Enrico Currò, la Repubblica 25/11/2014, 25 novembre 2014
TESSERE - A
Casa Milan le strategie economiche per le eventuali coppe del futuro cancellano il ricordo di quelle passate, che pure, nell’era berlusconiana, sono state spesso celebrate. In nome dei tagli alle spese, le forbici implacabili del nuovo corso hanno dunque colpito alcuni idoli delle due Coppe Campioni degli Anni ‘60. A loro la società ha tolto le tessere omaggio per San Siro: un gesto di riguardo, comune ai principali club europei, voluto a suo tempo proprio dal proprietario. Nessun ex recrimina. Ma lo stupore di Schnellinger è evidente. «Credo che Berlusconi nemmeno lo sappia: è il cambio di generazione al comando, non mi va di fare polemica». Lodetti è diplomatico. «Non sono più passato in sede per la tessera. Comunque io posso entrare allo stadio, lavorando per Milan Channel, oppure da ex campione d’Europa con la Nazionale. Anche Rivera, che fa parte della Figc e lavora a Roma». Prati dribbla. «Io la tessera ce l’ho: lavoro ancora per il Milan». Della generazione più recente a qualcuno è andata peggio: Massaro, eroe di Atene ’94, è fuori dal marketing, dove era ambasciatore del club. La spending review è più forte della memoria.