Francesco Velluzzi, La Gazzetta dello Sport 14/10/2016, 14 ottobre 2016
THEREAU ALL’ARRABBIATA: «FINORA UN DISASTRO...» – La data non la ricorda, il gol sì. Monsieur Thereau, la data gliela ricordiamo noi: 23 agosto 2015 «Juventus-Udinese 0-1, il gol più importante della mia carriera»
THEREAU ALL’ARRABBIATA: «FINORA UN DISASTRO...» – La data non la ricorda, il gol sì. Monsieur Thereau, la data gliela ricordiamo noi: 23 agosto 2015 «Juventus-Udinese 0-1, il gol più importante della mia carriera». Alla Juve Cyril Thereau lo temono. Le ha fatto due gol col Chievo e quello decisivo lo scorso anno: «Quella rete resta indimenticabile perché la Juve non perdeva al debutto da una vita e io ho fatto un piccolo record, davanti alla mia famiglia che a Torino viene sempre, soprattutto mia mamma Lilian, la vera tifosa di casa». Dal 2012-13 solo Icardi (7) ha segnato più di lui ai bianconeri . Oggi Cyril inizia quella che lui chiama «la nuova stagione». La terza con la maglia dell’Udinese. È partito male, successe anche lo scorso anno. «Ma ci fu la perla del gol allo Stadium». Il gol successivo arrivò il 18 ottobre. Per poi chiudere a quota 11. Quest’anno è ancora a secco. «Sono partito male, ma succede spesso, Non mi preoccupo, ora ho gamba. Io ho bisogno di un po’ di tempo per entrare bene in condizione, devo fare una preparazione lunga e accurata. Poi stavolta sono stato fermato dai due turni di squalifica all’inizio. E ho avuto un infortunio al polpaccio, ha complicato le cose». È rientrato col Milan ed è stato sostituito come nelle altre due occasioni in cui era titolare. «Col Milan mi sono arrabbiato per la sostituzione, l’ho presa male, l’unica volta (su tre, ndr). Ero nervoso e in campo mi sono arrabbiato un paio di volte, stavo facendo bene». Le cifre non aiutano finora: 32 palle perse contro 13 recuperate, lei che di solito fa 12 km a partita e di palloni ne prende... «Non mi nascondo, numeri impietosi, ma dovevo stare tanto largo sulla fascia». Ne ha risentito la fase offensiva: un solo tiro in cinque partite. «Non ero al posto giusto nel momento giusto. Col Milan abbiamo difeso tanto. Non mi aspettavo un inizio così, ma domani inizia il mio campionato». Cosa è cambiato con Delneri? «Abbiamo lavorato tanto, fase di possesso e non possesso. Delneri chiede tanta intensità, più aggressività sul portatore, è un cambiamento importante». La classifica ancora non piange... «Siamo stati anche fortunati, perché col Chievo abbiamo subìto troppo e quella gara ci ha buttati un po’ giù, con l’Empoli Karnezis ha fatto parate miracolose, non eravamo aggressivi e un po’ bassi. Abbiamo fatto un po’ di fatica, ma siamo migliorati. Lasciamo perdere la partita con Lazio, con la Fiorentina abbiamo fatto la miglior partita». State riuscendo a formare un gruppo? Sembra che questa squadra non abbia anima. «Tutti gli allenatori che vengono ce lo dicono e di questo si parla sempre quando non ci sono i risultati. Ma le assicuro che noi non siamo tutti amici, ma viviamo bene insieme. Chiaro che non posso avere con chiunque il rapporto che si era creato con Kuzmanovic, un fratello, ma sto bene con tutti, con Heurtaux, Wague (parlano francese, ndr) e Perica in particolare». Perica è così forte come dicono? Sette gol in U21 croata sono tanti e a Udine si sta imponendo. «La cosa che mi colpisce è che ha sempre voglia di imparare. Ascolta molto, lotta, combatte. Ha grandi margini di miglioramento». Torniamo a lei: è vero che voleva andar via quest’estate? «No, non ho mai preso in considerazione le possibilità italiane e c’erano (Atalanta su tutte, ndr). Ma ero d’accordo con la società che l’unica porta aperta era per il Marsiglia. È la mia squadra del cuore, quella che andavo a vedere con mia mamma con la quale sono cresciuto. Il Marsiglia è come il Napoli per i napoletani, qualcosa di unico. Ma la società non aveva possibilità e io sono felice a Udine».