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 2014  novembre 25 Martedì calendario

In viaggio tra le stelle e la retorica. Samantha Cristoforetti è nello spazio e tra un esperimento e l’altro vivrà una vita quasi ordinaria, tra pulizie, ginnastica e qualche libro. Intanto, sulla terra tutti discettano di missioni come se fossero i nipoti di primo grado di Yuri Gagarin

Corriere della Sera,

Quando si dice che lo spirito nazionale non è roba da italiani. Poi basta una Samantha nello spazio e Twitter si illumina d’immenso, anzi di entusiasmo tricolore. Orgoglio e autoironia, pioggia di incanto e disincanto su #astrosamantha . Soprattutto spirito nazionale al femminile, perché il volo spaziale della Cristoforetti, va detto, chiama a coorte le donne italiane, con quel tanto di enfasi che non guasta. E non è escluso che sia proprio il «femminile» a fare la differenza rispetto alle reazioni più tiepide riservate a suo tempo a Luca Parmitano, che non aveva neanche il sorriso «soavemente monastico» ( copyright Paolo Repetti, editor di Stilelibero) di Samantha. 
Il vero maschio nostrano a volte si limita a scherzarci sopra e nei casi migliori a ridere di sé: «Uomo italiano resta casa e disperato si chiede: “Oddio, e mo’ come si friggono gli spaghetti?”». Le donne, invece, ci credono, eccome, parlando di emozione, orgoglio, esempio, ricordando che «le ragazze italiane di ogni età sono al tuo fianco guardando dall’alto violenti e indifferenti», oppure comunicando fieramente che la figlia ha deciso che vuol fare l’astronauta. Non ha torto, la bambina, se è vero, come ha detto Samantha alla madre nella sua prima telefonata verso la Terra, che lo spazio, visto da vicino, è meglio di come lo sognava. Intanto però la più classica delle mamme si preoccupa: chissà se partendo, la Cristoforetti avrà chiuso il gas... 
Fa comunque effetto ritrovarsi qua e là precipitati nel perenne derby italico maschi vs femmine leggendo Marco che, «senza offesa», associa il nome di Samantha a quello di una pornostar, proprio dopo l’inno di lode lanciato da Anna: «I sogni non si abbandonano mai... portali in alto per tutte noi». Per fortuna non mancano i commentatori maschi politicamente ipercorretti che acclamano «la dimostrazione di quanta attitudine fisica e mentale risiede in un’italiana coi fiocchi», l’«esempio di stile, competenza e coraggio», o invocano: «Facci vedere le stelle». 
Non c’è da stupirsi che non conosca frontiere di sesso l’orgoglio trentino per l’impresa della conterranea, in perfetta consonanza con le tante canzoni postate che alludono alle stelle e a un luminoso futuro di speranza, a cominciare da Lucio Dalla che intona «si muoverà e potrà volare, nuoterà su una stella, come sei bella...» , per continuare con Space Oddity di David Bowie e con il nazionalpopolare Figli delle stelle di Alan Sorrenti. E accanto al pop non manca l’afflato poetico consegnato a una quartina di Ungaretti intitolata Sogno : «O navicella accesa / corolla celestiale / che popoli d’un’eco / il vuoto universale». 
Va da sé, infine, che l’ital-tipo non evita mai di buttarla, più prosaicamente, in politica, nella migliore tradizione del piove-governo-ladro: «Chi come Renzi ha esaltato il traguardo dell’italiana spaziale merita un pernacchione altrettanto spaziale». Leggendo magari, nel volo intergalattico, una desolante metafora socio-economica: «Samantha tornerà a casa tra sei mesi. Pure lo spazio offre contratti a tempo determinato». 
Paolo Di Stefano

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Il Messaggero,

Samantha Cristoforetti ha coronato il suo sogno di andare nello Spazio, un’esperienza che ha trovato «ancora più bella» di quanto potesse immaginare. Ma ora viene il bello.
Intanto, cascasse il mondo – che detto da lassù fa un certo effetto – anche sulla stazione spaziale internazionale non si sfugge alla corvée del sabato mattina, quella delle pulizie. Mica uno scherzo visto che l’Iss è vasta come un campo da rugby ed è l’unica abitazione dell’uomo in cui briciole di cibo, polvere, capelli e detriti si annidano pervicacemente sul soffitto invece che sul pavimento.
I TURNI DI PULIZIA
I turni di questo sabato erano già pronti e Samantha Cristoforetti la scamperà, ma la prima astronauta italiana è pronta a imbracciare l’aspirapolvere già dalla prossima settimana per fare ciò che il suo predecessore Luca Parmitano ha definito spesso un compito ordinario che «in orbita diventa straordinario», come poi tutte le altre attività sulla stazione spaziale. “Astrosamantha” è sembrata già una veterana fin dal suo ingresso fluttuante nella stazione e il suo sorriso da bambina finita dentro un sogno ha contagiato tutti, ma la 37enne trentina è attesa da un’agenda doppiamente massacrante: il funzionamento dell’Iss e l’addestramento di ogni suo inquilino costano un Perù e ogni istante in quello stato di microgravità deve portare frutti.
Ma anche il tempo libero, pochissimo nel calendario di sei mesi che comprende oltre 200 esperimenti, si risolve in attività “obbligate”, come ad esempio l’ora di tapis roulant quotidiana (legati come salami per riuscire a poggiare i piedi), indispensabile per mantenere il tono muscolare e rallentare l’indebolimento delle ossa. La novità di queste ultime missioni, quella di Samantha è Futura 42, è tuttavia la questione “social”: ogni astronauta, che è già scienziato e cavia al tempo stesso, deve diventare un divulgatore a tutto campo. «Anche se si crolla dal sonno – racconta sempre Parmitano – e si ha completato l’elenco degli incarichi quotidiani, bisogna comunque accendere il computer per inviare mail, tweet, fotografie. È un piacere ma anche una grande responsabilità condividere con più persone possibili la vita sulla stazione spaziale». Fatto sta che Astroluca nel giro di sei mesi è passato da 15mila a 142mila followers su Twitter. E Samantha, con 146mila, lo ha già superato prima ancora di finire in orbita.
«Ogni mattina – ha spiegato Samantha prima di partire – si partecipa a un briefing e si dividono i compiti che comprendono anche i cicli di manutenzione della stazione, poi ci si butta nella serie di test ed esperimenti studiati mille volte a Terra». Cuore di quel laboratorio gigante che è l’Iss è il modulo Columbus, realizzato nel 2006 dall’Agenzia spaziale europea con il contributo determinante di aziende italiane (Alenia e Eads) coordinate dall’Agenzia spaziale italiana. Un cilindro lungo 8 metri dal diametro di 4,5 completamente modulare che ospita di volta in volta i kit degli esperimenti. Verrà installata lì la stampante 3D, che domani potrà garantire pezzi di ricambio per le missioni a lungo raggio, e i contenitori per studiare la contaminazione tra batteri ideati dall’Università di Viterbo.
ORA DI PRANZO
Si è già fatta l’ora di pranzo (ora di Mosca, per convenzione) ma c’è giusto il tempo di rendere tiepidi o reidratare i cibi sottovuoto: sull’Iss, per quanto possa sembrare strano, non ci sono veri e propri forni e tantomeno frigoriferi. Per questo ci si rivolge a chef stellati (adesso è il turno di Stefano Polato) per dare soddisfazione al palato degli astronauti.
Di nuovo al lavoro: Samantha Cristoforetti farà esperimenti anche quando dormirà o quando si rilasserà salendo nella cupola affacciata sul pianeta, magari per fare qualche fotografia. Grazie a collari come quelli del test Drai Brain o a speciali magliette dotate di sensori (Wereable monitoring) effettuerà studi sulle malattie vascolari e sulla pressione sanguigna dei vasi del collo. La microgravità accelera processi di deterioramento di organi e metabolismo e questo ha già aiutato a mettere a punto cure la prevenzione dell’osteoporosi e degli ictus.
Uno snack veloce per merenda e infine l’ultima sessione di lavoro prima di cena, il momento più atteso della giornata perché c’è finalmente il tempo di fare due chiacchiere con gli altri astronauti, immancabilmente curiosi di sapere che cosa c’è nella cambusa degli italiani. «Poi in teoria si potrebbe anche vedere un film o leggere un libro – dice ancora Samantha – ma in fondo quelle sono cose che possono attendere, meglio dare, prima di legarsi nella branda-sacco a pelo un’ultima occhiata alla Terra».
Paolo Ricci Bitti

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Il Giornale,

Una cena, con pizza di patate, da 7.500 like. Oppure la soddisfazione mista a vertigine di leggere, nella playlist personalizzata, brani come Final Countdown degli Europe e Starman di David Bowie. Samantha Cristoforetti, prima di abbattera la barriera tra sé e il record di donna italiana nello spazio, ha abbattuto il muro dell’anonimato: oggi questa 37enne trentina è una celebrità, ammirata e spiata come tutte le star (forse non invidiata). Ieri la navicella Soyuz su cui è a bordo, dopo un viaggio di sei ore, si è agganciata alla Stazione spaziale internazionale, dove rimarrà per sei mesi. Felicità ed emozione che la Cristoforetti ha raccontato alla madre: «Lo spazio è meglio di come me lo immaginavo. Abbiamo visto immagini spettacolari, la prima alba e le stelle». E poi il primo pasto con caviale, mele, arance e pomodori, invitando i fan a seguirla anche a tavola attraverso «L’Osteria ai confini dell’universo», uno spazio nel suo blog «Avamposto 42». Un racconto ininterrotto in tempo reale che intercetta grande interesse. Ma in modo diverso: non è più lo spazio, l’ignoto, a incuriosirci, a metterci soggezione, come nel secolo scorso. È il nostro simile, l’astronauta che si misura con i propri limiti. 
La missione di Samantha Cristoforetti contiene tutti gli elementi di una storia avvincente: la partenza, lo sbarco, la lunga permanenza, il confronto con una realtà quotidiana inedita. Sono lontani i tempi delle foto sfocate di Gagarin e delle riprese da filmino amatoriale dello sbarco sulla Luna: Internet ha avvicinato mondi diversi che prima non comunicavano tra di loro, perché adesso quelle esperienze possiamo tastarle, non più fantasticarle come nel passato in bianco e nero.
Così, se i profili Facebook o Twitter di cantanti, calciatori, attori o soubrette sono cibo quotidiano per il grande pubblico che in quel mondo vuole immergersi, anche quelli degli astronauti, come la Cristoforetti o Luca Parmitano, le cui foto dallo spazio sono diventate «virali», sono oggi luoghi deputati all’evasione dalla routine. La pagina Facebook della Cristoforetti, prima che la missione entrasse nel vivo, contava a malapena 15mila like: quella cifra oggi si è triplicata, perché l’astronauta adesso ha qualcosa in più da comunicare, quel qualcosa che, nella percezione del «popolo della rete», eleva il personaggio al rango di star. Lo si legge, e lo si coglie, anche nei commenti che cento, duecento, mille italiani hanno lasciato in risposta ai post della Cristoforetti: «Adoro questa donna, la sua caparbietà, la sua professionalità e il suo carattere tenace», «Lei è il simbolo di chi crede in quello che fa e si sacrifica con passione per raggiungere l’obiettivo», «Sei l’esempio di determinazione, preparazione e coraggio, l’esempio di eccellenza della nostra Italia».
Grazie all’immediatezza del messaggio o all’essenzialità della foto ci riscopriamo innamorati dell’universo e delle sue profondità. Lo sbarco sulla Luna era stato evento epocale, ma rappresentava anche il raggiungimento del sogno a cui l’uomo anelava: raggiunto quel traguardo, la curiosità ha cominciato a scemare, complice anche qualche missione flop di troppo. Oggi il pubblico è cambiato: è più giovane, più «connesso». Perlustra la rete in tutta la sua estensione e così guarda, apprezza e condivide anche i video o le foto trasmesse dalla sonda Curiosity su Marte. 
La riscoperta dello spazio è partita dalla gente normale, le astro-celebrità interpretano i loro sogni.
Francesco Paolo Giordano


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Libero,

Fino a qualche giorno fa per l’italiano medio l’unica Samantha che volava era quella di Vita da strega sulla scopa e oggi è la Cristoforetti a bordo della navetta Soyuz. Fino a qualche giorno fa, «futura 42» era l’obiettivo di molte italiane in regime Dukan, oggi è il nome della missione nello spazio di Samantha Cristoforetti. Fino a qualche giorno fa se chiedevi a un italiano cosa fosse Apollo 11 ti rispondeva una multisala a Brugherio, ora discettano tutti di missioni spaziali come se fossero i nipoti di primo grado di Yuri Gagarin. Tutto molto bello, per carità. Del resto, che un’italiana salga su, nello spazio, è una notizia mica da poco in un Paese in cui un’italiana non è mai riuscita a sollevarsi neanche su, fino al Quirinale. E poi la Cristoforetti è l’immagine bella dell’Italia che si fa apprezzare all’estero, dei giovani che realizzano i loro sogni, dei risultati ottenuti col merito e con la fatica. Samantha ha sbaragliato la concorrenza di migliaia di candidati, ha studiato all’estero, parla più lingue di Mika e dell’anticristo messi insieme e nello spazio lavorerà a duecento esperimenti di varia natura, dalla stampa di oggetti 3d in assenza di gravità a test incrociati sulle tette di Veronica Maya per capire se stanno su col silicone o è gravità lunare. Il problema insomma, non è quello che succede lassù, che è una meraviglia per tutti, ma è quello che succede quaggiù. Mentre Samantha è in assenza di gravità, qui siamo in presenza di gravida retorica. Una roba che dopo due giorni di articoli, editoriali, dirette, speciali, tweet, post, gallerie fotografiche e approfondimenti sulla missione «Futura42», tanto per usare un tecnicismo aerospaziale, c’è il rischio di farsi venire due palle delle dimensioni di Giove. Sappiamo cosa mangia Samantha. Sappiamo che non deve mangiare roba che faccia briciole altrimenti le briciole entrano nelle strumentazioni e non so voi ma io mi sento anche un po’ tesa all’idea che basti un Kinder Paradiso per far venir giù una navicella. Sappiamo che Samantha ha a disposizione la prima macchina per il caffè creata appositamente per i luoghi in cui c’è assenza di gravità. Un prodotto che a livello di numeri ha lo stesso potenziale target di Forza Italia, insomma. Chi di noi non invita un amico a prendere un caffè su Plutone? Sappiamo che la sua mascotte si chiama Olaf ed è un pupazzo di neve segna-gravità. Sappiamo che ha salutato la mamma, che ha twitter e che esiste un’applicazione che permetterà a tutti gli abitanti del Pianeta di mandarle un Ciao e che tutti i Ciao formeranno su una mappa mondiale una serie di costellazioni. Insomma, questa povera donna è volata a centinaia di migliaia di chilometri da terra e le ci manca solo che le whatsappi Bobo Vieri. Perfino Fazio le ha dedicato uno speciale Che tempo che fa in compagnia di chi conosce l’ebrezza di guardare tutti dall’alto. Ovviamente sto parlando di Gramellini, ma c’erano anche i sei italiani che sono già stati nello spazio prima della Cristoforetti. Puntata commentata così su twitter da @Franaltomare: «Fazio dedica un’intera puntata di Che tempo che fa alla prima donna italiana nello spazio. Le nostre palle la raggiungeranno». E a proposito di twitter, il social ha partorito ben 20.000 tweet grondanti retorica di ogni specie e fattura. Con l’hashtag #futura42 si sono lette dichiarazioni d’amore alla Cristoforetti, al russo e all’americano che la accompagnano, allo spazio, alla Via Lattea, alle galassie sconosciute, ai buchi neri, a Goldrake e a Ufo Robot. Si sono detti tutti fieri, tronfi, emozionati, eccitati, commossi, galvanizzati. Poi c’eravamo noi, gli scoglionati, quelli che a un certo punto confidavano in un bel tweet di Gasparri in cui sfanculava l’astronauta russo dandogli del fottuto bolscevico o un atto di denuncia di Fedez contro il sistema Nasa per spostare un po’ l’attenzione, ma niente. La retorica ha vinto su tutto. E quindi ci sono toccati pure, nell’ordine: il tweet di Giuliano Pisapia «La prima donna astronauta e milanese parte per la stazione spaziale Iss. Milano è orgogliosa di te!». Che voglio dire, con tutti i milanesi che spedirebbero lui in un’altra galassia ci vuole coraggio. Il tweet, immancabile, della Boldrini: «Buon viaggio tra le stelle a Samantha, prima donna italiana nello spazio». E la Boldrini si sa, pure se una donna si fa crescere le basette per prima, lo rivendica con orgoglio perché è donna. E inevitabilmente, il tweet di Matteo Renzi: «Tutta l’Italia guarda al volo di Samantha con felicità e trepidazione. Orgogliosi della prima italiana nello spazio!». Poteva andare peggio. Poteva twittare «Finalmente per le italiane lo spazio è scalabile!». Non ci lamentiamo.
Selvaggia Lucarelli