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 2016  ottobre 14 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Dànno il Nobel per la Letteratura a Bob Dylan, e nello stesso giorno muore Dario Fo, altro Nobel trasversale e perciò, a suo tempo, contestato, criticato, invidiato, odiato.

Già, l’argomentazione è più o meno la stessa. Che c’entra un cantante con la letteratura? Che c’entra un giullare con la letteratura?
La vicenda del Nobel a Dario Fo, che è morto ieri in età di novant’anni anni all’ospedale Sacco dove l’avevano portato da qualche giorno per problemi respiratori, dice molto del personaggio. Era il 1997, Dario Fo stava registrando un singolare programma televisivo che mostrava due personaggi in macchina sulla tratta Roma-Milano. Dei due personaggi, uno era Fo, l’altro Ambra Angiolini (un uomo e una donna, una giovane e un vecchio, una romana e un milanese). All’altezza di Firenze li affianca una macchina e dalla macchina agitano un cartello: «Dario, hai vinto il Nobel!». Giunti a Milano, raccontò poi Fo, vi furono grandi feste, ma freddezza o indifferenza da parte del Comune, cosa di cui il grande attore si indignava, perché pretendeva giustamente il diritto di avere tutti sulle scatole, ma gli seccava poi di stare sulle scatole a qualcuno. Il Nobel per la Letteratura era strano, Ettore Bernabei, che lo aveva censurato in Rai nel 1962 costringendolo a mollare Canzonissima alla settima puntata, sosteneva che l’avevano premiato le massonerie del Nord con l’intenzione di dar gloria al fenomenale mangiapreti. Gli italiani si divisero, come fanno da che mondo è mondo, e insomma il cosiddetto Potere tentò di non far diventare Dario Fo una gloria nazionale, anche se il Nostro era in realtà una gloria mondiale: come disse lui stesso una volta, lo rappresentavano contemporaneamente in 500 città, il che significava che era stato tradotto in tutte le lingue esistenti. Al momento della cerimonia di Stoccolma, invece di pronunciare il solito discorso sulla propria vita preparato in anticipo e scritto in una decina di cartelle, il nostro improvvisò il racconto su se stesso e distribuì al re, alla regina e agli illustri ospiti delle tavole disegnate, con l’idea che non dovesse esserci bisogno di traduzione. Quindi partì con questo vero e proprio spettacolo, «andate a pagina 4», «adesso girate a pagina 19», eccetera. Spiegò poi che, per improvvisare a quel modo, bisogna essere preparatissimi.  

Come aveva cominciato a fare l’attore?
Lui giudicava decisivi i tre paesi della sua infanzia: Sangiano  dov’era nato, figlio del capostazione, poi Primo Tronzano e Porto Valtravaglia, tutti paesi vicini a Varese. Zone di confine, col lago, la Svizzera a un passo e un nugolo di maestri soffiatori che arrivavano da tutta Europa ed erano, secondo quanto ha raccontato lo stesso Fo, formidabili narratori di storie, come del resto sua madre. Entrò in teatro andando a fare un provino da Franco Parenti, che lo prese subito. Quindi la rivista, Il dito nell’occhioChi ruba un piede è fortunato in amore, eccetera.  

Forse diventò famoso proprio grazie al suo nemico Bernabei.
Sì, nel 1962, chiamato a condurre Canzonissima con Franca Rame, mise in piedi uno spettacolo tutto politico. La canzone della sigla diceva: «Popolo del miracolo, / miracolo economico / oh popolo magnifico / campion di libertà... / Su cantiam, su cantiam / evitiamo di pensar, / per non polemizzar / mettiamoci a cantar. / Facciam cantare gli orfani, / le vedove che piangono / e gli operai in sciopero / lasciamoli cantar...». Bernabei - che si proponeva di mandare la gente a dormire senza angosce - gli diede il tormento e lui la settima sera salutò. Scandalo enorme e gloria assicurata.  

Ruppe poi anche col Pci.Il Pupazzone, la Morte accidentale di un anarchico (sul caso Pinelli). Il Pci, dismessa la veste rivoluzionaria dei primi tempi, giudicava il mondo col famoso «senso di responsabilità» che si addice a una forza candidata al governo. Dario era per la rottura, per il ribaltamento, per la rivoluzione, come si vide alla fine della sua vita quando si fece grillino. Massacrò Fanfani e Andreotti (per fare Fanfani camminava sulle ginocchia, in modo da sembrare nano), inventò il grammelot (lingua incomprensibile che tutti capiscono), mise in scena il Mistero buffo, costruito sul modello delle giullarate medioevali e ripreso in tutto il mondo. Era roba che aveva a che fare con la Letteratura? Ma certo, con buona pace del grande poeta Mario Luzi che s’aspettava lui di prendere il Nobel nel ’97, e invece niente, come capita quasi sempre ai candidati perenni, come Moravia o Philip Roth. La letteratura non saranno mica solo i romanzetti in cui lui ama lei e lei ama un altro. Vale anche per Bob Dylan.  

Che mi dice del suo rapporto con Franca Rame?
La tradiva a tutto spiano e una volta lei andò in televisione a raccontare tutto e a dire che l’avrebbe lasciato. Disperazione di lui, che andava in giro a spiegare che, sul teatro, aveva imparato tutto da lei. Franca veniva da una famiglia di teatranti da quattro generazioni. Capitarono in compagnia insieme, e lei perse la testa per questo spilungone col nasone e le grandi orecchie. Una sera, del tutto all’improvviso, lo spinse contro un muro e lo baciò in bocca. La storia finì mezzo secolo dopo, con la morte di lei e il grido di lui al funerale: «Francaaaaaa».
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