Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  aprile 26 Venerdì calendario

PORNORICATTO AI GRILLINI

I grillini sono stati presi in parola: tutto trasparente, tutto nella rete. Anche troppo. Perché alcuni di loro sono letteralmente sotto ricatto. L’Espresso ha fatto sapere che una trentina di deputati e senatori ha subìto un attacco ai propri pc, con la sottrazione di alcune mail riservate. Anche di Beppe Grillo. La novità è che nel malloppo di dati rubati ci sono pure fotografie e video hard. Circolano tre immagini (che Libero ha visionato) con una donna senza veli e in atteggiamenti inequivocabili di autoerotismo. Somiglia molto a una deputata di cui non facciamo il nome per evitare complicità con i ricattatori. La stessa sorte sarebbe capitata a un suo collega omosessuale. A rubare i dati, dei pirati informatici che si definiscono «hacker del Pd». Hanno pure un logo, che affianca quello di Anonymous a quello dei democratici. Gli hacker chiedono a Grillo e a Gianroberto Casaleggio di chiarire quanto guadagnano con la politica. E minacciano: se non lo fanno, ogni giorno saranno messe in rete le mail dei parlamentari.
LE ACCUSE
Quello che è accaduto è grave e incredibile. Tanto incredibile che una delle parlamentari spiate (Giulia Sarti, 26 anni, capolista in Emilia Romagna per Montecitorio) dopo le anticipazioni de l’Espresso aveva parlato di bufala. Su Twitter aveva accusato il settimanale: «I file caricati dai presunti hacker sono vuoti. Non c’è nulla! L’Espresso non ha nemmeno verificato la veridicità della notizia». Poi, l’amara scoperta. I file erano difficili da scaricare anche perché superiori al gigabyte (anche noi ci avevamo provato, seguendo le indicazioni del settimanale che riportava le istruzioni degli hacker). Difficili ma non impossibili. Tanto che nella rete hanno iniziato a circolare le prime informazioni. «Hanno violato la casella di posta personale» bucando l’account di webmail, ha poi ammesso la grillina. E in un video su Youtube con un altro deputato – il laziale Stefano Vignaroli – si rivolge direttamente agli elettori. Denunciando il reato subìto. «Siamo personaggi pubblici, ma non per questo la nostra vita privata deve essere sbattuta su giornali o nella rete» spiega la Sarti. E Vignaroli aggiunge: «È un’intimidazione, diffidiamo chiunque dal diffondere il materiale». La Polizia postale sta indagando e la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta, ma a questo punto va fatto un passo indietro per capire meglio la gravità della faccenda. Il primo a parlare di hacker contro il Movimento 5 Stelle è stato proprio Grillo, alla fine di marzo. Sul suo blog aveva gridato al complotto: «Da mesi orde di trolls, di fake, di multinick scrivono con regolarità dai due ai tremila commenti al giorno sul blog. Qualcuno evidentemente li paga per spammare dalla mattina alla sera». Il comico dava la colpa al «Pdmenoelle», perché abbondavano i messaggi che invocavano un accordo coi democratici per portare Pier Luigi Bersani a Palazzo Chigi o per votare compattamente Piero Grasso presidente del Senato. Due settimane fa, un altro capitolo. Le votazioni on-line per le Quirinarie vengono azzerate. Tutto da rifare «per gravi violazioni» informatiche. Ancora l’ombra degli hacker. La scelta dell’aspirante capo dello Stato ricomincia da zero (e mobilita solo 28mila cittadini) e i dati ufficiali vengono diffusi con giorni di ritardo. Di posta elettronica violata si parla anche a Bologna, cuore dell’Emilia Romagna della Sarti. È in quella città che alcuni esponenti di punta del Movimento 5 Stelle, compreso il capogruppo in Comune Massimo Bugani, subiscono lo stesso trattamento.
LA BOMBA
Mail rubate e date in pasto alla rete. I messaggi violati risalgono al periodo di tensione dello scorso autunno, concluso con le espulsioni del consigliere regionale Giovanni Favia e della consigliere bolognese Federica Salsi. L’altro giorno arriva la bomba della rivista del Gruppo Espresso, che in passato aveva diffuso fotografie e telefonate riservate e che coinvolgevano Silvio Berlusconi (le immagini di Villa Certosa con alcuni ospiti nudi, tra cui il politico ceco Mirek Topolanek anticipate da El Paìs o le conversazioni tra il Cavaliere e Patrizia D’Addario). I file sparati su internet che riguardano i grillini contengono 7.655 mail, che vanno dal novembre 2007 al 18 aprile 2013. Inutile dire che il Pd e Anonymous Italia hanno negato ogni coinvolgimento.
IL SILENZIO DI BEPPE
Nel materiale, hanno spiegato ieri alcune agenzie di stampa, ci sarebbero messaggi tra esponenti del movimento - alcuni spediti direttamente da Grillo e da Casaleggio - altri dati sensibili come contatti o numeri di telefono, messaggi che certificano la tensione tra alcuni degli eletti e la base. In più, aggiungiamo noi, materiale hard.
I sedicenti «hacker del Pd» erano in possesso di questi materiali da tempo ma hanno scelto di muoversi adesso. I suoi membri dicono di voler colpire Grillo e Casaleggio perché «loro sono scesi nel nostro territorio, il cyberspazio, e hanno provato a usare le masse per i loro fini sfruttando le caratteristiche della rete. Ora dovranno venire allo scoperto. Chi di trasparenza ferisce, di trasparenza perisce». Sull’argomento, Grillo tace. Ieri ha attaccato Enrico Letta e l’accordo col centrodestra.