Notizie tratte da: Vivienne Westwood, Ian Kelly; Vivienne Westwood, Odoya, Bologna, pag. 414, euro 30, 14 ottobre 2016
LIBRO IN GOCCE NUMERO 121 (Vivienne Westwood) Vedi Biblioteca in scheda: 2371176 Vedi Database libro in scheda: 2371062 PINOCCHIO PER VIVIENNE WESTWOOD– Banana
LIBRO IN GOCCE NUMERO 121 (Vivienne Westwood) Vedi Biblioteca in scheda: 2371176 Vedi Database libro in scheda: 2371062 PINOCCHIO PER VIVIENNE WESTWOOD– Banana. «La prima cosa che c’è da sapere su di me è che sono nata durante la Seconda guerra mondiale. Razionamenti e tutto il resto. Ho mangiato la mia prima banana all’età di sette anni. E non mi piacque neanche» (Vivienne Westwood). Rock’n’roll. «Ho cominciato a realizzare capi rock’n’roll quando andavo a scuola. Cose fai da te molto immediate. “Fai da te” divenne il mio motto. In estate creavamo dei top, come dei piccoli reggiseni fatti con due foulard cuciti insieme in un angolo, dietro le spalle. Cose di questo genere. È stato il periodo migliore possibile per essere adolescenti». (Vivienne Westwood) Westwood. Vivienne Westwood, nata Swire, grandissima stilista, sposò nel 1962 Derek Westwood – un figlio, Benjamin –, da cui divorziò quattro anni dopo. Matrimonio. Il giorno del matrimonio si presentò in ritardo, indosso un vestito che s’era cucita da sola «non molto bene, a dire il vero: era ancora tutto pieno di spilli, imbastito». Pallore. Malcom McLaren, futuro manager dei Sex Pistols, una relazione con Vivienne Westwood durata fino al 1979, «si spolverava del borotalco sul viso per accentuare ulteriormente il pallore». Fuoco. «Malcolm era come un bambino sperduto in una foresta. La foresta è buia e carica di presagi, e gli alberi scuri rappresentano le forze che soggiogano e reprimono le nostre libertà. Quando Malcolm non riesce a trovare una via d’uscita, si rende conto di dover fare entrare la luce. Allora che fa? Dà fuoco agli alberi». (Stewart McLaren al funerale di suo fratello nel 2010) Cactus. Il figlio di Malcom e Vivienne, Joe, solito chiamare il padre con il nome di battesimo, credeva di essere il figlio di un cactus. Genitori. «La prima cosa che facemmo da genitori fu andare alla riunione del partito socialista operaio, per prendere parte a qualche intrigo trotzkista». Abiti. «Se gli abiti non riescono a esprimere le nostre più grandi aspirazioni di esseri umani, allora non fanno il loro dovere» (Vivienne Westwood). Patate. Vivienne decorava i vestiti con stampini fatti in casa: patate tagliate a metà e incise. Fico. Quella volta che Vivienne Westwood provò finalmente i collant con la foglia di fico, a coprire le nudità, scoppiò a ridere a crepapelle. Punk. «Facevano sul serio, i Sex Pistols, e io adoravo i loro testi, non solo quelli che scrivevo io, nonostante ami scrivere canzoni e sia anche brava. Erano fantastici, i Sex Pistols. L’altro giorno ho incontrato una persona piuttosto anziana, ma sapevo che era stato un punk ancora prima che me lo dicesse. Datemi un punk e io vi mostrerò l’uomo». Bolla. «Tutti gli stilisti di moda degni di questo nome fanno come me: immaginano un posto migliore, lo racchiudono in una bolla e poi popolano quella bolla con persone bellissime». Mento. «So di avere queste cose flosce e orribili attorno al mento, ma nonostante questo sono molto sicura del mio aspetto. Penso che un uomo debba essere pazzo o stupido, se non preferisce me a qualunque altra donna si trovi nella mia stessa stanza». (Intervista del 1991 a Vivienne Westwood di Caroline Phillips del London Evening Standard) Pinocchio. Divoratrice di libri, tanto che da bambini la madre le impedì di rinnovare la tessera della biblioteca, per Vivienne Westwood la migliore guida alla vita restano Le avventure di Pinocchio. «È pura filosofia di vita. Un modo di vivere. Pinocchio è birichino, sfrenato, ma ha un cuore d’oro. E ovviamente è questo a salvarlo». Cellulare. Vivienne Westwood non possiede né cellulare né televisione. Cibi. Cibi preferiti: mele e tè. Tiene sempre una bottiglietta d’acqua calda vicino al letto.