Corriere della Sera, 14 ottobre 2016
È finita male la gloriosa storia di Wells Fargo, banca di frontiera
Due milioni di conti bancari fasulli e il banchiere «diverso», John Stumpf, un uomo del Minnesota cresciuto in una fattoria prima di darsi alla finanza, costretto a dimettersi, dopo una lunga resistenza: triste fine di una storia scintillante. In un mondo di banchieri e broker chiusi nelle torri di cristallo di Wall Street che costruiscono precari castelli di carte usando misteriosi strumenti finanziari – tutta roba basata su sofisticate tecnologie informatiche – Wells Fargo sembrava una luminosa eccezione. Un marchio simbolo della conquista del West, un istituto creato a metà 800 da Henry Wells e William Fargo (fondatori anche dell’American Express) con una doppia missione: far circolare il denaro e far circolare le diligenze. Tanto che ben presto la società si comprò anche tutte le attività della Pony Express nell’Ovest americano. Un secolo e mezzo (e molti film di John Wayne) dopo ritroviamo una banca diventata un gigante (quarta in America dopo l’acquisizione, otto anni fa, di Wachovia), coinvolta anch’essa nel crollo dei mutui subprime del 2008, ma che ha mantenuto un po’ del suo spirito on the road: fiammanti diligenze rosse e gialle esposte in molte sue filiali, il quartier generale trasferito nel luogo più cool e più dinamico d’America, San Francisco e un’attività molto ramificata e legata al territorio (è al secondo posto negli Usa per raccolta di depositi).
Per un bel po’ di tempo Wells Fargo fu anche la banca più redditizia d’America, tanto che il mago degli investimenti Warren Buffett se ne comprò il 10%. Ma per continuare a crescere a rotta di collo la banca imponeva obiettivi ambiziosi ai suoi dipendenti e molti di loro, temendo di essere licenziati, aprivano conti fittizi intestati ai loro clienti che spesso non si accorgevano di nulla.
Spesso ma non sempre, visto che pagavano commissioni per servizi inesistenti: quando il caso è esploso, si è scoperto che erano stati creati ben due milioni di conti (e carte di credito) fasulli. «Non mi sono mai accorto di nulla» si è difeso Stumpf: un tipo coriaceo che si è occupato di allevamenti di mucche e polli nelle pianure del Mid-West prima di entrare in banca, una trentina d’anni fa. Processato già due volte davanti al Congresso, Stumpf ha tenuto duro.
Ma ieri ha ceduto. Forse anche perché, giorno dopo giorno, emergono le denunce interne dei dipendenti che avevano segnalato ai superiori questi movimenti sospetti: le prime risalgono addirittura a 11 anni fa. Un’altra storia gloriosa finita male.