calabria è andato a votare il 43,8 degli aventi diritto, con una perdita, sulla tornata precedente, di 15 punti. In ogni caso, abbiamo due regioni in cui la maggioranza assoluta degli elettori ha preferito restarsene a casa. E a questo punto ci sono due domande di natura generale: l’alta astensione è una ferita per la democrazia? E, seconda domanda: con una partecipazione più massiccia il risultato sarebbe stato diverso? Rispondo di no tutt’e due le volte. La scelta di non presentarsi al seggio è stata liberamente fatta da centinaia di migliaia di elettori. Finché si tratta di una scelta libera, la democrazia è salva. Sostengo anche che il risultato non sarebbe cambiato: un sondaggista che potesse contare su un campione del 30 o del 40% del suo universo di riferimento, giurerebbe sull’esattezza del risultato.  

C’è l’altro elemento, e cioè il fatto che in Emilia la Lega ha preso il doppio dei voti di Berlusconi.
Sì, Salvini ha ottenuto il 19,42 e Forza Italia l’8,36. È un risultato enorme e dalle conseguenze imprevedibili. Salvini si candida seriamente, a questo punto, a punto di riferimento del centro-destra. Certo con un partito completamente diverso da quello di Bossi. Il problema, in quell’area, è che la dissoluzione del berlusconismo si porta dietro un sacco di scorie, una pletora di piccoli leader ansiosi di far carriera, i Fitto, gli Alfano, per non dire dello stesso Berlusconi, mai rassegnato a farsi da parte.  

Ha qualche chance?
Mi pare che il conflitto d’interessi stia agendo adesso all’incontrario. Berlusconi ha a cuore le aziende e come qualunque imprenditore non può essere davvero anti-governativo. Ha promesso opposizione dura in Parlamento, ma non avrà la forza per farla. Sta ai suoi decidere quanto vale ancora, in termini di consenso, il suo brand. (leggi)

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