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 2014  settembre 06 Sabato calendario

L’ISIS ATTACCA, SPAGNOLI SENZA DIFESA

Le avventure di Ivan Carril, il calciatore spagnolo da poco rientrato in patria dopo due mesi da incubo in Kurdistan, appartengono agli incroci fra le piccole storie individuali e i grandi fatti storici. Lontano dai riflettori del grande calcio, una quantità sempre maggiore di giocatori di medio livello cerca e trova ingaggi in parti del mondo dove nemmeno si pensava che il pallone esistesse. Il 29enne Carril, dopo gli anni al Deportivo La Coruna e le esperienze in Austria e in Grecia, lo scorso luglio accetta le offerte dell’Erbil, il club del capoluogo del Kurdistan iracheno: a convincerlo è la presenza di una folta colonia spagnola, che va dai giocatori Jorge Gotor e Victor Ormazabal al preparatore atletico Alberto Martinez, e la prospettiva di entrare così nel ricco mondo del calcio asiatico, in fase di forte espansione un po’ ovunque (Cina in testa). L’Erbil deve disputare i quarti di finale dell’Afc Cup, corrispettivo asiatico dell’Europa League, e all’inizio tutto sembra filare per il meglio malgrado l’avanzata dell’Isis - il califfalo islamico che sta riunendo sul territorio i sunniti di Iraq e Siria - sia un temporale incombente. Ma la caduta della vicina Mosul porta la guerra alle porte di casa, il campionato viene interrotto e la colonia spagnola chiede di essere rimpatriata. Non è così semplice, come ha spiegato Carril a Jon Prada del giornale madrileno As.
«Avevamo dato i nostri passaporti alla segreteria del club perché doveva chiedere i visti per andare in Vietnam a giocare la gara di coppa. Chiesta la rescissione del contratto, ci venne detto che li avremmo avuti indietro soltanto dopo aver restituito tutti i soldi percepiti fin lì». I tre allora rifiutano per qualche giorno di allenarsi, ma la protesta rientra anche perché non è che in una Erbil in stato di emergenza ci sia molto altro da fare. «Ci dicevano di stare tranquilli, ma bastava accendere la tv per capire quanto vicina fosse ormai l’Isis. Il portiere del nostro residence, sempre in tuta mimetica, ogni tanto spariva per andare a combattere: tornava coni Video delle battaglie e ce li mostrava orgoglioso. Insomma, un incubo».
I primi a sgomberare il campo anche senza accordo sono Gotor e Martinez, grazie all’intervento della Federcalcio spagnola e dell’ambasciata. Carril e Ormazabal provano a rimanere pattuendo che dopo qualche tempo, se la situazione non fosse migliorata, sarebbero potuti partire con la liberatoria del club; ma a quel punto salta fuori che il transfer dal Volos, la squadra greca per la quale Carril aveva giocato sino a giugno, non è mai arrivato o si o perso chissà dove. «È la spinta finale. Decido di partire, ma ormai da Erbil decollano ogni giorno meno voli, e mi capita di dover sbarcare con le valige già imbarcate perché ai miei documenti manca non so quale timbro. Poi finalmente parto». Peripezie attorno al mondo di un commesso viaggiatore del pallone: ce ne sono a migliaia, e a volte incrociano la storia.