
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Un organismo che sembrava in via di estinzione è stato improvvisamente resuscitato dalla crisi nell’Ucraina sudorientale e dalla nascita dello Stato Islamico di al Baghdadi, tra Siria e Iraq. Stiamo parlando della Nato, che ha concluso ieri a Newport (Scozia) una due giorni che gli osservatori non hanno esitato a definire «storica».
• Sa che alla fine non mi è chiaro che cos’è esattamente questa Nato? Soldati americani travestiti?
I vincitori della Seconda guerra mondiale furono come minimo due: gli Stati Uniti e i loro alleati, e dall’altra parte l’Unione sovietica di Stalin. Finita la guerra, da questa parte del mondo si percepì, nell’esistenza di una potenza militare come quella sovietica, un pericolo. Nacque perciò un’alleanza militare, detta Alleanza Atlantica o Nato, cioè, in inglese, North Atlantic Treaty Organization. Dall’altra parte, i russi organizzarono il Patto di Varsavia, nel quale entrarono i cosiddetti satelliti di Mosca, la Polonia, la Cecoslovacchia, l’Ungheria e gli altri. Erano i due blocchi, cioè il mondo spaccato militarmente in due, in un’epoca in cui Cina, Islam e gli altri sembravano pochissimo pericolosi. Arrivati al 1989 e alla caduta del muro di Berlino, sembrò che la Nato perdesse senso. Nonostante la crisi jugoslava, l’Afghanistan, il terrorismo islamico e da ultimo il sorgere dell’irredentismo arabo. Il fatto è che la guerra non si fa più alla vecchia maniera. Come sappiamo, le guerre dell’ultimo decennio non hanno neanche un vincitore sicuro, sono pantani di sangue nei quali si resta invischiati per anni e anni. Il colosso Nato è sembrato sempre inerme contro gli odierni cavalieri dell’Apocalisse. La sua definizione di «soldati americani travestiti» ha tuttavia un senso. Ed è un pezzo del problema. Infatti la nostra difesa, in questo dopoguerra, è stata di fatto affidata agli Stati Uniti. Dico “nostra” e non intendo solo la difesa italiana. I budget militari dei paesi occidentali, anche sotto la pressione dei tanti movimenti pacifisti, sono andati via via smagrendo. Ci sarebbe un obbligo, da parte dei paesi aderenti all’Alleanza atlantica, di destinare il due per cento del Pil alle spese per la difesa. Rispettano questo livello, con gli Stati Uniti, solo il Regno Unito, la Grecia e l’Estonia. Noi siamo allo 0,7% del Pil, il che significa che per portarci al due per cento dovremmo tirar fuori, ogni anno, una ventina di miliardi in più. Lei lo capisce, c’è già la crisi economica...
• Gli americani ci chiedono questo?
Sì, dallo storico vertice di Newport emerge che gli Stati Uniti non vogliono più fare da gendarmi del mondo. Dovrebbero esserci manifestazioni di giubilio per le strade del Paese, dato che per decenni gli si è chiesto proprio questo. Senonché la necessità di difendersi è a questo punto concreta: la tensione Russia-Ucraina rischia di portarci un conflitto nel cuore dell’Europa. Al Baghdadi potrebbe sfondare in Giordania e da qui piombare su Israele. E abbiamo anche un mucchio di terroristi dell’Isis in casa, gente che ha imparato nella guerra civile siriana e adesso sta qui a preparare chi sa che. L’11 settemebre è vicino, e anche al Qaeda, che s’è vista sopravanzare dal califfo, medita di far qualcosa addirittura in India.
• In concreto gli americani che cosa propongono?
Nel vertice Nato s’è decisa la costituzione di una Very High Readiness Joint Task Force, Forza Operativa Interarma ad Alto Livello di Allerta. Cinquemila uomini, messi al comando di un generale inglese. Saranno inglesi anche 3.500 degli effettivi. Questi militari verranno piazzati soprattutto in Polonia e saranno pronti ad intervenire in qualunque parte del mondo al massimo in cinque giorni, ma più probabilmente in due. La Nato Response Force, a cui fanno riferimento, per intervenire ci mette in genere un mese. Da Mosca hanno subito fatto sapere che questa decisione non aiuta a rasserenare il clima. Anche le manovre che cominceranno domani innervosiscono Putin: quattro navi varcheranno gli stretti turchi direzione Mar Nero, nel Baltico incrociano gruppi antimine, dodici aerei volano in permanenza tra Estonia e Lituania, altri 18 - americani - fra Polonia e Romania. Tra il 15 e il 26 settembre sono previste manovre direttamente in Ucraina.
• Russia e Ucraina non hanno firmato un cessate il fuoco?
Sì, ma gli americani ci credono poco. I sette punti imposti da Putin, finora sicuro vincitore, sono stati accettati tutti: silenzio delle armi, ritiro ucraino dalle zone dei ribelli, stop agli attacchi aerei di Kiev, restituzione dei prigionieri. In Bielorussia sono in corso i colloqui per una pace definitiva.
• E per contrastare al Baghdadi?
Obama non vuole impegnarsi, non con truppe di terra almeno. Spinge per un’alleanza dei paesi vicini, a cui gli Stati Uniti daranno una mano dal cielo. A Newport c’erano i sauditi e c’era il turco Erdogan. I messi di Obama hanno chiesto loro di concentrarsi sulla guerra all’Isis e di lascir perdere, almeno per il momento, le azioni contro Assad, dato che queste azioni rischiano di favorire proprio al Baghdadi.
(leggi)