Diodato Pirone, Il Messaggero 6/9/2014, 6 settembre 2014
IL PARLAMENTO RIAPRE ED È SUBITO INGORGO PER ITALICUM E SENATO
IL FOCUS
ROMA Il carnet di leggi e di decreti da approvare in tempi stretti da parte delle Camere appena riaperte è già ricchissimo. Al primo punto c’è il lavoro. Con la delega di riforma, il Jobs Act uno dei pilastri strategici del governo Renzi, sulla quale il Senato ha riavviato la discussione in Commissione.
Poi ci sono i nuovi decreti varati lo scorso 29 agosto sulle opere pubbliche (Sblocca-Italia) e sulla giustizia civile. Infine la legge elettorale (che dovrebbe essere esaminata dal Senato) e anche i disegni di legge sulla riforma della pubblica amministrazione (sempre al Senato) mentre la Camera dovrebbe iniziare al più presto la discussione sulla riforma Costituzionale approvata ad agosto a Palazzo Madama. Insomma, già si torna a parlare di ingorgo.
Le due Camere infatti hanno poco tempo per esaminare i vari provvedimenti prima di aprire la sessione autunnale sul Bilancio. Quest’anno la Camera inizierà ad esaminare la Legge di Stabilità grosso modo dalla metà di ottobre e se ne libererà non prima del 20 novembre. Dopo di che l’ex Finanziaria, che quest’anno si preannuncia particolarmente corposa, finirà al Senato che ne sarà assorbito fino al 20 di dicembre.
Tutto questo se non si scateneranno imprevisti di natura politica come una nuova ondata di emendamenti sulla riforma della Costituzione o problemi interni alla maggioranza sulla Finanziaria.
LO SMALTIMENTO
In attesa dell’avvio dello smaltimento, secondo le intese attuali l’esame della riforma costituzionale partirà giovedì 11 settembre in Commissione Affari Costituzionali della Camera, mentre il via all’esame dell’Italicum arriverà da un incontro, forse già martedì 9, tra la presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro, col ministro Boschi e il premier Matteo Renzi. . «In Senato - ha spiegato il vicepresidente dei senatori del Pd, Giorgio Tonini - c’è ottimismo sulla possibilità di un accordo sulle correzioni del testo approvato alla Camera».
Sembra ormai condiviso dal Pd, dagli alleati (Ncd, Sc, Pi), e da Fi l’innalzamento dal 37% al 40% della soglia per ottenere il premio di maggioranza, sotto la quale scatterebbe il secondo turno.
Si parla anche di una mezza intesa sull’abbassamento delle soglie di sbarramento (ad oggi al 12% per le coalizioni). Si riaprirà sicuramente anche il caso delle preferenze (che potrebbero essere assegnate dal secondo candidato della lista in giù)della lista in giù.
Quanto alla riforma costituzionale, c’è già la data di inizio in Commissione. Giovedì 11 settembre i due relatori, il presidente della Commissione Francesco Paolo Sisto (Fi) e Emanuele Fiano (Pd), illustreranno il testo dando così l’inizio all’iter. Sisto ha parlato di «tempi ragionevoli» di esame, ma non ha voluto parlare di date.
Intanto entro la fine del mese dovrebbe tagliare il traguardo un provvedimento di natura tecnica ma di grandissima importanza: la riforma del regolamento dei lavori della Camera.
Le principali novità contenute nel testo cui la Giunta del regolamento lavora da mesi, prevedono una maggiore centralità per le Commissioni, tempi certi per l’esame dei provvedimenti del governo (per provare ad arginare l’uso della decretazione di urgenza), garanzie per le opposizioni e l’addio alle 24 ore oggi previste tra l’apposizione della fiducia ed il relativo voto (con conseguente stop, nello stesso arco di tempo, dei lavori di Assemblea e commissioni). Si tratta di una cautela, questa, non prevista al Senato che finisce con il rallentare notevolmente il lavoro dell’Aula. In pratica, una volta varato il nuovo regolamento, sui disegni di legge che il governo definirà urgenti, la Camera si pronuncerà tassativamente entro 30 giorni: 25 giorni per l’esame in commissione, più 5 per l’Aula, dove dunque il lavoro risulterà particolarmente snellito rispetto ad oggi.