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 2014  novembre 25 Martedì calendario

«Le donne non sono uguali a noi. Non possono ricoprire le stesse posizioni degli uomini». Queste le parole del presidente turco Erdogan che hanno fatto infuriare le sue cittadine nella giornata mondiale contro la violenza

«Non esiste l’uguaglianza tra uomini e donne, piuttosto si può parlare di equivalenza». Non poteva scegliere un giorno migliore il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per far infuriare le cittadine del suo Paese. Oggi, infatti, è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e lui, intervenuto ieri a un convegno a Istanbul organizzato dal ministero della Famiglia e dall’Associazione Donne e Democrazia (Kadem), non si è fatto scrupolo di esternare la sua posizione piuttosto conservatrice in merito: «Gli uomini e le donne non possono ricoprire le stesse posizioni. Questo è contro natura perché sono diversi per indole e costituzione fisica». «Per esempio – ha aggiunto – nel mondo del lavoro non si possono imporre le stesse condizioni a una donna incinta e a un uomo. Non si può dire a una donna: prendi una vanga e scava tutto il giorno». 
Certo ci si sarebbe aspettato che Papa Tayyip, come lo chiamano i suoi sostenitori, si scagliasse contro la violenza domestica che rimane una piaga endemica in Turchia: dal 2009 al 2012 sono state 666 le donne uccise da mariti e familiari e i reati di natura sessuale sono aumentati del 400% negli ultimi 10 anni. Invece il presidente se l’è presa con le femministe che, a suo dire, «rifiutano il concetto di maternità». Già in passato Erdogan si era attirato gli strali delle cittadine quando le aveva invitate a fare almeno tre figli. E, ieri, ha ribadito che è questo, e solo questo, il ruolo delle donne: «La nostra religione (l’Islam, ndr ) ha definito una posizione per le donne (nella società, ndr ): la maternità». «L’uguaglianza – ha aggiunto il fondatore dell’Akp, il partito che guida la Turchia dal 2002 – trasforma la vittima in carnefice e viceversa». 
Chissà cosa avrà pensato la figlia Sumeyye, presente in platea. Lei, che segue il padre nell’attività politica e che, si dice, vorrebbe seguirne le orme si sarà riconosciuta in questo affresco della donna importante solo perché procreatrice? Erdogan, per rendere chiaro il concetto, ha citato le parole del profeta Maometto: «Il Paradiso giace ai piedi delle madri». E ha raccontato che lui da bambino «baciava le palme dei piedi della mamma». 
Di sicuro le parole del presidente non sono piaciute a quella donna che è stata portata via dalla sicurezza prima che potesse porre una domanda. Né sono piaciute al popolo di Internet. Ieri si sono susseguiti i tweet di biasimo proprio come quando, lo scorso luglio, il vice premier Bülent Arinç aveva intimato alle donne di non «ridere in pubblico». Allora centinaia migliaia di foto di cittadine turche sorridenti sommersero Twitter. Ieri, invece,sono prevalse le parole: «Come scrittrice turca e come donna protesto con tutto il mio cuore contro l’affermazione che gli uomini e le donne non sono uguali», è il tweet di Elif Shafak, l’autrice della Bastarda di Istanbul. «Questi commenti faranno aumentare ancora di più la violenza contro le donne», è il commento dell’avvocata Hulya Gulbahar, attivista per i diritti delle donne. «Erdogan forse pensa che le femministe siano lesbiche», ironizza Ferdi Carrefour, un’autorità su Twitter. Resta la realtà: la Turchia è al 120° posto su 136 nazioni nell’Indice sul divario di genere del World Economic Forum.