Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

La prima rivoluzione – dopo quella che ha portato alla fuga di Ben Ali nel 2011 – era già arrivata nel settembre scorso. Per la prima volta, infatti, le autorità tunisine permettevano la distribuzione in Tunisia del Viagra, concedendo all’industria farmaceutica Pfizer – che produce la famosa pillola blu – il permesso di installare un proprio impianto di produzione vicino a Tunisi. Nonostante le ripetute richieste della casa farmaceutica per ottenere le licenze, fino a pochi mesi fa il governo tunisino non aveva mai accordato il permesso. Vuoi per non turbare la morale tradizionalista islamica, vuoi per il tabù di ammettere problemi sessuali da parte di una società che fa della virilità una delle virtù principali. Superato l’imbarazzo e introdotto il Viagra nel mercato tunisino – si ricordi comunque che, prima, altre medicine di provenienza asiatica erano diffuse in Tunisia – rimane la domanda: può un buon musulmano fare uso del Viagra? A rispondere è stato Houcine Laabidi (foto), imam della Zaytuna, uno dei centri più antichi e importanti dell’educazione islamica in tutto il mondo arabo. Il responso è stato positivo: fare uso di Viagra sarebbe halal (categoria che nel diritto islamico individua le attività lecite), in quanto le disfunzioni erettili dell’uomo potrebbero indurre la moglie al tradimento. Per evitare che tale peccato si possa consumare, sarebbe dunque possibile fare ricorso al medicinale. Con una particolare controindicazione: secondo l’imam, infatti, un eccessivo uso potrebbe portare a un aumento incontrollato della libido, incrementando il rischio di violenze sessuali. Il Viagra è comunque entrato a tutti gli effetti nella vita dei tunisini se, come alcune stime riportano, sono circa il 30% gli uomini affetti da disfunzioni sessuali. La media di pillole vendute in Tunisia, dal momento della legalizzazione del farmaco, si attesta sulle 42.800 al mese.