Donatella Bogo, Sette 14/10/2016, 14 ottobre 2016
RE E REGINE CI SALVERANNO
Il mese scorso Harald V di Norvegia aveva pronunciato un discorso, diventato in poco tempo virale, sulla multiculturalità del suo Paese e sulla sua modernità. Non un discorso politico, ma, con il tema dell’immigrazione sullo sfondo, una considerazione positiva e un apprezzamento per il suo popolo, capace di assorbire e metabolizzare le differenze. La scorsa settimana Margrethe II, da 44 anni sul trono di Danimarca, ha seguito l’esempio e, pur astenendosi dall’esprimere opinioni politiche come è giusto che sia per la monarchia parlamentare di un Paese con governo democraticamente eletto -, in un’intervista rilasciata a Der Spiegel ha risposto senza esitazioni a una domanda sull’Europa e sul dilagare dello scetticismo verso l’Unione. «Credo che l’euforia che ha accompagnato la formazione dell’Unione abbia condotto molti a dimenticare che l’Europa è un conglomerato di entità e di Paesi diversi», ha detto. «Se scordi le tue radici, se non hai più un rapporto con la tua storia, avrai problemi anche con gli altri Paesi». Ma per chi avesse l’impressione che si tratta di un’affermazione contraria a quella del “collega” norvegese, una frase che implica un atteggiamento di distacco, una presa di distanza dal resto dell’Europa, Margrethe ha poi aggiunto una metafora che spiega bene il suo pensiero. «Un albero senza radici può facilmente cadere, un albero con le radici può diventare parte di una foresta». E quali sono le radici della Danimarca? La monarchia, tra l’altro. Un fattore stabilizzante, secondo Margrethe, «perché siamo una presenza costante in un mondo in continuo cambiamento», ha detto. Condivisibile o meno che sia questa teoria, resta il fatto che negli ultimi tempi sembra che i monarchi europei, o almeno alcuni di loro, abbiano deciso di uscire dal privilegiato e ovattato angolo in cui vivono per avere un ruolo da leader, un ruolo morale, se non politico. Fermi restando gli obblighi che loro competono in altri ambiti. Il ricamo, per esempio... L’intervista alla sovrana danese, infatti, si è tenuta in occasione di un viaggio in Germania di Margrethe II per presenziare a una delle tante celebrazioni che si tengono per i 500 anni della Riforma protestante. In quell’occasione – una funzione nella chiesa luterana di Wittenberg – la regina ha consegnato in regalo una tovaglia per altare confezionata con le sue stesse mani. Il ricamo, ha detto, è «un’attività molto rilassante, che libera la mente». E tra un punto e l’altro si può pensare al futuro dell’Europa.