Alessandro Merli, Il Sole 24 Ore 6/9/2014, 6 settembre 2014
ABS, UN MERCATO (POTENZIALE) DA 1.400 MILIARDI
FRANCOFORTE.
Come un fiume carsico, il rilancio delle cartolarizzazioni e il loro possibile acquisto da parte della Banca centrale europea, finalmente varato questa settimana, è apparso e scomparso più volte dalle mappe della Bce dalla prima volta in cui il suo presidente Mario Draghi ne ha fatto menzione: inaspettatamente, come usa fare, nel maggio 2013, alla conferenza stampa mensile tenuta a Bratislava.
Da allora, la Bce, secondo diverse esternazioni di Draghi, ha prima cercato la collaborazione di altre istituzioni, come la Commissione europea e la Banca europea degli investimenti, poi si è dichiarata un semplice osservatore; quindi, dopo mesi di oblio, ha riproposto pubblicamente il dossier nella primavera scorsa, promuovendo un’iniziativa con la Banca d’Inghilterra. Poi nominando come consulente l’americana BlackRock. E, infine, giovedì scorso, annunciando che l’acquisto di titoli cartolarizzati sarà complementare a quello di covered bond (obbligazioni bancarie garantite) e soprattutto ai finanziamenti alle banche (Tltro) mirati a far ripartire il credito all’economia reale. Un percorso durato quasi quanto la gestazione di un elefante, ha scritto nel suo blog Francesco Papadia, già direttore delle operazioni di mercato della Bce, e ora presidente della Pcs, un organismo nato per promuovere lo sviluppo delle cartolarizzazioni, e che ammette che il disegno del programma non è facile.
Tra l’altro, come ha riconosciuto lo stesso Draghi nei giorni scorsi, non sono stati ancora sciolti tutti i nodi sulla regolamentazione delle cartolarizzazioni che il paper Bce-Bank of England metteva in risalto e che costituiscono un forte ostacolo per le banche. Un altro disincentivo paradossalmente viene proprio dalle azioni della Bce: con la fornitura di liquidità a bassissimo costo (prima le Ltro, poi le Tltro) le banche sono meno motivate a "impacchettare" i propri attivi in una cartolarizzazione e a cederli alla Bce, ma conviene loro utilizzarli come collaterale per ottenere i fondi della banca centrale.
I dettagli del programma, ha anticipato Draghi, verranno annunciati il 2 ottobre prossimo, quando il consiglio della Bce si riunirà a Napoli. Intanto, però, il banchiere centrale ha già dato alcune indicazioni importanti. La prima è che gli acquisti partiranno subito, già a ottobre, senza aspettare il completamento dei cambiamenti di regole che ora "discriminano" gli Abs. Inoltre, ha detto Draghi, la Bce intende espandere, con l’acquisto degli attivi bancari (Abs) e dei covered bonds (inseriti perché più utilizzati degli Abs su alcuni mercati) e con le Tltro, il proprio bilancio dagli attuali 2mila miliardi a circa 3mila: un’operazione che dovrà avere un «impatto significativo». Quindi molto più ampia di quanto si pensasse alla vigilia. Anche perché la Bce ha deciso di includere, e questa è un’altra importante novità annunciata da Draghi, anche gli Rmbs, i titoli basati sui mutui immobiliari, non solo gli Abs basati su prestiti a imprese e famiglie.
Il parco di titoli già esistenti si amplia quindi a circa 1.400 miliardi di euro (di cui gli Rmbs sono quasi il 70%), anche se la Bce vuole limitarsi a titoli che siano «semplici e trasparenti» per scacciare le cattive memorie dei tempi dei subprime (le cartolarizzazioni cattive, come le ha definite il presidente della Bce), e soprattutto si prenderà solo la tranche meno rischiosa (senior) o quella mezzanina, solo se garantita (presumibilmente dalla Bei, o dal Fondo europeo di investimenti, o da enti come la Kfw tedesca o la Cassa depositi italiana). Se le banche si libereranno in questo modo di parte del loro portafoglio prestiti, avranno più capitale per fare nuovi impieghi, magari con i finanziamenti ottenuti attraverso le Tltro, creando quindi un circolo virtuoso. La presenza della Bce come compratore, insomma, dovrebbe stimolare un’offerta che per ora non c’è. Le emissioni sono crollate dopo la crisi finanziaria globale, della quale le cartolarizzazioni sono state accusate di essere corresponsabili.
L’annuncio di Draghi, più importante, secondo molti osservatori, del taglio dei tassi d’interesse di 10 punti base, ha anche aperto un’altra discussione: è il preludio a un programma più ampio di acquisti di titoli da parte della Bce, che comprenda quelli pubblici, dando così vita a un vero e proprio quantitative easing, o un modo per cercare di evitare, o quanto meno rinviare, il Qe, che è destinato a provocare una spaccatura profonda dentro e fuori il consiglio della Bce?
Alessandro Merli, Il Sole 24 Ore 6/9/2014