Simone Battaglia, La Gazzetta dello Sport 6/9/2014, 6 settembre 2014
PAREGGIO E MALLOPPO. CARUANA È UMANO
Ha visto il malloppo e lo ha agguantato. Preoccupato per il poco tempo rimasto, forse stanco dopo dieci giorni incredibili, o semplicemente troppo razionale per inseguire la chimera di un cappotto che avrebbe potuto consegnarlo alla leggenda — a patto che accettasse una minima possibilità di perdere centomila dollari —, per una volta Fabiano Caruana non ha infierito. Giovedì sera, alla 26esima mossa della partita con il campione del mondo Magnus Carlsen, ha fatto capire che per lui bastava così. Ha fatto un arrocco — cioè ha spostato il re dietro la torre, in una posizione ritenuta più sicura — e ha così rinunciato ad attaccare. Un messaggio di non belligeranza a un avversario. Il primo, negli otto turni giocati al torneo di Saint Louis.
La torre sbagliata Tre mosse più tardi, Caruana avrebbe avuto un’altra possibilità di raggiungere un inaudito 8-0, non fosse caduto nella cosiddetta «tragedia della torre sbagliata». Avesse mosso quella del lato di re — quella di destra — invece che quella del lato di donna, avrebbe potuto costruire un attacco solido. Il fatto che abbia scelto e mosso il pezzo velocemente, d’istinto, fa pensare che avesse già deciso di mollare la presa, o che magari i due si fossero accordati per la patta, con uno sguardo. Si sarebbero stretti la mano alla 42esima mossa, per una pace che in realtà somiglia più a una tregua.
Verso il Mondiale Perché i due sono destinati a ritrovarsi. Sono entrambi giovanissimi: Carlsen ha 23 anni, Caruana 22. Carlsen è primo nel ranking a 2865,2 e nell’aprile scorso aveva raggiunto i 2889,2, il massimo mai toccato da uno scacchista; Caruana è ormai secondo a 2836,1 e in dieci giorni ha mangiato 40 punti di vantaggio al norvegese. Carlsen è il campione del mondo in carica e prima o poi — a novembre a Sochi, come vorrebbe la federazione internazionale, oppure più avanti, in un altro luogo e per più soldi, come vorrebbe lui — metterà in palio la corona contro lo sfidante ufficiale, l’indiano Viswanathan Anand. Fabiano Caruana inizierà in autunno il cammino verso il nuovo torneo dei Candidati, quello che designerà il prossimo sfidante al titolo, ma è chiaro che dopo St. Louis, il pretendente naturale è l’azzurro. Non si sa quando accadrà, ma prima o poi si dovranno sfidare.
Trottola Per il momento, messa al sicuro la vittoria nel «torneo più competitivo di sempre» — erano al via 6 dei 9 più forti al mondo —, nella notte Caruana ha affrontato col bianco Nakamura, l’unico tra i grandi che Caruana non aveva mai battuto, prima di Saint Louis. Questa sera chiuderà il girone di ritorno contro l’armeno Aronian. Tornerà a casa qualche giorno, prima della Coppa dei Campioni di Bilbao, dal 14 al 21 settembre. Caruana è sempre stato un globetrotter dei tornei, un cacciatore di taglie. D’ora in poi, però, il ricercato sarà lui.