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 2014  settembre 06 Sabato calendario

INSAZIABILE IBRA

Non basta mai. Zlatan Ibrahimovic, 33 anni ad ottobre, ha sempre fame. Di nuove vittorie, nuovi record. «Non avete ancora visto niente» dice Ibra. Di nuovo un tocco di tacco, indimenticabile, di grande bellezza come tanti di quelli che ha segnato con la Svezia e con le sue squadre di club in giro per l’Europa. E così Zlatan Ibrahimovic, l’uomo dei gesti tecnici apparentemente impossibili, ha battuto ancora un primato. Con i due gol che ha realizzato contro l’Estonia, nell’amichevole giocata a Stoccolma, Zlatan Ibrahimovic è diventato il marcatore più importante di tutti i tempi nella storia del calcio svedese.

Facendo il gol di tacco ha segnato cinquanta reti nella nazionale, superando così il vecchio record di 49 gol, di Sven Rydell.
«Sapevo che avrei battuto quel record. Sono contento. Era tanto che aspettavo di vivere questo momento e credo di essermelo meritato. E’ una sensazione bellissima, forte. Ma sono certo che farò ancora tanti gol sia per la Svezia che per il Psg».
Ha preparato una maglietta con la scritta «+ 50. E’ stato possibile grazie a voi». In questo modo ha voluto ringraziare i suoi compagni di squadra ma anche i tifosi. Quando ha avuto l’idea?
«Ho avuto l’idea qualche giorno prima e il team manager della nazionale Lars Richt mi ha dato l’ok. Ho dovuto segnare due gol per poter fare vedere la maglietta e ce l’ho fatta. Adesso me la terrò come ricordo, uno dei più belli della mia carriera».
C’è un tecnico che le è stato di particolare aiuto per diventare così prolifico?
«Sono diventato un capocannoniere quando ho incontrato Capello. E poi, con gli anni, ho segnato sempre di più. Quando Capello era alla Juventus un giorno mi ha fatto vedere un video con i gol più belli di Marco van Basten, e mi ha detto: “Devi fare così”. Ero giovane e ho imparato da quella antologia del calcio. Da quel giorno ho cominciato a segnare come fanno i grandi».
E il gol più bello in Nazionale?
«Non ho nessun dubbio, la bicicletta contro l’Inghilterra, due anni fa. Nessuno supererà quello. Però li considero tutti gol importanti, anche quelli meno belli».
Fra poco comincerà la Champions League e con il Psg incontrerà le sue ex Ajax e Barcellona...
«Peccato che al sorteggio non abbiamo trovato anche il Malmoe, così avrei avuto un girone tutto composto di mie ex squadre».
La sua autobiografia è stata un successo: potrebbe pensare a mettere sul mercato un seguito?
«Può darsi, perché ci sarebbero ancora tante cose da dire...»
Fra poco ci sono le elezioni. Lei è un uomo di successo, è figlio di emigranti ed è stato attaccato. Che cosa risponde al politico di estrema destra che ha detto “Ibrahimovic? Bisognerebbe spararlo”?
«Devo parlare di questo il giorno dopo che ho battuto un record tanto importante? Posso soltanto dire che loro non si meritano un commento, non bisogna neanche parlarne. Sono già stato a votare, in anticipo visto che torno a Parigi. Il calcio e la politica non vanno mescolate. Ma ho votato, ovviamente non dirò per chi, è veramente un segreto. Però voglio dire che è importante votare. Stiamo parlando del futuro della Svezia».