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 2014  novembre 25 Martedì calendario

VINCE L’ASTENSIONISMO E I POLITICI ESULTANO

I segnali che gli italiani mandano alla classe politica sono univoci. Prospera l’astensionismo che, se sommato al voto di protesta dato a liste di pura contestazione, indica un sentire sempre più esteso. Si era visto alle politiche: un quarto di assenti dalle urne e oltre un quarto, fra coloro che mettevano una scheda, a favore del M5s. Si era notato alle europee: più di due quinti di fuggitivi dal voto e oltre uno su cinque, dei non moltissimi che votavano, di nuovo a favore dei grillini. Conferme si erano avute con la crescita dell’assenteismo in svariati turni regionali e perfino nelle elezioni più popolari, quelle comunali (a votare per il sindaco di Roma al primo turno andò il 53%, al ballottaggio il 45%).
A giudicare dal turno regionale di domenica, dovremmo ormai dire che la maggioranza assoluta degli italiani contesta il mondo politico: di destra, di centro, di sinistra. Ricerche di mercato ci diranno quanti fra i 2 milioni di emiliani che se ne sono stati a casa (è solo un esempio) siano gli impediti oggettivamente, i delusi, i rabbiosi, gli stanchi, i rassegnati, i protestatari ecc. è certo che non emergerà un dato invece presente nelle elezioni americane, ove l’astensionismo è non di rado maggioritario: la condivisione della gestione politica così com’essa è. Da noi, non c’è nessuno che eviti di votare perché pago dello status quo.
Come reagisce una classe politica così negativamente giudicata? Esattamente come ha fatto Matteo Renzi: guardando ai seggi ottenuti, agli enti conquistati, alle percentuali sui voti validi. Che un italiano su due voglia affossare l’intero mondo politico non li preoccupa. Al più, si considerano quei non voti una riserva per futuri consensi riconquistabili.
Marco Bertoncini, ItaliaOggi 25/11/2014