Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Come mai siamo ancora costretti a occuparci del governo, e stavolta di quella noia che sono le consultazioni, mentre arrivano dati assai preoccupanti dalla Spagna, dove ci sono sei milioni di disoccupati, il tasso dei senza lavoro e superiore al 27%e e inoltre le cifre italiane non sono neanche loro consolanti, specie se consideriamo la disoccupazione giovanile, superiore al 34%?
• Come mai?
Lei ha ragione, ma relativamente all’Italia il dato non sarebbe completo se non ricordassimo che ci sono 4 milioni e mezzo di posti di lavoro occupati dagli stranieri perché per gli italiani non sono interessanti. Quindi, è tutto vero (tranne che la gente si uccida per ragioni economiche più di quanto abbia fatto nel passato), ma la prego di tener conto del quadro in tutta la sua complessità.
• Le ripeto la domanda: le consultazioni non sono un rito che ha stancato, una melina da palazzo che non ha niente a che fare con la realtà?
«Niente a che fare» mi pare un’espressione esagerata. Potremmo riassumere la cosa così: ci vorrà più o meno un miliardo per rifinanziare la cassa integrazione, quattro miliardi per restituire l’Imu sulla prima casa e abrogarla, altri quattro miliardi - più o meno - per non far scattare l’aumento dell’Iva dal primo luglio, più gli esodati, insomma come minimo nove-dieci miliardi per i provvedimenti che sembrano più urgenti. Per far questo ci vuole un governo. Inoltre l’economia - dice chi se ne intende - non ha nessuna possibilità di ripartire se non si allenta un po’ il rigore tedesco. Siccome Letta ha già detto qualcosa in proposito, il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble lo ha bacchettato, incurante del fatto che, quasi nello stesso momento, il commissario agli Affari economici europeo, Olli Rehn (finlandese) diceva cose non dissimili da quelle di Letta. Il significato di tutto questo è che con l’Europa bisogna aprire una trattativa, che si farà stretta soprattutto dopo settembre e il voto tedesco. Chi deve trattare con gli europei? Il governo. Senza governo, almeno qui in Italia, ci teniama l’austerità così come la conosciamo.
• Tutto questo discorso - l’ho già capito - tende a dimostrare che le consultazioni hanno un senso.
È in corso, implicitamente, un dibattito tra due concezioni dell’economia. La più diffusa, quella che sembra incontestabile, dice che lo Stato deve tirare fuori i soldi per esodati, disoccupati, licenziati e quanti altri, e «creare» in questo modo impieghi che ridiano il sorriso ai disperati del momento. Un’altra teoria, meno seguita, dice invece che lo Stato, cioè la politica, deve creare un ambiente favorevole al lavoro eliminando lentezze, burocrazie, lacciuoli, criminali e quant’altro tiene lontano gli investitori di tutto il mondo dal nostro paese appestato. Chi deve scegliere tra una strada o l’altra, magari optando per un mix di tutt’e due? Il governo. Il quale per fare tutto quello che abbiamo elencato ha bisogno della fiducia e di una maggioranza in Parlamento. Senza maggioranza non c’è governo e si va alle elezioni. E tanti saluti agli esodati, ai disoccupati e agli altri attori della commedia/tragedia.
• Meno male che ci sono le consultazioni. Come stanno andando?
Ma niente, tutto come previsto e lei ha ragione di esserne già stufo. Berlusconi, dagli Stati Uniti, ha fatto sapere, smentendo Repubblica, di non avere niente contro la Cancellieri, ma di pretendere invece che si dia in qualche modo corso agli otto disegni di legge che i suoi hanno già presentato. Per il Pdl assolutamente prioritaria è la restituzione dell’Imu sulla prima casa, dato che su questo il Cav aveva imperniato la sua campagna elettorale. Il democratico Gozi, a cui l’altro giorno il governo col Pdl faceva schifo, ieri ha detto che Maurizio Lupi «non è divisivo» e sarebbe un buon ministro della Sanità. I montiani sono decisi a sostenere Letta, Vendola ha detto che nel Pdl ci sono i fascisti e che quindi non è il caso di mettercisi insieme. Più tardi però ha aggiunto che Sel potrebbe anche votare qualche provvedimento su cui fosse d’accordo (in gergo si chiama «opposizione non pregiudiziale»). Il M5S non molla l’opposizione e anzi Grillo ha di nuovo tuonato contro il presidente del Consiglio incaricato che ha la colpa principale di chiamarsi Letta e di avere come zio un sigore di nome Gianni. Il presidente del Consiglio incaricato li ha invitati a sciogliersi un po’, magari dopo aver fatto il gesto eroico di negargli la fiducia. I grillini continuano a dire: «siamo l’unica opposizione!» frase utile soprattutto per acchiappare qualche presidenza di commissione.
• Il presidente del Consiglio incaricato non ha gettato la spugna, vero?
Dovrebbe presentare la lista dei ministri entro domani. Diciotto ministri, a quanto pare, di cui sei senza portafoglio. Il dibattito sulla fiducia dovrebbe cominciare, quindi, lunedì. Le consegno la dichiarazione con cui il presidente incaricato ha chiuso ieri sera i lavori: « Ho tratto da questa giornata lunga e intensa indicazioni molto utili e molto positive. La discussione con il Pdl è stata la più lunga. Penso che molte ore ci vorranno ancora. Le differenze permangono, ma sono state due ore animate da spirito costruttivo».
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