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 2013  aprile 26 Venerdì calendario

“SONO I SOLDI DELLA MAFIA” L’EUROPA VUOL DIRE ADDIO ALLE BANCONOTE DA 500 EURO

ROMA — La banconota che non c’è. O, meglio, che esiste, ma pochi tengono a portata di tasca. E che ora qualcuno vuole pensionare. Triste epilogo per il bigliettone violetto da 500 euro, che un italiano, Giovanni Pino (quello del bozzetto delle 50 mila lire con Bernini) provò invano a disegnare, bocciato perché vi inserì il volto dell’amato pargolo. «Il problema delle banconote da 500 euro, che non sono usate quasi da nessuno, vale la pena di essere discusso », ha ammesso due giorni fa il vicepresidente portoghese della Banca centrale europea, Vítor Constâncio, al Parlamento Ue, rispondendo a chi gli chiedeva se non sia il caso di ritirarle. Solo la Bce può farlo. Ma la Banca d’Italia già dal 2008 ne mette in circolo sempre meno. Il motivo? Presentano un «maggior rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo ». Non a caso gli spagnoli le chiamano “Bin Laden”.
Il dibattito, non nuovo, si riapre. Influenti analisti di banche d’affari americane spingono per l’abolizione. Il Soca, l’organismo britannico che gestisce i mandati internazionali d’arresto, sostiene che il 90 per cento dei maxi tagli da 500 del Regno Unito sarebbe nelle mani della criminalità organizzata o degli evasori fiscali. E d’altronde la Corona li ha messi al bando già dal 2010: banche e cambiavalute non possono rivenderli. In Europa un mese fa ne circolavano 583 milioni di esemplari. Tanti, ma in realtà appena il 3,8 per cento della cartamoneta complessiva (il 41,4 per cento sono biglietti da 50 euro). Il valore è però ingente: un terzo del totale, ovvero quasi 292 miliardi, il 19 per cento del Pil italiano.
In giro per il mondo, solo un altro bigliettone supera la banconota da 500 euro: quello svizzero da mille euro. Negli Usa il taglio più alto è 100 dollari (dal 1946 non se ne stampano più sopra questa soglia e Nixon nel 1969 ritirò tutti i verdoni maxi, anche da mille, 5 e 10 mila dollari). In Gran Bretagna non si va oltre le 50 sterline. In Italia nel 2012 ne sono stati falsificati appena 536 pezzi, lo 0,43 per cento dei “taroccati” (ma il 51 per cento sono fogli da 20 euro, perfetti quelli del “Napoli Group” di Giugliano, leader in Europa con almeno la metà del falso circolante sfornato qui).
Il 2 maggio intanto la Bce inaugura la nuova serie Europa. Sette biglietti ispirati a sette periodi della
storia dell’arte europea. Si parte con i 5 euro che circoleranno da giovedì prossimo nei 17 Paesi della moneta unica, sostituendo gradualmente i vecchi. Il tema dell’arte classica (la principessa fenicia Europa, da cui il nome del Vecchio Continente, rapita da Zeus nelle sembianze di un toro bianco, di lei invaghita) si sposa con sofisticati sistemi di sicurezza anti- falso. Più elementi in calcografia (a rilievo), fibra più rigida, ologrammi, la bella Europa in controluce e per la prima volta la scritta “Euro”, oltre che in caratteri latini e greci, anche in cirillico (per l’adesione della Bulgaria nel 2007).
Il bigliettone violetto da 500 euro per ora è salvo. Nella nuova serie c’è. Ma almeno in Italia i controlli saliranno. Dal primo gennaio 2014, chi deposita, preleva, paga utilizzando banconote da 500 e 200 euro per importi superiori ai 2.500 rischia la trappola fiscale: Bankitalia ha deciso qualche giorno fa, come misura antiriciclaggio, che i destinatari (anche le banche) dovranno chiederne conto. Specie se si tratta di stranieri, politici e di chi ricopre cariche pubbliche. Chissà cosa succederà nei due punti caldi d’Italia dove la presenza dei “fogli viola” è più consistente: Como-Lecco e Forlì-Cesena-Rimini. Zone vicine a Svizzera e San Marino. E chissà come reagiranno i casinò. Venezia già teme la fuga dei russi.