Paola Valentini, MilanoFinanza 6/9/2014, 6 settembre 2014
IL DEPOSITO? BATTE IL BTP
Conti di deposito alla riscossa. Complice il nuovo taglio dei tassi operato dalla Bce, il rendimento dei Bot a sei mesi nell’ultima asta ha toccato il minimo storico dello 0,136%, il Btp a due anni offre un risicato 0,4% e per avere più del 3% lordo bisogna spingersi fino a scadenze intorno al 2030. Dall’altra parte, le offerte delle banche restano competitive con tassi medi lordi che sulle linee vincolate si attestano all’1,8% lordo a 12 mesi, con la possibilità di superare il 2,5% per scadenze superiori. Certo, il rendimento è inferiore a inizio 2013, quando i conti vincolati a un anno rendevano in media il doppio, perché questi prodotti seguono l’andamento dello spread; ma è comunque un rendimento superiore rispetto a quanto offerto dai titoli governativi a breve termine. E il vantaggio resta anche considerando la maggiore aliquota fiscale, che tra l’altro lo scorso luglio per i conti di deposito è stata aumentata dal 20 al 26%, mentre per i titoli di Stato è rimasta al 12,5%. Sottratti questo 26% e l’imposta di bollo (0,2%), i conti di deposito vincolati più generosi, in base ai dati dell’osservatorio di ConfrontaConti.it (gruppo Mutuionline), oggi arrivano a offrire un tasso effettivo tra l’1 e quasi il 2% a seconda della durata tra 6 e 24 mesi, mentre quelli liberi hanno un tasso effettivo ovviamente più basso (tra l’1 e l’1,5%) perché il risparmiatore può uscire quando vuole. In realtà anche alcuni conti vincolati permettono di prelevare il capitale prima della scadenza ma a patto di vedersi ridurre il rendimento o nella peggiore delle ipotesi di rinunciare del tutto agli interessi. Per esempio, InMediolanum di Banca Mediolanum a sei mesi ha un tasso lordo dell’1,8% (1,33% netto). In questo caso il risparmiatore può svincolare le somme investite ma il tasso scende all’1%. Non sono invece svincolabili ContoForte.it di Banca Mediocredito Friuli Venezia Giulia e ContosuIbl di Ibl Banca, che a sei mesi offrono un tasso lordo rispettivamente dell’1,6 e dell’1,75% (1,18 e 1,3% netto). Ma questi due depositi offrono un’opportunità in più: la banca si fa carico dell’imposta di bollo che grava sul depositante e che a gennaio è stata alzata dallo 0,15 allo 0,2%. Nonostante questo rincaro, dunque, ci sono banche che continuano a pagare per il cliente il bollo. Che è di fatto una mini-patrimoniale su tutti gli strumenti finanziari a esclusione di fondi pensione, fondi sanitari, polizze Vita di ramo I e buoni postali fino a 5 mila euro. Mentre per i conti correnti è previsto un bollo fisso di 34,2 euro con una no tax area fino a 5 mila euro. C’è poi anche chi dà gli interessi in anticipo, come CheBanca, il cui conto di deposito nel caso della durata di 12 mesi rende l’1,8% lordo e a sei mesi l’1,5%.
Ma come fanno le banche a offrire tassi così generosi? «Le finalità dei conti di deposito possono essere molteplici», spiega Manfredi Urciuoli, direttore comunicazione di ConfrontaConti.it, «ci sono gruppi come Banca Mediolanum che hanno costi più bassi non avendo filiali. Ci sono poi banche che hanno business model particolari, come Ibl, focalizzata sulla cessione del quinto, o Banca Sistema, che è focalizzata sul factoring e in caso di vincolo di 24 mesi offre il 2,5%». Questi istituti registrano impieghi più remunerativi rispetto alle banche generaliste a fronte di maggiori rischi e quindi possono permettersi una raccolta più costosa, senza contare che talvolta non hanno accesso a forme di raccolta più economiche, a differenza delle grandi banche». È il caso oggi anche di Banca Marche, istituto in amministrazione straordinaria che offre il conto vincolato con i tassi più alti del mercato (arriva al 2,9% a 24 mesi). «Il rischio va remunerato e quindi la banca offre tassi più elevati ai risparmiatori che la scelgono», spiega Urciuoli. Banca Marche inoltre trova conveniente rinunciare a una parte dei profitti per pagare di più i depositanti retail, anche perché la raccolta nell’interbancario ora le costerebbe di più.
Ma di quali protezioni gode il sottoscrittore di un conto di deposito? «Il consumatore è tutelato dal Fondo Interbancario, mentre una banca che presta soldi a un’altra banca non è garantita e quindi fa pagare un tasso maggiore sui capitali che eroga a una controparte in difficoltà», aggiunge Urciuoli. «Va poi sottolineato che i depositi ad alto rendimento sono spesso proposti da nuove banche che si affacciano sul mercato per costruirsi un portafoglio clienti; è quanto ha fatto Ing Direct all’inizio e può essere il caso oggi di Bancadinamica, la nuova banca online della CariSanMiniato, il cui conto vincolato a 12 mesi ha un tasso del 2,25%», conclude Urciuoli, «Certo: chi entra sul mercato spesso offre tassi superiori alla media, ma in seguito man mano li abbassa per portarli in equilibrio con il business model e il costo della raccolta».
Paola Valentini, MilanoFinanza 6/9/2014