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 2016  ottobre 14 Venerdì calendario

Fare il taglialegna 
adesso è uno sport

Per i suoi nonni fare il boscaiolo era un mestiere, per il nipote-geometra Andrea Rossi è invece uno sport appassionante che lo porta in giro per il mondo. Il taglialegna è uno dei lavori considerati a rischio estinzione nei prossimi anni. Il «Timbersport» invece gli sta regalando una seconda vita: è una disciplina spettacolare e in continua ascesa, soprattutto all’estero. In Italia gli atleti si contano sulle dita delle mani. Già campione nazionale e sempre convocato ai mondiali, Andrea di Masino Visconti (Novara) è uno dei tre in Piemonte. E non ha perso il «vizio di famiglia».
Sei specialità
Velocità e precisione, potenza e ritmo, equilibrio e dinamismo. Per praticare questo sport non se ne può fare a meno. La leggenda dice che la prima sfida tra due boscaioli fu disputata nel 1870 in Tasmania. Le competizioni si sono poi sviluppate e codificate a livello mondiale, finché nel 1985 lo sponsor «Stihl Usa» non ha selezionato sei discipline, le più spettacolari, da inserire in ogni gara «Stihl Timberspots»: vince l’atleta che somma il punteggio più alto calcolato sul minor tempo di esecuzione.


Le sei specialità prevedono l’uso di ascia, sega a mano tradizionale, motoseghe standard e motoseghe prototipi estremamente potenti fatte con i motori delle moto da cross. Il diametro dei tronchi da tagliare, o da cui ricavare dischi di un determinato spessore, varia dai 27 ai 46 cm. Fondamentale anche l’equilibrio: in una disciplina si deve lavorare sospesi tra due pedane a 2,8 metri da terra. Il risultato deve essere sempre a regola d’arte: non basta la velocità, ci vuole precisione. 
Successi mondiali

«Era il lavoro dei miei nonni, sia materni che paterni. Sono cresciuto in una casa in cima al monte San Salvatore, in mezzo ai boschi: la legna è sempre stata fondamentale per riscaldarci». Andrea abita a Massino Visconti, borgo dell’Alto Vergante tra le colline del Lago Maggiore. 41 anni, 1 metro e 95 di altezza per 110 chili, va in palestra tre volte a settimana: «D’inverno mi preparo sulla forza. Quando iniziano le gare, tra marzo e ottobre, mi concentro invece sulla potenza, che abbina forza e velocità». In prossimità delle gare si allena anche a casa: «Mi sono costruito apposta un capanno per esercitarmi con la legna». 

Andrea ha conosciuto questo sport nel 2009 a Biella durante «Forlener», il salone dedicato a legno e foreste: da qui, è stato scelto tra i sei atleti per partecipare alle prime gare italiane nel 2010. Due anni dopo, è diventato campione italiano: «Nella categoria a squadre il nostro risultato più importante è arrivato nel 2014 con il decimo posto a Stoccarda. I più forti restano australiani e neozelandesi: dobbiamo ancora migliorare». E per diffondere in Italia la conoscenza di questo sport, Rossi ha fondato l’associazione «Taglio e abbattimento forestale estremo» di cui è presidente. Intanto organizza gare internazionali e non vede l’ora di crescere nuovi atleti. Non serve a tutti i costi essere dei giganti come lui. Ma di forza, quella sì, bisogna averne a «cataste».